RAYMOND CHANDLER Lei beve, signor Marlowe?

Da «La sorellina»

Era una di quelle terse, luminose giornate estive che ci capitano in California quando comincia la primavera, prima che si installi la foschia. Le piogge sono finite. Le colline sono ancora verdi e dalla valle, oltre l’altura di Hollywood, si riesce a vedere la new sulle montagne pia alte. I negozi di pellicce annunciano le svendite annuali. I bordelli specializzati in vergini sedicenni fanno affari d’oro. E a Beverly Hills cominciano a fiorire gli alberi di jacaranda.
Erano cinque minuti che davo la caccia al moscone azzurro, aspettando che si posasse. Non voleva posarsi. Voleva solo svolazzare e cantare il prologo dei Pagliacci. Tenevo la paletta scacciamosche alzata a mezz’aria ed ero pronto. Sull’angolo della scrivania c’era una luminosa chiazza di sole Continua a leggere “RAYMOND CHANDLER Lei beve, signor Marlowe?”

ALBERTO FORTIS La sedia di lillà

Stava immobile nel letto con le gambe inesistenti
E una piaga sulla bocca che seccava il suo sorriso
Mi parlava rassegnato con la lingua di chi spera
Di chi sa che è prenotato sulla sedia di lillà
Ia-ih-ari-ara, ia-ih-ari-ara, ia-ih-ari-ara, ra-hi-ara

Ogni volta che rideva si stracciavano le labbra
E il sapore che ne usciva era di stagione amara
Le sue rughe di cemento lo solcavano di rosso
Prontamente diluito da una goccia molto chiara
Ia-ih-ari-ara, ia-ih-ari-ara, ia-ih-ari-ara, ra-hi-ara
Iara-ih-ari-ara, ia-ih-ari-ara, ia-ih-ari-ara, la-la-li-li Continua a leggere “ALBERTO FORTIS La sedia di lillà”

ENRICO BELLS Paolino e il gibbone

Post in «La nostra scuola: cultura, passione e relazione»

Ciao pedagogista «democratico», voglio fare un gioco con te.
Prendi una classe di 30 alunni, una prima di liceo scientifico. Prendila per cinque anni, non per cinque ore. Prendi tutti i relativi curricoli, italiano, latino, scienze, inglese, matematica, fisica, filosofia, storia, geografia, storia dell’arte, religione, scienze motorie e svolgili. Non parliamo di chiacchiere, ma di temi, di scrittura, di pensieri complessi e grammatica, di sottili e astratti concetti filosofici che nascono, si evolvono e si confrontano nei secoli, di eventi storici che hanno plasmato il mondo e gli uomini, di conoscenze sul mondo naturale, di derivate e integrali, di riflessioni su come l’astrazione matematica riesca ad esprimere ed a suggerire le leggi della natura, insomma, di capire come siamo usciti dalle caverne per arrivare su Marte, inventando nuove regole per rispettarci tutti e non autodistruggerci. Continua a leggere “ENRICO BELLS Paolino e il gibbone”

Benaltrismo

Tendenza a eludere le possibili risposte a una questione adducendo esempi di altri problemi di cui si dovrebbe discutere, presumibilmente prima di quello messo al tappeto […]. Per applicare questa tecnica non è necessario creare una vera e propria comparazione ma soltanto trovare un tema «civetta» che svii l’attenzione per quel tanto che basta a depotenziare il punto di partenza.

Francesco Filippi, Guida semiseria per aspiranti storici social

GIUSEPPE PREZZOLINI Quel che vive in Machiavelli

«La Nazione», 3 maggio 1969

Un romanziere italiano di fama internazionale si poneva poco tempo fa nei panni di un asiatico e dichiarava di non capire affatto Machiavelli. Gli bastava questo per condannarlo come inutile.
La smentita a questa osservazione superficiale gli vie-ne degli scritti di Mao. Ecco un asiatico più vero di quello immaginato dal Moravia. E Mao pare che si indirizzi a Moravia rispondendo in questo modo:
«Machiavelli, il più grande pensatore politico di tutti i tempi! Mi spiace di averlo letto con tanto ritardo. Voi italiani disprezzate Machiavelli, ma i più grandi uomini politici hanno sempre praticato il suo pensiero. Continua a leggere “GIUSEPPE PREZZOLINI Quel che vive in Machiavelli”

LUCIO DALLA La strada e la stella

Da Luna Matana (2001)

Che una sola verità non c’è
È già una verità
Siamo troppo vicini a confini
Di fuoco, di ghiaccio, siamo carte nel vento
Corriamo soltanto, si segue poco l’istinto
Chi lo sa perché

Delle volte, anzi spesso, siamo teneri e dolci
Per poi prenderci a calci
Va bene giocare, basta solo evitare le mine inesplose nel cuore
Abbiam paura di stare insieme
Abbiam paura di restare soli
Forse tu lo sai, tu Continua a leggere “LUCIO DALLA La strada e la stella”

ENRICO CAMPANELLI Il docente fra l’incudine dell’aziendalismo e il martello del pedagogismo

[MicroMega, 9 dicembre 2022]

Da un lato politici e dirigenti che vogliono i docenti come “addestratori” e aspiranti piccoli manager, dall’altro i pedagogisti che li vogliono relegare al ruolo di intrattenitori-facilitatori. Non c’è davvero più posto per il docente che forma e istruisce gli alunni?

È del settembre scorso la pubblicazione del documento “La scuola che vogliamo” da parte dell’ANP (già Associazione Nazionale Presidi). La data di uscita non è casuale, poiché si tratta di un vero e proprio elenco di desiderata sulla scuola esplicitamente rivolto al nuovo governo che sarebbe uscito da lì a poco dalle elezioni politiche. Continua a leggere “ENRICO CAMPANELLI Il docente fra l’incudine dell’aziendalismo e il martello del pedagogismo”

Non ho mica l’anello al naso!

«Non ho mica l’anello al naso! è un’espressione un tempo diffusa ma ancor oggi riscontrabile nel linguaggio parlato che significa, sostanzialmente, «non puoi prendermi in giro facilmente!» e «non sono mica stupido!». Una frase come ce ne sono molte nell’armamentario della colloquialità e che fino non molto tempo fa era utilizzata anche in contesti giornalistici e letterari. Il modo di dire ha una storia amplissima, che ha le sue origini nella realtà contadina: e uso antichissimo, infatti, quello di forare con degli anelli di metallo le narici di animali di grossa taglia, come i bovini o, anche gli orsi ammaestrati, per condurli più docilmente. Il dolore provocato dall’anello una volta tirato è tale da convincere le bestie da lavoro o da intrattenimento a muoversi docilmente e a eseguire gli ordini del conduttore. Continua a leggere “Non ho mica l’anello al naso!”