In evidenza

Intelligenza artificiale

L’intelligenza artificiale può portare all’estinzione la specie umana.
Il ruggito del coniglio

L’errore è vedere chat gpt solo dal punto di vista che gli studenti si fanno scrivere i temi. Primo perché l’importante è che li facciano, i temi. Chat gpt li realizza, loro li leggono e imparano come si fa. E dopo li sanno fare.

Poi anche basta con la cultura del sospetto. Non bisogna sempre vedere lo studente come un nemico pronto a fregarci. Forse i primi tempi, inebriati dalla novità, scolare e scolari useranno il mezzo in modo spregiudicato e furbescamente, sebbene con dubbi risultati, però dopo, certamente, diventeranno più accorti, e non sarà più necessario fare dei lunghi segni con la penna rossa, tutto diventerà più fluido, e anche più urbano.

Continua a leggere “Intelligenza artificiale”

Mani

Mani, non vedo altro che mani in queste camere oscure; mani affaccendate su le bacinelle; mani, il cui tetro lucore delle lanterne rosse dà un’apparenza spettrale. Penso che queste mani appartengono ad uomini che non sono più; che qui sono condannati ad esser mani soltanto: queste mani, strumenti. Hanno un cuore? A che serve? Qua non serve. Solo come strumento anch’esso di macchina, può servire, per muovere queste mani. E così la testa: solo per pensare ciò che a queste mani può servire. E a poco a poco m’invade tutto l’orrore della necessità che mi s’impone, di diventare anch’io una mano e nient’altro.

Luigi Pirandello, Quaderni di Serafino Gubbio operatore

NICCOLÒ MACHIAVELLI La lettera a Francesco Vettori del 10 dicembre 1513

Magnifico oratori Florentino Francisco Vectori
apud Summum Pontificem et benefactori suo. Romae

Magnifico ambasciatore. Tarde non furon mai grazie divine. Dico questo, perché mi pareva haver perduta no, ma smarrita la grazia vostra, sendo stato voi assai tempo senza scrivermi; ed ero dubbio donde potessi nascere la cagione. E di tutte quelle mi venivono nella mente tenevo poco conto, salvo che di quella quando io dubitavo non vi havessi ritirato da scrivermi, perché vi fussi suto scritto che io non fussi buon massaio delle vostre lettere; e io sapevo che, da Filippo e Pagolo in fuora, altri per mio conto non le haveva viste. Hònne rihaùto per l’ultima vostra de’ 23 del passato, dove io resto contentissimo vedere quanto ordinatamente e quietamente voi esercitate cotesto ufizio publico Continua a leggere “NICCOLÒ MACHIAVELLI La lettera a Francesco Vettori del 10 dicembre 1513”

ANNA ANGELUCCI Il liceo Pilo Albertelli, il PNRR, il digitale e la scuola della Costituzione

[Medicina e società, 29 maggio 2023]

Le nuove tecnologie ti stanno dando la libertà di non dover scegliere.
Spot televisivo TIM, 2016

La vicenda del liceo Pilo Albertelli (con il suo consiglio d’istituto che rifiuta i progetti di scuola digitale finanziati coi fondi del PNRR) sta assumendo una dimensione molto ampia ed offre a tutti noi – genitori, docenti, studenti, esperti, studiosi – la preziosissima occasione di riflettere sul tema delle trasformazioni implicate nella coazione al digitale imposta massicciamente dal PNRR, a scuola e oltre.

Continua a leggere “ANNA ANGELUCCI Il liceo Pilo Albertelli, il PNRR, il digitale e la scuola della Costituzione”

Noia

La noia è talvolta, se non un’ottima consigliera, almeno, forse, un buon consiglio. Intanto acquieta i sensi, tutti […]. Poi la sua insipidezza, grazie a certi momenti che sono buoni in mezzo a maledetti quarti d’ora, s’incupisce in una buona dopo tutto amarezza, s’inacidula di spirito critico o per meglio dire di fredda e dunque rigenerante lucidità, che fa bene in qualche modo, anzi nobilita affinando magari a prezzo di una sofferenza da quel momento degna di essere bene accolta…

Paul Verlaine, Confessioni

UMBERTO SABA Città vecchia

Da «Trieste e una donna» (1912)

Spesso, per ritornare alla mia casa
prendo un’oscura via di città vecchia.
Giallo in qualche pozzanghera si specchia
qualche fanale, e affollata è la strada.

Qui tra la gente che viene che va
dall’osteria alla casa o al lupanare,
dove son merci ed uomini il detrito
di un gran porto di mare,
io ritrovo, passando, l’infinito
nell’umiltà.
Qui prostituta e marinaio, il vecchio Continua a leggere “UMBERTO SABA Città vecchia”

GIOVANNI BOCCACCIO Federigo degli Alberighi

Dal «Decameron», V giornata

Federigo degli Alberighi ama e non è amato e in cortesia spendendo si consuma e rimangli un sol falcone, il quale, non avendo altro dà a mangiare alla sua donna venutagli a casa; la quale, ciò sappiendo, mutata d’animo, il prende per marito e fallo ricco.

Era già di parlar ristata Filomena, quando la reina, avendo veduto che più niuno a dover dire, se non Dioneo per lo suo privilegio, v’era rimaso, con lieto viso disse:
A me omai appartiene di ragionare; e io, carissime donne, d’una novella simile in parte alla precedente il farò volentieri Continua a leggere “GIOVANNI BOCCACCIO Federigo degli Alberighi”