MARIO FILLIOLEY Andare a piedi

[post su facebook, 6 maggio 2020]

Un problema che secondo me si sta facendo piuttosto serio con la didattica a distanza (che funziona benino, la verità) è che tante scuola stanno cercando in questi giorni di fornire a chi non ce li ha un ulteriore stock di dispositivi elettronici adeguati. Io, per esempio, sto facendo diversi giri di telefonate coi genitori della classe che m’è toccata quest’anno (una prima) e devo dire che per norma le famiglie mi rispondono: no, ma tutto sommato noi siamo a posto, non ci possiamo lamentare, magari questo dispositivo lo lasciamo a qualcuno che è proprio a piedi (essere a piedi, nel siracusano, significa tante cose, ma in generale sta per «essere privi di una cosa fondamentale», come ad esempio la macchina o il motorino o una bicicletta per gli spostamenti). Continua a leggere “MARIO FILLIOLEY Andare a piedi”

DANIELA PIA Lettera ai miei studenti/esse

[La Bottega del Barbieri, 12 maggio 2020]

Carissimi ragazzi e ragazze
Questi due mesi e mezzo di didattica d’emergenza hanno cambiato il nostro modo di vivere la quotidianità: la scuola, luogo di incontro, scontro e confronto ha dovuto fare i conti con l’assenza.
Ci è stato sottratto il luogo in cui il dialogo educativo si svolgeva in presenza di voi, studenti/esse dei docenti e di tutto il personale scolastico; una sottrazione necessaria a tutela della salute di tutti ma tremenda per le implicazioni che ne sono derivate.
Già Isaac Asimov, nel 1951, in un racconto intitolato ” chissà come si divertivano” aveva anticipato uno scenario in cui una scuola meccanizzata, una scuola in cui la tecnologia si prendeva il ruolo principale, lasciava due fanciulli alle prese con la loro solitudine: nell’anno 2157, Tommy e Margie, abituati ad usare solo il computer, ritrovano un libro il fatto costituisce un evento eccezionale. Continua a leggere “DANIELA PIA Lettera ai miei studenti/esse”

GABRIELE RIZZA Dalla socialità dei banchi alla solitudine del computer: la didattica a distanza è un mostro

[La Critica, 2 maggio 2020]

La diffusione del Coronavirus ha ricordato l’importanza vitale di due istituzioni: la sanità e la scuola. Se la sanità cura le persone, la scuola coltiva la conoscenza, l’educazione e la formazione di ragazzi e bambini. Negli ultimi anni la discussione pubblica e politica sul ruolo della scuola era caduta così in basso da rendere questione cruciale l’utilizzo o meno dei tablet a supporto della didattica e come educazione ai dispositivi elettronici. Dimenticando che, prima di chinare la testa sui libri o su uno schermo, si apprende e si cresce guardando negli occhi il proprio insegnante e i propri compagni di classe.

Il virus ha imposto la chiusura delle scuole ma non dell’insegnamento, abbracciando in massa per la prima volta la didattica a distanza. Stravolgendo così la vita degli insegnanti e degli studenti. Dalle parti del MIUR e dei salotti buoni qualcuno ne ha addirittura elogiato l’efficacia e l’opportunità offerta. Continua a leggere “GABRIELE RIZZA Dalla socialità dei banchi alla solitudine del computer: la didattica a distanza è un mostro”

Contagio

I

Il contagio avveniva per via di vapori forti, in medicina chiamati effluvia, i quali sprigionavano dal respiro, dal sudore, dalle piaghe, dagli ascessi dei malati, e attaccavano i sani che si avvicinavano a loro, penetrando subito gli organi vitali e mettendo il loro sangue in fermento.
Questo […] lo dico per screditare l’opinione di quanti credevano che il contagio fosse trasmesso per via aerea per mezzo di insetti e altre minuscole creature che volando, si introducevano nel corpo degli uomini con il respiro e, una volta dentro, sprigionavano veleni, depositando magari uova nocive che, mescolandosi al sangue, ammorbavano l’intero organismo […].
Niente fu così lesivo per gran parte degli abitanti di Londra Continua a leggere “Contagio”

FRANCO LORENZONI I fantasmi dell’educazione a distanza

[«Internazionale», 30 aprile 2020]

Molti narrano di ciò che accade ai loro figli, ma non abbiamo dati certi sul numero dei fantasmi che si stanno perdendo nelle loro case in solitudini sofferenti. Eppure questo è un tempo di grandi inciampi e apprendimenti interessanti, per molti. Per spendere al meglio gli 85 milioni messi a disposizione dal governo per fornire tablet agli studenti che non li hanno, molte e molti insegnanti hanno dovuto affinare la loro attenzione sociologica e svolgere inediti compiti di assistenza sociale, aiutati spesso da gruppi di genitori rivelatisi solidali e da operatori del terzo settore, poco considerati spesso nelle scuole, che si sono rivelati preziosi alleati per la maggiore conoscenza che hanno sovente del territorio. Continua a leggere “FRANCO LORENZONI I fantasmi dell’educazione a distanza”

ITALO CALVINO Funghi in città

[Da Marcovaldo]

Il vento, venendo in città da lontano, le porta doni inconsueti, di cui s’accorgono solo poche anime sensibili, come i raffreddati del fieno, che starnutano per pollini di fiori d’altre terre.

Un giorno, sulla striscia d’aiola d’un corso cittadino, capitò chissà donde una ventata di spore e ci germinarono dei funghi. Nessuno se ne accorse tranne il manovale Marcovaldo che proprio lì prendeva ogni mattina il tram.

Aveva questo Marcovaldo un occhio poco adatto alla vita di città: cartelli, semafori, vetrine, insegne luminose, manifesti, per studiati che fossero a colpire l’attenzione, mai fermavano il suo sguardo che pareva scorrere sulle sabbie del deserto. Invece, una foglia che ingiallisse su un ramo, una piuma che si impigliasse ad una tegola, non gli sfuggivano mai Continua a leggere “ITALO CALVINO Funghi in città”

ANDREA BOITANI La battaglia contro la povertà

[da «la Repubblica», 15 ottobre 2018]

Nel 2003 il premio Nobel per l’Economia Robert Lucas scrisse: «Di tutte le tendenze dannose per una disciplina economica sensata, la più seducente e, secondo me, la più velenosa è quella di concentrarsi sulle questioni distributive». Lucas puntava solo sulla crescita che fa crescere anche il reddito dei poveri e quindi riduce la povertà. Principio ben rappresentato dalla metafora secondo cui “la marea che sale fa salire tutte le barche”. Povertà e disuguaglianza non sono la stessa cosa. L’eventuale ulteriore arricchimento dei ricchi, pur facendo aumentare le disuguaglianze, aiuta tutti perché un po’ della maggior ricchezza creata filtra verso basso (trickle-down). Le briciole del ricco Epulone toccheranno al povero Lazzaro. Continua a leggere “ANDREA BOITANI La battaglia contro la povertà”

On and on, does anybody know what we are looking for…

La storia che il ministro della pubblica deve essere (stato) un insegnante è mal posta. Per me il ministro della pubblica istruzione deve essere un politico, un intellettuale, uno studiato che conosce le leggi, che sa fare un discorso. che non fa citazioni a sproposito tanto per ricordarci che esiste un ministro della pubblica. Cosa me ne faccio di un insegnante-ministro che legge i discorsi scritti dall’apparato e ci infila ogni tanto una metafora che gli è venuta in mente mentre beveva il cappuccino?

Ma prima di fare il ministro della pubblica istruzione lo manderei un anno in una scuola a fare le cose che facciamo noi ogni giorno, compresi i collegi, i consigli e i dipartimenti e ora anche sei ore di lezione di fila con una telecamera puntata addosso. E gli farei compilare decine di schede di valutazione di tutte le prestazioni che uno studente può fare. E programmazioni iniziali, intermedie, retrospettive, subtotali. E alla fine gli direi: non lo so se ti confermo la supplenza, sai com’è per via dei tagli all’istruzione la classe viene accorpata. O non si forma perché abbiamo dovuto fare le classi pollaio. O perché non ci sono le aule.

UN GRUPPO DI INSEGNANTI DI BOLOGNA Senza perdere la testa

[Comune-Info, 6 maggio 2020]

Noi docenti dell’Istituto Comprensivo 8 di Bologna abbiamo iniziato subito a riflettere e confrontarci su questo periodo e sulla scuola che verrà, molto prima che tutto arrivasse alla ribalta sui giornali e sui social.

Noi insegnanti abbiamo vissuto quelle prime convulse settimane e sappiamo bene cosa è stato il “fai da te”: docenti al lavoro senza orario per attivare spazi digitali sicuri, docenti attivi su drive, registro elettronico e anche telefono personale per preparare materiale, riceverlo dagli alunni e tenere contatti.

Ricordiamolo: la situazione era imprevista ed eccezionale.

Non si può negare la mancanza di direttive e di un contesto legislativo chiaro, di preparazione e di strumenti, non c’è stato il tempo per una discussione pedagogica negli organi collegiali, non ce lo ha lasciato l’emergenza. Continua a leggere “UN GRUPPO DI INSEGNANTI DI BOLOGNA Senza perdere la testa”

COLLETTIVO NiNaNd@ Didattica a distanza??? No grazie

Tre mesi di didattica a distanza sono stati troppi. La scuola pubblica, viva, vicina, libera
A PARTIRE DA SETTEMBRE

Nei tre mesi del DISTANZIAMENTO SOCIALE bambin* e ragazz*, famiglie, insegnanti hanno garantito che la scuola pubblica non sparisse, hanno mantenuto “in virtuale” la relazione fra persone e la costruzione cooperativa del sapere.
Il ministero invece nulla ha fatto per superare la fase di emergenza, per riaprire in normalità e in sicurezza le scuole.
• NESSUN SOPRALLUOGO PER REPERIRE LOCALI E SPAZI,
• NESSUN INTERVENTO STRUTTURALE DI RESTAURO E RIPRISTINO,
• NESSUN PROVVEDIMENTO SUGLI ORGANICI,
• POCHISSIME RISORSE IMPEGNATE E QUASI TUTTE SULLA DIGITALIZZAZIONE

Partecipiamo tutte/i all’iniziativa pubblica di Priorità alla Scuola che si terrà sabato 23 maggio alle ore 15 a Roma a Largo Bernardino da Feltre e contemporaneamente in molte città italiane.

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