Cosa (non) leggo

VII
Cosa (non) ho letto nel 2022
31 dicembre 2022

Nel 2022 ho riletto 1984, per la precisione ho riletto le parti che avevo già letto e ho letto per la prima volta le parti che nella mia edizione mancavano (un fascicolo su quattro si ripeteva, allora mi sarà sembrato un sollievo). Quindi, sono costretto a scrivere che il miglior libro del 2022, a prescindere da 1984, è stato Il valzer degli addii di Milan Kundera. Avevo pensato di prendere Stalingrado per il covid e l’ho guardato con una certa voluttà in una coop dell’Isola d’Elba il giorno che sentivo che saliva. E invece mi sono fatto il covid con Gerschenkron che aspettava da anni e appena sono uscito sono andato di corsa a prendere Kundera e subito dopo Noi però gli abbiamo fatto le strade di Francesco Filippi sul colonialismo italiano e la mentalità, una cosa sempre attuale, riguardo alla mentalità. Tra gli altri Revolutionary Road di Yates e Trash di Dorothy Allison hanno ripagato le attese, Tre piani di Eshkol Nevo è meglio del film di Nanni Moretti.

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Sovranità alimentare

La sovranità alimentare è la libertà dei singoli territori di scegliere cosa e come coltivare e mangiare, ed è un diritto che rende tutti più forti.
Carlo Petrini, Il gusto dell’impegno, in «MicroMega», 5, 2022

La sovranità alimentare è il diritto dei popoli ad alimenti sani, culturalmente appropriati e prodotti con metodi sostenibili e il loro diritto di definire il proprio sistema agricolo e alimentare.

La sovranità alimentare si presenta come un processo di costruzione di movimenti sociali e di responsabilizzazione dei popoli per organizzare le loro società in modi che trascendono la visione neoliberale di un mondo di merci, mercati e attori economici egoisti. Continua a leggere “Sovranità alimentare”

SANDRO PENNA La vita… è ricordarsi di un risveglio

La vita… è ricordarsi di un risveglio
triste in un treno all’alba: aver veduto
fuori la luce incerta: aver sentito
nel corpo rotto la malinconia
vergine e aspra dell’aria pungente.

Ma ricordarsi la liberazione
improvvisa è più dolce: a me vicino
un marinaio giovane: l’azzurro
e il bianco della sua divisa, e fuori
un mare tutto fresco di colore.

Specializzazione

Se la divisione del lavoro […] è la causa generale del perfezionamento umano e dello sviluppo dello stato sociale, vista sotto un altro aspetto non meno naturale, presenta una tendenza costante al deterioramento e alla dissoluzione […]. Da questa specializzazione progressiva deriva infatti inevitabilmente che ogni individuo e ogni popolo si pongono abitualmente da un punto di vista sempre più limitato e animato da interessi sempre più particolari […]. Per questo, ciascun uomo e popolo diviene sempre incapace di cogliere, con le proprie facoltà, la relazione tra la sua azione particolare e l’insieme dell’azione sociale.

Auguste Comte, Considérations sur le pouvoir spirituel

SILVINA OCAMPO La casa di zucchero

Le superstizioni non lasciavano vivere Cristina. Una moneta con l’effigie cancellata, una macchia d’inchiostro, la luna vista attraverso due vetri, le iniziali del suo nome incise sul tronco di un cedro la facevano impazzire dalla paura. Quando ci conoscemmo indossava un vestito verde, e seguitò a usarlo finché il vestito non si ridusse in stracci, perché diceva che le portava fortuna e che non appena si metteva l’altro, azzurro, che le stava meglio, non ci vedevamo. Cercai di combattere queste manie assurde. Le feci notare che aveva uno specchio rotto nella sua stanza e che per quanto io insistessi sulla convenienza di gettare gli specchi rotti nell’acqua Continua a leggere “SILVINA OCAMPO La casa di zucchero”

Bipensiero

A me questa storia della libertà di valutare mi ricorda il bipensiero, e non solo perché qualcuno, che da come parla mi sembra provvisto della verità. mi concede generosamente una libertà che non sapevo di avere. E che un giorno avrei dovuto rivendicare. È proprio questo il punto. Non si tratta di essere liberi, di fatto lo si è, per ora, ma di sentirsi liberi. Da una parte c’è la via giusta, segnata dalle autorità padagogistiche di ogni tempo, i Diui prima di tutto (quando hai Diui dalla tua parte sei a cavallo), e prima di loro Russò, e dopo anche Visalberghi e Vertecchi (Vertecchi no), forse Illich, certamente Rodari. Dall’altra c’è l’atttacamento alle tradizioni, Giovanni Gentile, il vanverismo pedagogico.

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MODENA CITY RAMBLERS I Cento passi

Da «¡Viva La Vida, Muera La Muerte!» (2004)

“Sei andato a scuola, sai contare?”
“Come contare?”
“Come contare? 1,2,3,4 sai contare?”
“Sì, so contare”
“E sai camminare?”
“So camminare”
“E contare e camminare insieme lo sai fare?”
“Si, penso di si”
“Allora forza, conta e cammina, dai! 1,2,3,4,5,6,7,8.”
“Dove stiamo andando?”
“Forza…conta e cammina.. 89,90,91,92,93,94,95,96,97,98,99,100! Lo sai chi ci abita qua? Ah? U zù Tanu ci abita qua! Cento passi ci sono da casa nostra, cento passi!”

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MARINA BOSCAINO Valditara, o del progetto eversivo di una scuola non più democratica

[MicroMega, 3 novembre 2022]

Fan sfegatato dell’autonomia differenziata, il neo Ministro ha in mente una mission molto precisa: adoperare il merito come randello ideologico per averla vinta su un sistema recalcitrante, fino ad ora indisponibile a lasciarsi irregimentare. Il pluralismo e la libertà di insegnamento sono infatti le architravi su cui si basa la scuola della Costituzione.

Sono tornati a pontificare i Soloni del “merito”, forti della nuova denominazione di quello che fu il Ministero della Pubblica Istruzione, oggi Ministero dell’Istruzione e del Merito, guidato da Giuseppe Valditara. Continua a leggere “MARINA BOSCAINO Valditara, o del progetto eversivo di una scuola non più democratica”

Hollywood

È magnifico, quello che Hollywood sa fare di una nullità. Fa una radiosa immagine di bellezza femminile di una donnetta trasandata che dovrebbe starsene a stirare le camicie di un camionista; fa un campione di virilità, dagli occhi splendenti e dal sorriso luminoso, traboccante di sex appeal, di un ragazzotto troppo cresciuto che era destinato ad andarsene al lavoro col calderino della colazione. Di una chellerina del Texas, dotata della profondità culturale di una protagonista di fumetti umoristici fa una cortigiana internazionale, sposata sei volte con sei milionari e tanto decadente e blasé che la sua idea di un brivido consiste nel sedurre il facchino che le trasporta i mobili con la canottiera intrisa di sudore.

Da Raymond Chandler, La sorellina