I
12 libri per sopravvivere in esilio, al confino o nel cesso di casa (nel caso tu ci rimanga chiuso per più giorni ad aspettare che finisca il regime della demenza)
I Racconti di Edgar Allan Poe, l’ed12 libri per sopravvivere in esilio, al confino o nel cesso di casa (nel caso tu ci rimanga chiuso per più giorni ad aspettare che finisca il regime della demenza)izione Garzanti, volumetto marroncino. L’ho appena comprato su una bancarella dopo averlo perso, molti anni fa, su un treno intercity. Apparteneva a una tedesca, tal Carola Hofbauer, autrice di una complicata lettera di amore e lavoro a un collega cameriere in una pizzeria (della via Tiburtina, presumo). Scrivimi, ti restituisco tutto. Non è un libro che si comincia e si finisce. Molti racconti li ho sempre letti e svariate volte riletti. Alcuni devo sempre leggerli. Per questo è molto adatto alle evenienze di cui sopra.
[last, but non, un grazie a Max e Paola per i preziosi suggerimenti, anche se, per la fretta di partire, non ho potuto seguirli come avrei dovuto.]
II
BildungsCanon: 10 libri che Ivo dovrebbe leggere prima dei 18 anni ovvero i consigli per l’estate
Ivo mi ha chiesto di fare la lista dei 10 libri che dovrebbe (vorrebbe o potrebbe) aver letto prima dei 18 anni. Questa è la risposta alla sua domanda: un catalogo astratto, non molto realistico, senza un ordine ma anche senza il carattere prescrittivo che hanno certe liste di libri per le vacanze. Ho pensato: al di là delle aspettative dellíutenza (o dobbiamo chiamarla già clientela) io non sono un farmacista. E neppure un enologo, anche se la gran parte dei libri, e molti di quelli che ti consiglio, si possono bere.
Il canone si compone di due parti. La prima parte è la cinquina che io ritengo [ora] che avrei dovuto leggere prima dei 18 anni. Da cui ho estratto, dopo vari ripensamenti, il libro principe che invece ho letto veramente allora e che amavo tanto da rileggerlo tre volte nellíarco di pochi mesi (e mai più), persino camminando per strada, persino mentre attraversavo (sulle strisce): Centíanni di solitudine (di cui possiedo tre copie) di Gabriel Garcia Marquez. E in cui non ho inserito alcun testo di Sartre anche se ripenso (spesso) a un episodio che mi è occorso più o meno allora. Ero a piazza Venezia e aspettavo due amici. Ne arrivò uno solo e disse ho litigato con quellíaltro perché mi ha detto che a 18 anni uno non può non aver letto un libro di Sartre. Oppure: ho litigato con quellíaltra perché le ho detto che a 18 anni copia conforme. Per quello che vale si può dire la stessa cosa di Kafka, Pirandello, Svevo, Borges, Bulgakov, Elsa Morante, Beppe Fenoglio, Orwell, Boll. Ma, concesso che si può vivere in modo decoroso senza leggere (libri), tutto sommato si può partire da de Beauvoir per arrivare a Sartre. O che ne so, per spirito di contraddizione, a Camus.
Non sono i cinque libri che mi porterei sulla luna per il semplice motivo che se ci dovessi andare, sulla luna, mi porterei cinque libri da leggere e non cinque libri già letti, tra cui un romanzo di Philip Roth, uno di quelli che mi mancano, La Recherche di Proust e La guerra del Peloponneso di Tucidide (ebbene sì, ho letto solo il primo libro, e neppure tutto). Farei solo due piccole eccezioni, ma sono talmente prevedibili che non vale la pena di riferirle. Una eventualmente surrogabile da un manuale di sopravvivenza in condizioni estreme, in cui ci sia almeno un capitolo su come si cucina il pesce (in condizioni estreme).
La seconda parte è composta dai cinque libri che presumo un alunno desidera un insegnante gli/le consigli prima di intraprendere un viaggio, quando è finita la scuola, quando non ha niente da leggere (Ivo è una che legge). Un insegnante di lettere tipo. Per compilare questa lista ho ascoltato risposte da colleghi di passaggio nei corridoi. Ci sono in mezzo ben tre italiani: Una questione privata di Beppe Fenoglio, La coscienza di Zeno di Italo Svevo e poi anche L’isola di Arturo di Elsa Morante. I nostri antenati di Calvino non ci sono entrati, dovresti averli letti entro i 15. Do per scontato che hai già letto e riletto Se questo è un uomo di Primo Levi. Per il Pasticciaccio di Gadda puoi aspettare i 25. Chiudono la cinquina 1984 di Orwell (letto a 20 anni spaccati), e i Racconti di Kafka (tutti). Per dovere di cronaca: 1984 è un libro insostenibile e superato dalla storia (ma non dalla letteratura). Se dopo venti pagine vedi che non ce la puoi fare sostituiscilo con Il buio oltre la siepe di Harper Lee.
Tre righe tre per motivare alcune esclusioni. Intorno ai 18-20 anni avevo letto quasi tutti i romanzi di Hermann Hesse, reputandolo un autore importante. Invece, di Siddharta, di Narciso e Boccadoro e del Lupo della steppa non mi è rimasto praticamente niente, se non il fastidioso ricordo di chi me li ha consigliati (almeno il primo e il terzo). Farei uníeccezione per Il giuoco delle perle di vetro, che ha líaroma intenso di certa letteratura tedesca, tipo Thomas Mann o Robert Musil (e non sto dimenticando Friedrich Durrenmatt). Tutti libri che uno può tranquillamente non aver letto entro i 18 anni. Escludo Il tamburo di latta (amatissimo, letto in tre sorsi subito dopo la laurea, nel 1994) dopo che ho saputo che Gunther Grass è stato un ufficiale delle SS. Ma si è guardato bene, nei primi cinquanta anni dalla seconda guerra, di dichiararlo pubblicamente. Escludo anche, me líhanno consigliato in tanti, Il giovane Holden di Salinger, anche se lo trovo molto adatto a un giovane. Però lo reputo un libro inutile.
La seconda parte del canone è una parabola seduta. Si apre con una coppia: Enrico IV e i Sei personaggi in cerca díautore di Pirandello riuniti per comodità (tua) nella medesima edizione. Così li leggi entrambi, uno all’inizio e uno alla fine della cinquina (nellíipotesi che tante volte). Enrico IV è quello a cui tengo di più e non solo per via delle tre notti al gelo passate fuori la porta del castello di Canossa. Secondo dicono le fonti, che sono la contessa Matilde e Gregorio (fonti non attendibili). Il secondo passo è Finzioni di Jorge Luis Borges. Questo, tra tutti, è il libro che si può sorseggiare, soppesando le parole, ascoltando il tintinnare del dito indice sul bordo del bicchiere (per dire). Al terzo posto non potevo non inserire il libro, cioè il libbro ovvero Il maestro e Margherita di Bulgakov. Per inciso líedizione meno spaventosa è quella Garzanti. Al quarto, già annunciato, il secondo romanzo al femminile (ma non per rispetto delle quote rosa). Il primo volume dell’autobiografia di Simone de Beauvoir, il meno intellettuale dei cinque (o sei) si intitola Memorie di una ragazza per bene. Il quintetto è chiuso da E non disse nemmeno una parola di Heinrich Boll (a scatola chiusa).
Genova, 22/5/2008