L’azione del valutare, nella sua ampia area di significati e pratiche, riguarda la critica, crisi e crinale sul cui bordo si svolgono le nostre vite, in cui continuamente siamo chiamati a scelte, a decisioni. Questo decidere, scartare una opzione, tagliare, recidere e determinarsi ad una visione, ad un comportamento, è anche quel che si fa a scuola. Posture inconsce, convinzioni di doxa e di episteme, consuetudini sociali, regole e leggi: l’ordine percettivo, spontaneamente colto, viene inquadrato in un ordinamento intellettuale. Nell’asse dell’insegnamento-apprendimento trasferiamo saperi, proviamo a determinare condotte, veicoliamo conoscenze, produciamo abilità, fra pari, fra dispari per età e culture.
Da Anna Angelucci – Renata Puleo, «Voto sì o voto no»: è questo il problema?, Roars, 6 dicembre 2022
Autore: alerinovaleriocom
FRANCESCO PETRARCA L’oro et le perle e i fior’ vermigli e i bianchi
Da «Rerum vulgarium fragmenta», 46
L’oro et le perle e i fior’ vermigli e i bianchi,
che ’l verno devria far languidi et secchi,
son per me acerbi et velenosi stecchi,
ch’io provo per lo petto et per li fianchi.
Però i dí miei fien lagrimosi et manchi,
ché gran duol rade volte aven che ’nvecchi:
ma piú ne colpo i micidiali specchi,
che ’n vagheggiar voi stessa avete stanchi.
Questi poser silentio al signor mio,
che per me vi pregava, ond’ei si tacque,
veggendo in voi finir vostro desio; Continua a leggere “FRANCESCO PETRARCA L’oro et le perle e i fior’ vermigli e i bianchi”
GIOVANNI BOCCACCIO La peste
Da «Decameron», Introduzione alla I giornata
Dico adunque che già erano gli anni della fruttifera incarnazione del Figliuolo di Dio al numero pervenuti di milletrecentoquarantotto, quando nella egregia città di Fiorenza, oltre a ogn’altra italica bellissima, pervenne la mortifera pestilenza: la quale, per operazion de’ corpi superiori o per le nostre inique opere da giusta ira di Dio a nostra correzione mandata sopra i mortali, alquanti anni davanti nelle parti orientali incominciata, quelle d’inumerabile quantità de’ viventi avendo private, senza ristare d’un luogo in uno altro continuandosi, verso l’Occidente miserabilmente s’era ampliata.
E in quella non valendo alcuno senno né umano provedimento, per lo quale fu da molte immondizie purgata la città Continua a leggere “GIOVANNI BOCCACCIO La peste”
EDOARDO DE ANGELIS Lella
Te la ricordi Lella quella ricca
La moje de Proietti er cravattaro
Quello che cia’ er negozio su ar Tritone
Te la ricordi, te l’ho fatta vede
Quattr’anni fa e nun volevi crede
Che insieme a lei ce stavo proprio io
Te la ricordi poi ch’era sparita
E che la gente e che la polizia
S’era creduta ch’era annata via
Co’ uno co’ più sordi der marito Continua a leggere “EDOARDO DE ANGELIS Lella”
MARCO MAURIZI L’invasione degli ultra-pedagogisti. Scuola democratica, universalismo e lotta di classe (su «L’ultima ora» di Christian Raimo)
1. Né concretezza, né utopia
Il recente volume di Christian Raimo, L’ultima ora. Scuola, democrazia, utopia (Ponte alle Grazie, Milano 2022) è un testo che rappresenta perfettamente i pregi, pochi, e i difetti, moltissimi, di tutta una schiera di aspiranti riformatori della scuola che si autodefiniscono progressisti e democratici. Tra i loro pregi sicuramente le buone intenzioni, il desiderio di migliorare un’istituzione che è “in crisi” da tempo (o forse, come suggerisce Raimo stesso, da sempre), l’attenzione al disagio giovanile, la preoccupazione per il razzismo e l’esclusione, la speranza che la scuola possa farsi argine alle vecchie e nuove diseguaglianze. Tra i loro difetti il non sapere assolutamente come realizzare tutto questo, tranne poche idee che o sono molto confuse o sono totalmente sbagliate.
Continua a leggere “MARCO MAURIZI L’invasione degli ultra-pedagogisti. Scuola democratica, universalismo e lotta di classe (su «L’ultima ora» di Christian Raimo)”Bipensiero
Winston lasciò ricadere le braccia lungo i fianchi e inspirò piano. La mente gli scivolò nel mondo labirintico del bipensiero. Sapere e non sapere; credere fermamente di dire verità sacrosante mentre si pronunciavano le menzogne più artefatte; ritenere contemporaneamente valide due opinioni che si annullavano a vicenda; sapendole contraddittorie fra di loro e tuttavia credendo in entrambe, fare uso della logica contro la logica; rinnegare la morale proprio nell’atto di rivendicarla; credere che la democrazia sia impossibile e nello stesso tempo vedere nel Partito l’unico suo garante; dimenticare tutto ciò che era necessario dimenticare ma, all’occorrenza, essere pronti a richiamarlo alla memoria, per poi eventualmente dimenticarlo di nuovo. Continua a leggere “Bipensiero”
JORGE LUIS BORGES Il tempo
Il tempo è un fiume che mi trascina,
ma sono io quel fiume;
è un tigre che mi divora,
ma sono io quella tigre;
è un fuoco che mi consuma,
ma sono io quel fuoco.
Il mondo, disgraziatamente, è reale;
io, disgraziatamente, sono Borges.
Il tempo è prezioso
Scrive il pedagogista democratico: «L’insegnante che valuta pretende che studentesse e studenti impieghino del tempo per prepararsi». A parte l’ovvio, è chiaro che si studia solo per il voto e non per accrescere le proprie conoscenze, e la concessione ruffiana (vale sia per l’insegnante che per gli istituti di ricerca), quel «pretende» mi intriga come una lisca di pesce conficcata in una gengiva: l’insegnante pretende di valutare, è pretenzioso, forse anche presuntuoso, e rimane impassibile di fronte al tempo che lo studente perde per studiare… «Perché il tempo è prezioso per tutte e tutti».
ALESSANDRO MANZONI La carestia
Da «I promessi sposi», cap. 12
Era quello il second’anno di raccolta scarsa. Nell’antecedente, le provvisioni rimaste degli anni addietro avevan supplito, fino a un certo segno, al difetto; e la popolazione era giunta, non satolla né affamata, ma, certo, affatto sprovveduta, alla messe del 1628, nel quale siamo con la nostra storia. Ora, questa messe tanto desiderata riuscì ancor più misera della precedente, in parte per maggior contrarietà delle stagioni (e questo non solo nel milanese, ma in un buon tratto di paese circonvicino); in parte per colpa degli uomini. Il guasto e lo sperperìo della guerra, di quella bella guerra di cui abbiam fatto menzione di sopra, era tale, che, nella parte dello stato più vicina ad essa, molti poderi più dell’ordinario rimanevano incolti e abbandonati da’ contadini Continua a leggere “ALESSANDRO MANZONI La carestia”
FABRIZIO DE ANDRÈ La canzone di Marinella
Questa di Marinella è la storia vera
Che scivolò nel fiume a primavera
Ma il vento che la vide così bella
Dal fiume la portò sopra a una stella
Sola e senza il ricordo di un dolore
Vivevi senza il sogno d’un amore
Ma un re senza corona e senza scorta
Bussò tre volte un giorno alla tua porta