RAFFAELE IOSA Allons enfants. Bon retour à l’école

[post su facebook, 11 maggio 2020]

Con determinazione coraggiosa e con pratiche di «accomodamento ragionevole» la scuola francese restituisce oggi 11 maggio gradualmente la scuola ai suoi bambini e ragazzi, con 300.000 alunni delle materne ed elementari, prevedendo in tre settimane il rientro successivo dei collegès e dei licèes. Esprimo simpatia ed ammirazione per questa scelta. La seguiremo in Italia nella sua evoluzione e negli esiti come una buona pratica civica e pedagogica.

Così, in poche parole, nello stile (se si vuole) retorico francese questa volta meritevole di lettura, il ministro dell’Istruzione Blanquet spiega, il 4 maggio scorso, le ragioni della riapertura delle scuole. Sarà retorico, ma preciso e forte.

“….La Scuola della Repubblica è il bene comune della Nazione e di tutti i suoi figli. Il confinamento imposto dalle circostanze di salute rivela più che mai l’importanza del legame concreto tra lo studente e l’insegnante. Continua a leggere “RAFFAELE IOSA Allons enfants. Bon retour à l’école”

Pena di morte

[testo tratto da: Albert Camus, Riflessioni sulla pena di morte, 1957]

Quando i nostri giuristi ufficiali parlano di far morire senza far soffrire, non sanno quel che dicono, e soprattutto mancano d’immaginazione. La paura devastatrice, degradante che s’impone al condannato per mesi o per anni, è una pena più atroce della morte, e che non è stata imposta alla vittima. Persino nel terrore della violenza mortale che le viene fatta, nella maggior parte dei casi la vittima precipita nella morte senza rendersi conto di quel che accade. Il tempo dell’orrore le viene conteggiato con la vita, e probabilmente non perde mai la speranza di sfuggire alla follia che si abbatte su di lei. Invece al condannato a morte l’orrore viene inflitto al dettaglio […]. Il condannato sa con un grande anticipo che verrà ucciso, e che soltanto la grazia, simile per lui ai decreti divini, potrà salvarlo. Continua a leggere “Pena di morte”

FRANCESCO MASALA Frammenti di un discorso scolastico

[La bottega del Barbieri, 5 maggio 2020]

1 – Le parole della Ministro della Scuola confondono gli studenti (e non solo) 

“Voglio rassicurare i genitori e i ragazzi: il rischio che gli studenti possano perdere l’anno scolastico non c’è”, scrive su facebook la ministra della scuola Azzolina a fine febbraio (qui)

“anche se tutti saranno promossi, ci saranno anche le insufficienze, i 5 e i 4”, dice in un’intervista la ministra della scuola Azzolina a metà aprile (qui)

“per tutti è garantito il passaggio alla classe successiva, ma poi a settembre per chi ha conseguito valutazioni non sufficienti la strada sarà impervia”. dice la ministra della scuola Lucia Azzolina a fine aprile, rivolgendosi agli studenti durante una diretta in un sito internet (qui)

La ministra ha creato i promossi ope Covid-19 Continua a leggere “FRANCESCO MASALA Frammenti di un discorso scolastico”

STEFANO BENNI La casa bella

[Da L’ultima lacrima, 1994]

Vivevo nella valle più bella, e la mia era la casa più bella, tutta impellicciata d’edera, in mezzo al bosco di castagni più bello del mondo. Avevamo il gallo più bello della zona, sembrava un leone dipinto, e quando la mattina cantava spaccava i sogni col martello.

Avevamo un pollaio con galline niente affatto stupide che facevano le uova migliori della zona e mucche dagli occhi dolci come Odalische, e maiali così grossi e rosei che veniva voglia di cavalcarli. Tutto intorno avevamo vigne, alberi da frutto e un orto dove l’insalata brillava come smeraldo e le carote sbucavano dal suolo spontaneamente, con una capriola. Il forno dove cuocevamo il pane spargeva un odore che metteva di buon umore tutta la valle e fermava i coltelli degli assassini, non c’erano piccoli o grandi delitti, nella valle, finché durava quell’odore. E infine le nostre castagne erano bellissime Continua a leggere “STEFANO BENNI La casa bella”

LUISA MIRONE Elogio del tema

[La scuola e noi, 13 gennaio 2020]

Estratto dell’intervento di Luisa Mirone alla Fiera Didacta Italia (Firenze, 9 ottobre 2019; panel ADI SD «La prima prova nel contesto del nuovo esame di Stato MIUR»)

Il tema alla prova

Ho la fortuna di insegnare in verticale: assumo la guida di una classe in prima e la accompagno sino alla quinta. Questo mi consente di seguire il percorso di acquisizione degli strumenti di ricognizione, indagine, interpretazione, formalizzazione del reale; il possesso e la consapevolezza di questi strumenti ritengo che sia l’unica reale competenza che la scuola debba e possa promuovere interdisciplinarmente e in vista del conseguimento della più alta competenza di cittadinanza, perché mi sembra che solo nella comprensione profonda della fisionomia e della destinazione degli strumenti di indagine e rappresentazione della realtà si apra autenticamente ai nostri allievi la possibilità di intervenire nel dibattito democratico. Continua a leggere “LUISA MIRONE Elogio del tema”

ALBERTO ASOR ROSA Elogio della classe

[«la Repubblica», 8 maggio 2020]

Ho insegnato in tutti gli ordini di scuola, dalla media (cosiddetta unica) all’Università. E, naturalmente, per arrivare a sedermi dalla parte dell’insegnante, ho fatto l’intero percorso sul versante opposto, in questo caso dalle elementari alle medie al ginnasio (una volta) al Liceo all’Università. Frutto conoscitivo ed esistenziale (per me) del doppio transito: io non credo che esista strumento pedagogico più straordinario, sia dalla parte dello studente sia dalla parte dell’insegnante, della classe. La “classe”! L’insegnamento è un gettito di notizie, informazioni, suggerimenti, suggestioni, indicazioni, comportamenti, esempi (sì, anche di esempi), che scende (almeno parzialmente) dall’alto sullo studioso-studente, che cerca di recepirne la maggior parte possibile e, se ne è in grado (e sempre più nel corso degli anni dovrebbe esserlo), la fa propria, l’assume e la rielabora, fino a realizzare un punto di vista proprio sempre più maturo e autonomo. Continua a leggere “ALBERTO ASOR ROSA Elogio della classe”

PAOLO LANDRI, EMILIANO GRIMALDI, DANILO TAGLIETTI Se sulla scuola a distanza un’insegnante…

[La scuola e noi, 4 maggio 2020]

Stai per leggere l’ennesimo post o articolo sulla scuola a distanza al tempo del coronavirus. Oppure stai per guardare un’intervista, un tutorial o un podcast che illustrano i 10 modi migliori per fare lezione con la DaD. È uno strano momento storico questo, nel quale la concatenazione tra un virus aggressivo, le politiche di lockdown, il distanziamento sociale e la paura diffusa che tutto ciò ha provocato sembrano aver messo in crisi le società contemporanee globalizzate. Sono in molti ad interpretare questo momento come una frattura storicamente significativa. Nelle analisi ritorna spesso la frase: ‘niente sarà più come prima’. Ci dicono: ‘al lockdown seguirà una crisi economica da cui sarà difficile riprendersi’ o ‘sul piano politico, ci aspetta una fase nella quale crescerà il grado di controllo che i governi eserciteranno sulla sfera individuale’. Continua a leggere “PAOLO LANDRI, EMILIANO GRIMALDI, DANILO TAGLIETTI Se sulla scuola a distanza un’insegnante…”

Casa (stare a)

[Diario della fase 1 della quarantena per il Covid-19 in 20 post su facebook e twitter, marzo-aprile 2020]

E erano alcuni, li quali avvisavano che il viver moderatamente e il guardarsi da ogni superfluità avesse molto a così fatto accidente resistere: fatta lor brigata, da ogni altro separati viveano, e in quelle case ricogliendosi e racchiudendosi, dove niuno infermo fosse.
Giovanni Boccaccio, Decameron

Comunque non è detto che dobbiamo tutti impazzire chiusi in casa. Ne parlavo questa mattina con il mio frigorifero.
Marco

Penne lisce über alles!
Annalisa Continua a leggere “Casa (stare a)”

AUTOCONVOCATI SCUOLE ROMA Didattica a distanza, precariato: alcune considerazioni e proposte di mobilitazione

L’emergenza causata dal covid 19 ha colpito in maniera profonda il mondo della scuola, determinandone una chiusura che di volta in volta è stata prorogata, al punto che non è affatto certo che essa riaprirà prima della fine dell’a.s. Molti docenti hanno da subito tentato di rimediare alla situazione e stabilire un contatto con gli studenti e le loro famiglie, di modo che non venisse interrotto totalmente anche il dialogo educativo. Questo è avvenuto nelle forme più varie, anche dovute alle non uniformi richieste dei D.S., che hanno alternato atteggiamenti più improntati al buon senso, ad altri più decisamente autoritari e alieni da qualsiasi forma di condivisione. La varietà è stata dovuta anche alla purtroppo frequente incapacità del corpo docente di creare momenti di confronto per produrre una linea di condotta comune basata su un’analisi critica della situazione. Continua a leggere “AUTOCONVOCATI SCUOLE ROMA Didattica a distanza, precariato: alcune considerazioni e proposte di mobilitazione”

MARIO FILLIOLEY Le scuole non possono riaprire perché vostro figlio è un selvaggio

[post su facebook, 27 aprile 2020]

Qualche elemento concreto per cercare di capire com’è questo fatto che le scuole in Italia non possono riaprire (se non hai tempo, riassumo tutto in questo rigo: non possono riaprire perché vostro figlio è un selvaggio. Non avete bisogno di leggere oltre).
1. Tuo figlio è un selvaggio. È brutale, lo so, ma è così: su 25 bambini che mediamente compongono una classe, ad ascoltare e fare quello che gli si chiede di fare sono sì e no in 3. Il resto della classe fa cosa gli pare. È un problema, ma era un problema pure prima, e si è cercato di segnalarlo: avere come genitore una specie di fratello maggiore (e nemmeno tanto maggiore, in quanto a maturità) ha delle conseguenze. Le conseguenze può piangersele l’insegnante in classe (è uno dei modi in cui le famiglie affrontano la questione, anche piuttosto diffuso) così come se le piangono i genitori stessi a casa (con la differenza che i responsabili dell’educazione dei figli sono i genitori, e non gli insegnanti, ai quali starebbe la responsabilità di istruirli e non di spiegargli che non possono giocare con lo schifidol durante l’ora di algebra Continua a leggere “MARIO FILLIOLEY Le scuole non possono riaprire perché vostro figlio è un selvaggio”