Smoke

L’attesa dell’ordinanza concernente gli esami di Stato nel secondo ciclo di istruzione per l’anno scolastico 2019/2020 è essa stessa l’ordinanza?

7 maggio
Vorrei dire a chi si lamenta perché il ministero ha comunicato le modalità del megacolloquio a un mese dall’esame di Stato: poteva andare peggio, poteva comunicarlo il giorno della prova. Ma, a proposito, è uscita l’ordinanza?

9 maggio
L’ordinanza sull’esame di Stato non è stata ancora pubblicata. Ci scusiamo per il disagio e vi invitiamo a riprovare più tardi.

11 maggio
Ho fatto due conti. La bozza di ordinanza sull’esame di Stato è del 7 maggio. Il 9 maggio il Miur ha inoltrato la bozza al Cspi (Consiglio superiore della Pubblica Istruzione) per il parere, che peraltro non è vincolante, ma deve essere inserito nell’ordinanza. In mezzo c’è la domenica. L’esame inizia il 17 giugno. Hai voglia. Continua a leggere “Smoke”

SARA DI CARLO Ceci n’est pas une école

[Le parole e le cose, 3 maggio 2020]

È il lontano 1951 quando Isaac Asimov scrive il racconto breve The fun they had in cui immagina la scoperta, a opera di un ragazzino di nome Tommy, di un vecchio libro sul quale viene descritto il sistema scolastico del XX secolo. Tutto si srotola attraverso la sorpresa che Tommy e la sua amica Margie provano nel rendersi conto che nel passato l’istruzione non era affidata a un insegnante elettronico ma a esseri in carne e ossa, che esistevano luoghi comunitari chiamate scuole in cui ci si incontrava e si imparavano cose. E così, a chiosa del racconto, Margie pensa a quanto i bambini potessero aver amato la scuola e chiude: “Chissà come si divertivano!”.

Non è stato necessario arrivare al 2157 – anno in cui Asimov colloca la propria storia –, poiché dall’oggi al domani ci siamo trovati sprofondati nella distopia di quell’ipotesi narrativa. Continua a leggere “SARA DI CARLO Ceci n’est pas une école”

MAURO PIRAS Di bocciature, voti e altre amenità

[Le parole e le cose, 13 aprile 2020]

Lo dico subito: questo è uno sfogo. Una reazione irritata a una serie di cose che abbiamo dovuto sentire in giro sulla scuola in queste settimane, nel pieno dell’emergenza. Una reazione ai luoghi comuni, alla pigrizia intellettuale, ai riflessi condizionati, o forse a una visione reazionaria della scuola talmente radicata nella cultura dell’italiano medio (del giornalista medio, del politico medio, dell’opinionista medio) che neanche ce ne rendiamo più conto. “È un 6 politico!”, “Se li promuoviamo tutti non c’è più serietà!”, “Così si deresponsabilizzano gli studenti!”, “Il lavoro dei docenti non ha più nessuna dignità!”, “Non ha più senso mettere i voti!”. Ecc. Tutto più o meno riassumibile nel sommo principio: “Signora mia, non c’è più la scuola di una volta!”. Continua a leggere “MAURO PIRAS Di bocciature, voti e altre amenità”