ALBERTO FORTIS La sedia di lillà

Stava immobile nel letto con le gambe inesistenti
E una piaga sulla bocca che seccava il suo sorriso
Mi parlava rassegnato con la lingua di chi spera
Di chi sa che è prenotato sulla sedia di lillà
Ia-ih-ari-ara, ia-ih-ari-ara, ia-ih-ari-ara, ra-hi-ara

Ogni volta che rideva si stracciavano le labbra
E il sapore che ne usciva era di stagione amara
Le sue rughe di cemento lo solcavano di rosso
Prontamente diluito da una goccia molto chiara
Ia-ih-ari-ara, ia-ih-ari-ara, ia-ih-ari-ara, ra-hi-ara
Iara-ih-ari-ara, ia-ih-ari-ara, ia-ih-ari-ara, la-la-li-li Continua a leggere “ALBERTO FORTIS La sedia di lillà”