I
Il contagio avveniva per via di vapori forti, in medicina chiamati effluvia, i quali sprigionavano dal respiro, dal sudore, dalle piaghe, dagli ascessi dei malati, e attaccavano i sani che si avvicinavano a loro, penetrando subito gli organi vitali e mettendo il loro sangue in fermento.
Questo […] lo dico per screditare l’opinione di quanti credevano che il contagio fosse trasmesso per via aerea per mezzo di insetti e altre minuscole creature che volando, si introducevano nel corpo degli uomini con il respiro e, una volta dentro, sprigionavano veleni, depositando magari uova nocive che, mescolandosi al sangue, ammorbavano l’intero organismo […].
Niente fu così lesivo per gran parte degli abitanti di Londra, della noncuranza con cui, sebbene avvisati per tempo dell’avvicinarsi del flagello, si astennero dal procurarsi abbondanti provviste, in modo da poter vivere ognuno ritirato nella propria casa.
Daniel Defoe, Diario dell’anno della peste
II
Mi sento di spezzare una lancia a favore di questa straordinaria parola, che sta facendo una fine ingloriosa, come ogni cosa che passa per le mani del potere.
Eppure contagio è un termine bellissimo.
Una risata può essere contagiosa, così come l’entusiasmo, l’euforia, la gioia, la bellezza, la gentilezza.
Per non parlare dell’amore.
Potremmo persino arrivare a sostenere che l’amore sia una forma molto particolare di contagio. Dante ne era convinto, io sarei un po’ meno drastico nell’affermarlo, ma come non essere affascinato da quel verso del quinto canto dell’Inferno: Amor c’ha nullo amato amar perdona.
Bello no? Beh, se non è una forma di contagio l’amore che unisce Paolo e Francesca cosa può dirsi contagio?
Nulla è più contagioso dell’amore.
Anzi no, c’è qualcosa di ancora più contagioso dell’amore. Apparentemente si tratta di una piccola cosa, invece è un avvenimento straordinario, per certi versi magico: lo sbadiglio. Non è un mistero lo sbadiglio?
Basta che qualcuno o qualcuna prenda a sbadigliare al nostro fianco e subito ne veniamo contagiati.
Nessuno, per fortuna, è ancora riuscito a spiegare pienamente questa vera e propria magia che avviene tra esseri umani.
Ogni tanto la scienza ci prova e butta lì qualche spiegazione rigorosa della contagiosità dello sbadiglio, che tutti regolarmente dimenticano quando sprofondano nello sbadiglio di qualcun altro. Il fatto è che è così bello a volte lasciarsi andare oltre le spiegazioni e abbandonarsi alla propria natura.
Non ho ancora detto di quanto sia prezioso il contagio nell’arte. Nella musica, nella pittura, in poesia, in letteratura.
In tutti questi casi si parla più propriamente di contaminazioni, ma sempre di contagio di tratta.
Lasciarsi contagiare è talmente importante per l’essere umano, che ridurre questa parola al campo semantico del terrore, della malattia e della morte, appare un crimine contro l’umanità. Occorre ricordare che lasciarsi contagiare da ciò che vive è molto spesso per l’essere umano una tra le più efficaci medicine per la sua anima.
Carmello Albanese, post su facebook, 23 maggio 2020