Diario DaDa, 28 aprile-6 maggio 2020
28 aprile
Il governo ha un piano per riaprire a settembre. Abbattere le pareti per muoversi più liberamente all’interno degli edifici scolastici. Disporre i banchi in cerchio anziché a file. Dimezzare le classi ma senza raddoppiare i prof (leggo su Repubblica che l’orario dei docenti può salire dalle attuali 18 ore a un massimo di 24. La notizia, se è una notizia, è passata quasi inosservata). I potenziatori possono tornare utili. Occupare teatri e musei in disuso. Alcune materie possono essere svolte in luoghi aperti anziché nelle aule. La geografia si farà sul posto, l’arte nelle piazze, le scienze nei giardini.
Intanto, ho guardato la posta. Lina Azzo ci ha scritto una lettera. Inizia con «Carissimi» e finisce con «migliore». Ottimismo.
29 aprile
L’idea di fare l’esame di Stato in presenza, tra due mesi, suscita molte perplessità. C’è chi dice: la didattica a distanza sta funzionando perché tornare a scuola? C’è chi dice: se si possono fare le lauree on line, perché la maturità no? C’è chi dice: l’esame di Stato è inutile, andrebbe abolito. C’è chi dice: ma quale rito di passaggio, la salute prima di tutto. E poi, diciamolo, un rito vale l’altro. E fa un rapido conto di quante persone dovrebbero stare dentro un’aula: il presidente, i sei commissari, il candidato, il candidato successivo, i genitori del candidato, i compagni che vengono ad assistere. Almeno 13 persone, uno ogni 2 metri quadri. E il robot che misura la temperatura?
Più tardi.
Sta per uscire il decreto sulle modalità di svolgimento dell’Esame di Stato. Lo studente in un’aula, controllato a vista da un docente o da un collaboratore scolastico, la commissione in un’altra. Tutti i convenuti si presenteranno con la mascherina, «ma è probabile poi che, sedendo ad una certa distanza, lo studente potrà togliersela per svolgere più agevolmente il colloquio orale che dovrebbe durare circa un’ora». Sarà vietato formare assembramenti davanti a scuola. L’esame sarà probabilmente trasmesso in streaming.
Non mi sono chiare alcune cose: il candidato e la commissione siederanno in aule contigue? I commissari saranno ammucchiati tutti davanti alla stessa telecamera o ognuno avrà la propria? E chi le fornirà? Il docente (o collaboratore) che si troverà nell’aula con il candidato avrà una funzione di vigilanza o di compagnia? Posto che i commissari non potranno stringere la mano del candidato al termine della prova, potranno almeno salutarlo da lontano con la manina?
30 aprile
L’ora legale in Italia è stata introdotta con il decreto legislativo n. 631, il 25 maggio 1916, e cioè in tempo di guerra, e da allora (sono passati 104 anni) non è stata mai abolita. Voi direte: e che c’entra con la didattica a distanza?
1 maggio (festa del non lavoro agile)
Questo non è un post postumo a favore di Renzi. Però. Renzi, per far passare la Buona Scuola, ha scritto dépliant, ha montato una consultazione (finta), è dovuto sottostare (si fa per dire) a un iter parlamentare con audizioni, commissioni, fiducia delle Camere (che è durato 10 mesi), ha dovuto fronteggiare una piazza rumorosa. Lina Azzo sta facendo passare una riforma della scuola senza fanfara, senza emendamenti, senza contraddittorio, solo qualche rumore di sottofondo.
(aggiornamento sull’Esame di Stato)
L’ipotesi che gli studenti devono stare in un’altra aula sembra sia decaduta. Ora si parla di distanza di 5 metri. Andrà come ho detto io, si gioca a baseball. O ai 4 cantoni.
2 maggio
Intanto, persino la Chiesa ha capito che le cerimonie religiose a distanza non valgono niente.
3 maggio
Capisco le perplessità sulla soluzione delle classi dimezzate a settembre ma bisogna pensare positivamente. C’è una task forz che supporta Lina Azzo formata da gente ipercompetente di scuola e di tecnologie. Il capo della quale ha dichiarato: «La divisione delle classi, metà in aula e metà online è quello che noi chiamiamo lo scenario zero, lo scenario di partenza, sul quale stiamo lavorando». Perché «scenario zero» mi fa pensare a The Day After?
Dice anche Patrizio Bianchi, capo della task force, che c’è questo problema delle classi pollaio (espressione che lui odia). Che si risolve andando «oltre le classi». Ora, a prescindere che forse è meglio non indagare su cosa voglia dire andare «oltre le classi», questo signore è stato investito del compito di progettare la ripresa dell’anno scolastico o di scrivere una riforma della scuola?
Nota bene: la DaD, comunque sia andata – dice Lina Azzo – è stata un SUCCESSO.
4 maggio
La proposta delle classi dimezzate a settembre è decaduta. L’ha annunciato Lina Azzo a «Scherzi a parte».
Tra poco iniziano i consigli di classe a distanza. Sono emozionato come il mio primo giorno di scuola.
5 maggio
Voi come vi regolate con i compiti? Date una valutazione diversa a chi copia dal libro rispetto a chi copia da internet? (Chi copia senza far capire la fonte per me 10).
6 maggio
Con la DaD quisque est faber fortunae suae. Se uno vuole studiare, studia. Se non vuole, se non può, non studia. Alla fine dell’anno avrà un bel voto, oppure avrà 4 o 5, ma sarà comunque promosso. Del resto, con la cultura non si mangia, e manco con l’episteme.
Lina Azzo ha parlato per un’ora al question time del colloquio dell’esame di Stato. Anzi no, ha detto che il colloquio durerà un’ora (a candidato), sarà in presenza e verterà sulle materie dell’ultimo anno. Il discorso è iniziato con «Carissimi» ed è finito con «topolino».
In sintesi. Discussione di un elaborato concernente le discipline di indirizzo (surroga la seconda prova). La domanda è: l’elaborato, quando è stato elaborato? A seguire la discussione su un testo (breve) di letteratura italiana in programma nel quinto anno (surroga la prima prova), a seguire analisi del materiale messo a disposizione dalla commissione (surroga il colloquio), e infine esposizione delle esperienze di Pcto e Cittadinanza e Costituzione (la didattica a distanza non è bastata come esperienza). Valore del colloquio: 40 punti. Per superare l’esame bisogna totalizzare un minimo di 60 punti. Bacio della commissione. Frutta e dessert.