La cosa peggiore che si possa fare a un libro è leggerlo (David Leavitt)

Specie se è un cattivo libro. O se non è il libro adatto. Poi si ha un bel dire che si dovrebbe leggere solo per il piacere della lettura, dell’incontro con il testo. Ideale sarebbe non dover assegnare agli studenti un certo numero di libri da leggere. Limitarsi a dire: leggete. Limitarsi a dare un catalogo il primo giorno di scuola. Uno tra i tanti possibili. Con un occhio alle novità ma con tanti classici di tutti i tempi, di tutte le letterature.
Ripiegate in quattro questo foglio, non dovete andare in libreria né in biblioteca. Non è un programma mensile, non sarà verificato alla fine del quadrimestre. Non è neppure un programma organico, uno di quello dove passi un qualche ben rettilineo percorso didattico.
Basterebbe che tra qualche anno foste in grado di mettere una crocetta vicino ai titoli che vi è toccato leggere. E un altro segno a matira vicino ai titoli di cui avete sentito parlare. Anche se questo non sarà mai il catalogo della vostra biblioteca, perché i libri che non abbiamo letto non sono occasioni perdute. Lo sono molto meno di certi libri letti per soddisfare un’unutile esigenza estemporanea o un malinteso bisogno di conoscenza. Di cui pure le migliori librerie sono piene. E anche le peggiori.
Il che avvalora l’epigrafe: non fate un cattivo servizio alla lettura – e alla cultura. Non date retta a chi vi consiglia di leggere perché si parla meglio o si scrive meglio. Leggere, in sé, non è per niente necessario. La cosa peggiore che si possa fare a un libro è leggerlo: se è un cattivo libro. Ma se è un buon libro, dovreste metterci dentro le unghie e i denti, non accontentarvi della banale soddisfazione di leggerlo.

Albinati, Edoardo Il polacco lavatore di vetri
Allende, Isabel La casa degli spiriti
Allende, Isabel D’amore e ombra
Alvaro, Corrado Gente in Aspromonte
Andersen, Hans Christian Fiabe
Arachi, Alessandra Leoncavallo blues
Arbasino, Alberto Specchio delle mie brame
Asbjørnsen, Peter Christen – Moe, Jørgen Fiabe norvegesi
Bachmann, Ingeborg Malina
Balestrini, Nanni Gli invisibili
Ballestra, Silvia La guerra degli Antò
Basile, Giambattista Pentamerone
Bassani, Giorgio Il giardino dei Finzi-Contini
Beauvoir, Simone de Memorie d’una ragazza per bene
Ben Jelloun, Tahar A occhi bassi
Ben Jelloun, Tahar Corrotto
Ben Jelloun, Tahar Creatura di sabbia
Ben Jelloun, Tahar Notte fatale
Benni, Stefano Baol – una tranquilla notte di regime
Benni, Stefano Il bar sotto il mare
Benni, Stefano Comici spaventati guerrieri
Benni, Stefano I meravigliosi animali di Stranalandia
Benni, Stefano La tribù di Moro seduto
Bianciardi, Luciano L’integrazione
Bianciardi, Luciano La vita agra
Böll, Heinrich E non disse nemmeno una parola
Böll, Heinrich Opinioni di un clown
Böll, Heinrich Racconti umoristici e satirici
Böll, Heinrich Il treno era in orario – Il pane dei verdi anni
Böll, Heinrich Viandante se giungi a Spa…
Bontempelli, Massimo L’amante fedele
Borges, Jorge Luis L’ Aleph
Borges, Jorge Luis Finzioni
Borges, Jorge Luis Venticinque Agosto 1983 e altri racconti inediti
Bradbury, Ray Fahrenheit 451
Bufalino, Gesualdo Diceria dell’untore
Bulgakov, Michail A. Cuore di cane
Bulgakov, Michail A. Il maestro e Margherita
Bulgakov, Michail A. Le uova fatali
Busi, Aldo Suicidi dovuti
Buzzati, Dino Un amore
Buzzati, Dino Il deserto dei tartari
Calvino, Italo Gli amori difficili
Calvino, Italo Le città invisibili
Calvino, Italo Cosmicomiche vecchie e nuove
Calvino, Italo L’entrata in guerra
Calvino, Italo La giornata di uno scrutatore
Calvino, Italo I nostri antenati
La nuvola di smog e La formica argentina
Calvino, Italo Il sentiero dei nidi di ragno
Camus, Albert Lo straniero
Camus, Albert La peste
Cassini, Riccardo Nutella nutellae
Celati, Gianni Quattro novelle sulle apparenze
Chandler, Raymond Il grande sonno
Chatwin, Bruce Sulla collina nera
Christie, Agatha Dieci piccoli indiani
Conrad, Joseph Cuore di tenebra
Conrad, Joseph La linea d’ombra
Darrieussecq, Marie Troismi
De Carlo, Andrea Treno di panna
De Carlo, Andrea Uccelli da gabbia e da voliera
Donoso, José Incoronazione
Dostoevskij, Fedor M. Delitto e castigo
Dostoevskij, Fedor M. L’eterno marito
Dostoevskij, Fedor M. Il giocatore
Dostoevskij, Fedor M. L’idiota
Dostoevskij, Fedor M. Le notti bianche
Duras, Marguerite L’amante
Duras, Marguerite Il dolore
Dürrenmatt, Friedrich Il giudice e il suo boia
Dürrenmatt, Friedrich Giustizia
Dürrenmatt, Friedrich La panne
Dürrenmatt, Friedrich Il sospetto
Eco, Umberto Il nome della rosa
Elias, Ruth La speranza mi ha tenuto in vita
Elsner, Gisela Non commettere atti impuri
Fenoglio, Beppe Un giorno di fuoco
Fenoglio, Beppe Il partigiano Johnny
Fenoglio, Beppe Una questione privata – I ventitré giorni della città di Alba
Fitzgerald, Francis Scott Tenera è la notte
Flaubert, Gustave Madame Bovary
Flaubert, Gustave Tre racconti
Foster Wallace, David La ragazza con i capelli strani
Frame, Janet Un angelo alla mia tavola
Frank, Anna Diario
Frisch, Max Homo Faber
Gadda, Carlo Emilio La cognizione del dolore
Gadda, Carlo Emilio Eros e Priapo
Gadda, Carlo Emilio Quer pasticciaccio brutto de via Merulana
Garcia Marquez, Gabriel Cent’anni di solitudine
Gide, André L’immoralista
Ammaniti, Niccolò e altri Gioventù cannibale
Goethe, Johann Wolfgang I dolori del giovane Werther
Gogol’, Nikolaj Racconti di Pietroburgo
Gogol’, Nikolaj Le anime morte
Gogol’, Nikolaj Le veglie alla fattoria di Dikanka
Grass, Gunther Il tamburo di latta
Grimm, Jacob e Wilhelm Le fiabe del focolare
Grimmelshausen, Hans Jakob Christoffel von Vita dell’arcitruffatrice e vagabonda Coraggio
Handke, Peter L’ambulante
Hemingway, Ernest Avere e non avere
Hesse, Hermann Il giuoco delle perle di vetro
Hesse, Hermann Il lupo della steppa
Hesse, Hermann Narciso e Boccadoro
Hoffmann, Ernst Theodor Amadeus Mastro Pulce
Jacobson, Louise Dal liceo ad Auschwitz
James, Henry Daisy Miller
James, Henry Il giro di vite
James, Henry Ritratto di signora
Joyce, James Dedalus
Joyce, James Gente di Dublino
Kafka, Franz America
Kafka, Franz Il castello
Kafka, Franz Lettera al padre
Kafka, Franz La metamorfosi e altri racconti
Kafka, Franz Il processo
King, Stephen Carrie
Landolfi, Tommaso Cancroregina
Landolfi, Tommaso La pietra lunare
Landolfi, Tommaso Racconto d’autunno
Lawrence, David H. L’amante di Lady Chatterley
Leavitt, David La lingua perduta delle gru
Ledda, Gavino Padre padrone
Lessing, Doris La brava terrorista
Scuola di Barbiana Lettera a una professoressa
Levi, Carlo Cristo si è fermato ad Eboli
Levi, Primo Se questo è un uomo
Levi, Primo I sommersi e i salvati
Levi, Primo La tregua
Lindsay, Joan Picnic a Hanging Rock
London, Jack Il tallone di ferro
Lucarelli, Carlo Guernica
Lussu, Emilio Marcia su Roma e dintorni
Maggiani, Maurizio Il coraggio del pettirosso
Malerba, Luigi Galline pensierose
Malerba, Luigi Il pianeta azzurro
Malerba, Luigi Salto mortale
Malerba, Luigi Il serpente
Mann, Thomas I Buddenbrook
Mann, Thomas La montagna incantata
Mann, Thomas La morte a Venezia
Marías, Javier Un cuore così bianco
Mastronardi, Lucio Il meridionale di Vigevano
Maupassant, Guy de Racconti fantastici
McEwan, Ian Cortesie per gli ospiti
McEwan, Ian Il giardino di cemento
Merimée, Prosper Carmen e altri racconti
Miller, Henry Tropico del Cancro
Morante, Elsa L’isola di Arturo
Morante, Elsa Il mondo salvato dai ragazzini
Morante, Elsa La storia
Moravia, Alberto Gli indifferenti
Musil, Robert Il giovane Torless
Musil, Robert L’uomo senza qualità
Nove, Aldo Woobinda e altre storie senza lieto fine
O’Brien, Edna La ragazza dagli occhi verdi
Orwell, George 1984
Palazzeschi, Aldo Il codice di Perelà
Pasolini, Pier Paolo Ragazzi di vita
Pennac, Daniel Il paradiso degli orchi
Pennac, Daniel La fata carabina
Pennac, Daniel La prosivendola
Perec, Georges La vita istruzioni per l’uso
Perrault, Charles I racconti di Mamma Oca
Pessoa, Fernando Il banchiere anarchico
Philippe, Charles-Louis Bubu di Montparnasse
Pirandello, Luigi Novelle per un anno
Pirandello, Luigi Il fu Mattia Pascal
Pirandello, Luigi Quaderni di Serafino Gubbio operatore
Pirandello, Luigi L’umorismo
Pirandello, Luigi Uno, nessuno e centomila
Poe, Edgar Allan Le avventure di Gordon Pym
Poe, Edgar Allan Racconti
Rocco e Antonia Porci con le ali
Pratolini, Vasco Il quartiere
Queneau, Raymond Esercizi di stile
Queneau, Raymond I fiori blu
Queneau, Raymond Pierrot mon ami
Queneau, Raymond Zazie nel metrò
Radiguet, Raymond Il diavolo in corpo
Revelli, Nuto Mai tardi
Roth, Joseph La milleduesima notte
Roth, Joseph Il peso falso
Roth, Joseph Il profeta muto
Saba, Umberto Ernesto
Salinger, Jerome David Il giovane Holden
Sands, Bobby Un giorno della mia vita
Santacroce, Isabella Destroy
Saramago, José Memoriale del convento
Sartre, Jean-Paul Il muro
Sartre, Jean-Paul La nausea
Scarpa, Tiziano Occhi sulla graticola
Schneider, Helga Il rogo di Berlino
Schnitzler, Arthur Doppio sogno
Sciascia, Leonardo L’affaire Moro
Sciascia, Leonardo Il contesto – una parodia
Sciascia, Leonardo il giorno della civetta
Sciascia, Leonardo La scomparsa di Majorana
Sciascia, Leonardo Una storia semplice
Sciascia, Leonardo Todo modo
Sciascia, Leonardo Gli zii di Sicilia
Starnone, Domenico Ex cattedra
Starnone, Domenico Solo se interrogato
Stevenson, Robert L. Elogio dell’ ozio
Stevenson, Robert L. Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde
Süskind, Patrick Il profumo
Svevo, Italo La coscienza di Zeno
Svevo, Italo Senilità
Svevo, Italo Una vita
Tarchetti, Igino Ugo Fosca
Tolstoj, Lev N. La morte di Ivan Il’ic
Tomasi di Lampedusa, Giuseppe Il gattopardo
Tondelli, Pier Vittorio Pao Pao
Tozzi, Federigo Ricordi di un impiegato
Tozzi, Federigo Tre croci
Uhlman, Fred L’amico ritrovato
Vargas Llosa, Mario La zia Julia e lo scribacchino
Vassalli, Sebastiano Marco e Mattio
Vassalli, Sebastiano La notte della cometa
Vàzquez Montalbàn, Manuel Assassinio al comitato centrale
Vàzquez Montalbàn, Manuel Io, Franco
Vàzquez Montalbàn, Manuel La solitudine del manager
Verga, Giovanni I Malavoglia
Verga, Giovanni Mastro-don Gesualdo
Verga, Giovanni Tutte le novelle
Viola, Beppe Quelli che…
Vittorini, Elio Conversazione in Sicilia
Volponi, Paolo Mosche del capitale
Volponi, Paolo Il sipario ducale
Voltaire Candido
Voltolini, Dario Rincorse
Wells, Herbert G. Racconti
Wilde, Oscar Il ritratto di Dorian Gray
Wolf, Christa Il cielo diviso
Yeats, William Butler Fiabe irlandesi
Yehoshua, Abraham B. L’amante
Yehoshua, Abraham B. Il poeta continua a tacere e altri racconti
Yu Hua Vivere!
Zola, Emile L’assommoir

Cose migliori, cose peggiori (la replica di Massimiliano Manganelli)
E infine, con la prontezza d’un bradipo, mi sono andato a leggere la listona (ma non il listone, veh!).

Su alcune scelte avrei (molto) da dire, non dovrei farlo, perché si sa – gli è un gentlemen’s agreement – che non si discute sul “chidentro-chifuori” delle liste. Ma lo farò tra poco, perché al gioco delle liste non si può resistere…
Certo, il mio target è ben diverso, poi. Io mi dibatto tra il Calvino (sì, ma quello delle fiabe, encore…) e ‘l Salgari Emilio (che colpevolmente ammanca dans la tua lista), o tra l’Harry Potter number five e Roald Dahl.
Sull’educazione alla lettura (educare a un vizio…) c’è assai da discutere.
Non è per scoraggiarti, ma mi sa che con i tuoi l’è già too late. Se non si comincia prima… insomma, vale sempre il vecchio motto per cui è meglio
ammazzarli (di parole) da piccoli.
Sono in perfetto disaccordo – come te, vedo, e gioisco – con il solito “dovete leggere questi libri poi mi compilate questa bella scheda poi vimetto il voto chi legge più libri è più bravo”. E vaffanculo, risponderei io per primo.
Io gioco con le esche: leggiucchio qualcosa di accattivante, poi gli dico di andarselo a leggere da soli, se gli interessa (lo faceva già Pennac, lo so, ma lo consiglia anche il buon Miari). E poi sto tentando di farli parlare di libri tra loro, che è una cosa vergognosissima; meglio parlare di sesso, a undici anni(!). E quindi abbiamo il nostro cartellone con i consigli di lettura. Chissà che cazzo ne sortrà. E intanto le femmine macinano pagine supagine… le ragazze, le ragazze: ci salveranno le ragazze dall’Italia di Berlusconi? (e poi vagli a spiegare che è uno che produce libri, e talvolta anche buoni [a sua insaputa, ça va sans dire]).
E adesso, concedimi di eccepire qualcosa: nulla dirò degli assenti (a parte il già menzionato Salgari); come si fa?
Ma dei presenti: ti prego, togli quel cazzo di Di Carlo, cassa “Gioventù cannibale” (ch’è cagata immonda), epura “Eros e Priapo” (allora è meglio “L’Adalgisa”). E poi: “L’amante di Lady Chatterley” fa ridere, “Porci con le ali” è il “Melissa P” degli anni settanta (quindi devi metterci anche lei, se ne hai il coraggio…), “Il sipario ducale” (detto da un volponologo d.o.c.) è sinceramente brutto (allora meglio “Il lanciatore”, visto che parlasi di adolescenti; ma perché non “Memoriale”?). E ancora: ma perché il cElati più brutto, con tanto di “Parlamenti buffi” in giro? E perché proprio quello di Bontempelli? E perché “Un amore”, che è un libro da dimenticare? Infine: su Stefano Benni e sulla sua funzione nell’italica editoria (non dico letteratura) nutro dubbi pesanti come macigni (pari a quelli nutri verso Starnone).
Dopo sta bella raffica all’impazzata, good night.
M

La cosa migliore. Replica a Massimiliano Manganelli, a me stesso e a David Leavitt
Il titolo con cui ho presentato la bibliografia di cui sopra, “La cosa peggiore che si possa fare a un libro è leggerlo”, è molto snob. Ammetto. Ammetto che non si tratta di una massima geniale di Leavitt, che va giustamente famoso per qualcos’altro. Mi pare sia una citazione messa in bocca a un personaggio nel romanzo “Martin Bauman” che è un coacervo di stupidaggini messe in bocca a personaggi di vario genere. La cosa migliore che si possa fare di un libro è leggerlo. Continuo a dubitarne. Ma lo concedo: intanto uno che legge un libro al limite è semi-analfabeta.
Quella bibliografia non è, comunque, la lista dei libri da leggere. I libri di cui non si poteva fare a meno. Quanti sono i libri che non si può fare a meno di leggere? Quelli che abbiamo divorato giorno e notte? Pochi. Certamente non una lista così lunga. Tanto meno si tratta della lista nera dei libri da evitare. L’indice dei libri proibiti lo lascio volentieri ai preti.
Si tratta solo, brutalmente, di una lista, il cui comune denominatore è dato dalla lettera L nel mio database-catalogo. Che sta per letto. Per cui Salgari non ci poteva stare perché c’è, ma non ha la L. Ci poteva stare “Memoriale” di Volponi. Ma, appunto, tutti i libri elencati sono L, ma non tutti gli L sono elencati. Il caso ha fatto quasi tutto il lavoro. Ha guidato il digito a fare tac tac tac taglia taglia tralascia. Con i tempi che corrono è sempre questione di minuti. Anche leggere. Anche questa lettera, la scrivo un po’ ogni giorno.
Mi è ancora difficile, nonostante l’esperienza, rinunciare a finire un libro. Anche se molti libri che non valeva la pena vanno a ingigantire la listona degli L. Alcuni libri li tengo in mano per giorni in preda a un dubbio angoscioso. Ne varrebbe la pena, ma che fatica proseguire nella lettura di Ultima fermata a Brooklyn, scritto in questo modo ormai sorpassato, la mimesi di un linguaggio mentale che non esiste più.
Gli L sono in gran parte un elenco di libri inutili, libri probabilmente digeriti. Una zavorra che non può essere eliminata. Bensì nascosta. Anche se, vedo, sono molti quelli che vantano le loro cattive letture.
Il problema della lettura si basa su un grande malinteso, secondo me. Ci sono quelli che non leggono mai un libro, e sono molti, si dice. Ma ci sono anche quelli che leggono troppo. Sono, in genere, consumatori di libri. Grandi buontemponi onnivori. I primi dichiarano con soddisfazione la loro scarsa attitudine alla lettura e senza troppi cavilli ammettono la loro ignoranza. Hanno ragione: il loro pensiero, cristallino, non rischia di subire interferenze da parte di un’idea, di un barlume di senso critico. Condividono la politica scolastica della signora Brichetto Arnaboldi perché vedono gli spot in televisione, probabilmente. Ma questo succede perché non hanno cultura. Leggere libri, averne letti, non è altro che un volgare incidente.
Proprio perché abbiamo sotto gli occhi il triste spettacolo intellettuale dei molti tra i molti che non leggono, come insegnanti ci sentiamo obbligati a sparare in vena ai nostri alunni la passione per la lettura. Non l’abitudine. Non l’acquisizione della capacità di leggere in modo consapevole. Macché: leggere per il puro piacere. Sotto lo stimolo delle belle, e ovviamente buone, letture.
Così, presi dal furore di plasmare le menti, somministriamo loro quello che piace a noi. Quello che abbiamo letto alla loro età e che ci ha segnato. Quello che abbiamo letto la settimana scorsa, ma ci ha ugualmente segnato. Sperando anche loro ne rimangano segnati e comincino a divorare libri. A sentire delle emozioni leggendo dei libri. I libri che ci sembrano buoni e anche divertenti. I libri che riteniamo universali. E quindi possono essere letti da tutta la classe. Pensa al Piccolo principe. Pensa alle situazioni drammatiche, al limite del grottesco, che possono scaturire da un tale zelo nell’imporre le proprie ­ false ­ emozioni come vere, sotto forma di invito alla lettura, con il logico contrappasso di non invitare, o di invitare a qualcosa che lettura non è.
Si parla tanto di questo nostro popolo italico che non legge. Se ne parla troppo. Si parla troppo poco del fatto che il popolo italiano va a scuola per imparare a leggere e scrivere. Che schiaccia dentro un’aula otto, dieci o quindici anni per imparare a leggere non solo sillabe in fila ma anche la pagina di un libro tutta fitta di caratteri, una pagina di giornale, un foglio elettronico o cose simili. Non bersela, per di più. E quindi esercitare capacità di comprensione critica. Manipolazione, perché no?
Mi dispiace, come insegnante non mi sento investito dal compito di accendere la passione per la lettura. Qui dichiaro pubblicamente la mia incompetenza. La lettura, per me, non è una passione. Un’attitudine malsana, un’infinita coazione a ripetere. Operazione, comunque, fredda e meccanica. E’ da poco che il mio database ha smaltito il grumo dei titoli contrassegnati con un numero 2, originariamente D: da leggere. The Wall, il muro dell’ossessione dei libri da leggere domani e dopodomani, acquisiti ieri o l’altroieri, ingressati con ansia, collocati ai margini della fila. Ora non sento più quella dolorosa invidia per tutti gli uomini liberi che salgono lo sgabello per vedere se c’è qualcosa di buono. O scrutano bancarelle. E poi, se vogliono, non leggono.
Ogni lettore è, a modo suo, un malato. Uno che vuole raccontare i libri che ha letto. Spiegare, scambiare opinioni con altri lettori. Ma, appunto, il morbo si diffonde in maniera per lo più imprevedibile. E’ vero, è l’input che conta molte volte. Ma l’input ha bisogno di una massa gelatinosa per non restituire una sorda pernacchia. E noi, anche tu, arriviamo tardi all’appuntamento con i nostri alunni. Seppure, tra tanti riottosi, c’è sempre qualcuno che ha il morbo in incubazione.
Perché ho cominciato a leggere? Perché vivevo in una casa piena di libri, tra persone che leggevano. Tanto che fino alla terza media compiuta non mi ha sfiorato la tentazione di leggerne manco uno. Neppure per riempire una mezza giornata di ozio, che a quell’età non è raro. La situazione si è sbloccata l’anno successivo, quando nell’armadio della classe sono arrivati una cinquantina di titoli, narrativa soprattutto, misteriosa spartizione della biblioteca di scuola. Così ho letto Delitto e castigo, in una settimana, settanta-ottanta pagine al giorno. Poi ho attaccato Voltaire. Poi mi ricordo di aver letto racconti di Buzzati, un paio di romanzi di Piero Chiara, tra cui i Giovedì, o forse i Venerdì della signora Giulia. E poco dopo Hemingway, il primo autore lasciato a metà.
Il prof Pucci segnava su un quadernetto i prestiti con un’aria asciutta e burocratica, e non piuttosto con la velleità di un invito alla lettura. Non possedeva la qualità, e questo è un fatto. Ma è un fatto curioso che l’abitudine a leggere io l’abbia acquisita a scuola. Ed è ancora più curioso, ricordo, il fastidio che provavo quando la prof del liceo mi commissionava la lettura degli indifferenti (già letti), Anna degli elefanti di Marino Moretti (perché poi?) o Il doge di Palazzeschi (oggi forse introvabile benché illeggibile. E a proposito: dove è finito?). Leggere il trionfo della morte mi ha vaccinato al momento giusto dall’osceno dannunzianesimo. Ma, lo vedi, l’intento era evidentemente opposto.
Comunque la lettura non era la mia occupazione preferita. Comunque non vedo come, in che modo, un giovane possa appassionarsi alla lettura quando ha diecimila altre cose più interessanti da fare, oggi, stasera, domani. Comunque non vedo perché noi insegnanti dovremmo metterci in gioco fino a questo punto quando basterebbe stare nei nostri obiettivi naturali: trasmettere un po’ di cultura. Riuscire a comunicare perché è fondamentale avere una cultura. Obbligarli a leggere alcuni libri che non compromettano la loro integrità, che non ne facciano dei depressi.
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