On and on, does anybody know what we are looking for…

La storia che il ministro della pubblica deve essere (stato) un insegnante è mal posta. Per me il ministro della pubblica istruzione deve essere un politico, un intellettuale, uno studiato che conosce le leggi, che sa fare un discorso. che non fa citazioni a sproposito tanto per ricordarci che esiste un ministro della pubblica. Cosa me ne faccio di un insegnante-ministro che legge i discorsi scritti dall’apparato e ci infila ogni tanto una metafora che gli è venuta in mente mentre beveva il cappuccino?

Ma prima di fare il ministro della pubblica istruzione lo manderei un anno in una scuola a fare le cose che facciamo noi ogni giorno, compresi i collegi, i consigli e i dipartimenti e ora anche sei ore di lezione di fila con una telecamera puntata addosso. E gli farei compilare decine di schede di valutazione di tutte le prestazioni che uno studente può fare. E programmazioni iniziali, intermedie, retrospettive, subtotali. E alla fine gli direi: non lo so se ti confermo la supplenza, sai com’è per via dei tagli all’istruzione la classe viene accorpata. O non si forma perché abbiamo dovuto fare le classi pollaio. O perché non ci sono le aule.

UN GRUPPO DI INSEGNANTI DI BOLOGNA Senza perdere la testa

[Comune-Info, 6 maggio 2020]

Noi docenti dell’Istituto Comprensivo 8 di Bologna abbiamo iniziato subito a riflettere e confrontarci su questo periodo e sulla scuola che verrà, molto prima che tutto arrivasse alla ribalta sui giornali e sui social.

Noi insegnanti abbiamo vissuto quelle prime convulse settimane e sappiamo bene cosa è stato il “fai da te”: docenti al lavoro senza orario per attivare spazi digitali sicuri, docenti attivi su drive, registro elettronico e anche telefono personale per preparare materiale, riceverlo dagli alunni e tenere contatti.

Ricordiamolo: la situazione era imprevista ed eccezionale.

Non si può negare la mancanza di direttive e di un contesto legislativo chiaro, di preparazione e di strumenti, non c’è stato il tempo per una discussione pedagogica negli organi collegiali, non ce lo ha lasciato l’emergenza. Continua a leggere “UN GRUPPO DI INSEGNANTI DI BOLOGNA Senza perdere la testa”