Non ho mica l’anello al naso!

«Non ho mica l’anello al naso! è un’espressione un tempo diffusa ma ancor oggi riscontrabile nel linguaggio parlato che significa, sostanzialmente, «non puoi prendermi in giro facilmente!» e «non sono mica stupido!». Una frase come ce ne sono molte nell’armamentario della colloquialità e che fino non molto tempo fa era utilizzata anche in contesti giornalistici e letterari. Il modo di dire ha una storia amplissima, che ha le sue origini nella realtà contadina: e uso antichissimo, infatti, quello di forare con degli anelli di metallo le narici di animali di grossa taglia, come i bovini o, anche gli orsi ammaestrati, per condurli più docilmente. Il dolore provocato dall’anello una volta tirato è tale da convincere le bestie da lavoro o da intrattenimento a muoversi docilmente e a eseguire gli ordini del conduttore. Anche il toro più possente o un orso possono essere controllati attraverso dei dolorosi strattoni a un anello che lacera lord le narici. Animali potenzialmente pericolosi ma che «stupidamente» seguono gli ordi di chi li conduce senza ribellarsi.

Da qui il salto concettuale è davvero breve: l’anello al naso lo portano gli animali, tendenzialmente animali considerati grossi e stupidi; quindi gli esseri umani che portano l’anello al naso hanno tratti di bestialità. Le donne nubiane o i ricchi Barabras tradiscono il proprio essere primitivi attraverso decorazioni tipiche delle bestie. Da bestie grosse, potenzialmente feroci, ma tendenzialmente stupide.

Francesco Filippi, Noi però gli abbiamo fatto le strade

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