CRISTIANO DE ANDRÈ Invisibili

Tu abitavi in via dell’amore vicendevole
E io qualche volta passeggiavo da quelle parti lì
Il profumo dell’estate a volte era gradevole
E le tue medagliette al merito sul petto brillavano
Brillavano molto più dei miei lividi
Tu camminavi nell’inquietudine
E la mia incudine era un cognome inesorabile
Un deserto di incomunicabilità
Tu eri laureato in danni irreversibili
che la droga provoca al cervello Continua a leggere “CRISTIANO DE ANDRÈ Invisibili”

ALBERTO GIOVANNI BIUSO La scuola dell’ignoranza (su «La scuola dell’ignoranza» a cura di Sergio Colella e altri)

[Roars, 12 febbraio 2020]

L’articolo 33 è stato dissolto attraverso la strutturazione di un impianto ideologico e pratico pesantemente autoritario, nel quale il talento e la responsabilità culturale di ogni singolo docente vengono sostituiti da una serie di metodologie imposte dall’alto e verticisticamente calate nella pratica didattica quotidiana. Lo strumento formalmente tecnico ma sostanzialmente ideologico per conseguire tale risultato è la cosiddetta valutazione. Leggere i documenti internazionali e le loro implementazioni italiane significa osservare quasi in vitro che cosa significhi il disprezzo verso l’argomentazione scientifica da parte degli apparati preposti al controllo e alla formazione di un cittadino passivo.

Agnotologia

L’agnotologia è un ambito di studi fondato dallo storico della scienza Robert Proctor per analizzare «i sistemi di produzione dell’ignoranza»1. Continua a leggere “ALBERTO GIOVANNI BIUSO La scuola dell’ignoranza (su «La scuola dell’ignoranza» a cura di Sergio Colella e altri)”

STEFANIA CONSIGLIERE – CRISTINA ZAVARONI Ammalarsi di paura. L’«effetto nocebo» dello #stareincasa e della malainformazione sul coronavirus

[Giap, 5 maggio 2020]

0. Il Covid-19 come macchina di visione

La migliore filosofia della nostra epoca lo insegna da anni: la grande partizione fra natura e cultura, fra regno dell’oggettività e regno dei desideri, non è che un costrutto moderno. Nell’impero del rilevamento e dei big data lo abbiamo (ri)scoperto a nostro danno: i fatti neutri non esistono; nessun dato è semplicemente “dato”, ogni dato è l’esito di una scelta osservativa, di un’interpretazione, di un’intenzione, di una politica. Non c’è visione del mondo che non sia frutto del convenire degli sguardi, delle attitudini, delle scelte consapevoli e inconsapevoli di una comunità; e non c’è cultura condivisa da un gruppo che non operi delle semplificazioni perché, come insegnano le scienze fisiche, il reale è troppo complesso per essere afferrato a partire da una sola prospettiva.

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EMANUELA BANDINI La scuola ai tempi del Covid-19

[La letteratura e noi, 7 aprile 2020]

Ammettiamolo, siamo tutti in crisi.

È in crisi chi, come se nulla fosse cambiato, si domanda come poter garantire la “validità” di interrogazioni e verifiche svolte attraverso lo schermo (“e se copiano?”, “e se in casa qualcuno suggerisce?”, “ah, io voglio che inquadrino la scrivania, per controllare che non abbiano libri e appunti!”); ma è in crisi soprattutto chi si domanda quale sia il senso della valutazione, di qualunque tipo di valutazione, nelle attuali condizioni (didattiche, certamente, ma soprattutto sociali, sanitarie, psicologiche, economiche di molte famiglie).

In mezzo al fiorire dei dubbi è stata emanata la Nota ministeriale del 17 marzo, che da più parti è stata letta come una spinta alla valutazione, definita come un «dovere» e una «competenza propria del profilo professionale» per il docente e «un diritto» per lo studente. Continua a leggere “EMANUELA BANDINI La scuola ai tempi del Covid-19”

GIUSEPPE CALICETI Ma la scuola non può vendersi ai giganti del web

[Striscia rossa, 5 maggio 2020]

Per la scuola a distanza, il ministero dell’istruzione ha dato indicazioni agli istituti attraverso circolare protocollata sulle piattaforme da usare. Quali? Colossi statunitensi della tecnologia: Google Suite, Office 365, WeSchool, Amazon. Perché? Per avere garanzie di affidabilità, probabilmente. Ma anche perché esse si sono offerte, almeno per ora, gratuitamente.
Non è una cosa da poco: una istituzione pubblica come la scuola ha utilizzato aziende private senza far certo troppe gare di appalto; multinazionali che, come è dichiarato nei loro statuti, hanno come principale obiettivo non certo la formazione, ma la raccolta di dati e comportamenti da rivendere o da usare per individuare gusti e orientamenti. E come fine ultimo quello di manipolarli in nome dell’aumento del proprio fatturato. Continua a leggere “GIUSEPPE CALICETI Ma la scuola non può vendersi ai giganti del web”

All knots come to a head

I nodi vengono al pettine. Gli scenari non scenari proposti per il rientro non rientro a settembre derivano da una logica apparentemente ferrea: non c’è un euro per la scuola, ragioniamo con quello che abbiamo (ognuno fa il fuoco con la legna che ha, diceva un ministro dell’istruzione). I ragionamenti che scaturiscono da qui sono per forza di cose contorti e inverosimili:  classi dimezzate, lezioni all’aperto, tutorial immagazzinati in una banca dati fruibili da classi parallele. Vi aspettavate che sarebbe stato ridotto il numero di alunni per classe. Ma nemmeno per idea. Chi lavora ai piani alti sta progettando di monetizzare le mancate ripetenze. Meno alunni meno classi. I soldi risparmiati possono essere utilizzati per salvare le aziende che producono videogiochi (l’Oms ha pubblicamente invitato i cittadini in lockdown a impiegare il tempo con i videogiochi. Dice che fanno bene alla salute).

O viceversa. Continua a leggere “All knots come to a head”

LUCIA TOZZI La scuola non è sacrificabile

[Monitor, 14 aprile 2020]

La scuola è stata la prima a chiudere per il Covid-19. Nelle prime regioni colpite il provvedimento è arrivato in due giorni. Bar, ristoranti, luoghi culturali, eventi, negozi, uffici, località turistiche hanno avuto più di due settimane di tregua, dalle conseguenze tragiche, alimentata da enfatici appelli alla resistenza in nome della produttività e del consumo e alla sdrammatizzazione del rischio. Fabbriche e cantieri sono andati avanti ancora più a lungo, e molte aziende (fino al cinquanta per cento) non hanno mai chiuso, comprese quelle di armi, nonostante il pesantissimo regime di clausura e distanziamento fisico imposto alla popolazione.

La prospettiva è incerta, perché i dati e le informazioni che dovrebbero dimostrare l’efficacia o meno di determinate politiche in diversi paesi sono inaffidabili, sospetti. Continua a leggere “LUCIA TOZZI La scuola non è sacrificabile”

LUIGI BALLERINI Il «fattore umano» della scuola

[la Repubblica@scuola, 14 aprile 2020]

Chissà come si divertivano. Titola così un racconto di Isaac Asimov ambientato nel 2157. L’autore immagina un dialogo fra l’undicenne, Margie, e suo fratello Tommy, tredicenne, a casa, mentre aspettano di iniziare le lezioni. Il ragazzo sta sfogliando un libro cartaceo che desta la curiosità della sorella per il fatto di avere parole statiche, così diverso dal loro telelibro che invece contiene migliaia di testi. Tommy è venuto anche a sapere che il loro bisnonno non aveva un robot-maestro a casa, ma che a quell’epoca tutti i ragazzi si radunavano in un posto chiamato scuola. Un posto scomodo che si perdeva tempo per raggiungere e per giunta abitato da imperfetti insegnanti umani che ne sapevano molto meno degli attuali maestri meccanici. La sorellina, nella chiosa del racconto, mentre in sala è alle prese con il robot di matematica è sorpresa da un pensiero: “L’insegnante meccanico faceva lampeggiare sullo schermo: – Quando addizioniamo le frazioni 1/2 + 1/4… Margie stava pensando ai bambini di quei tempi, e a come dovevano amare la scuola. Chissà, stava pensando, come si divertivano!”. Continua a leggere “LUIGI BALLERINI Il «fattore umano» della scuola”

CARLO SCOGNAMIGLIO Didattica a distanza ed equivoci digitali

[MicroMega, 28 aprile 2020]

Oltrepassato il varco temporale e psicologico del primo mese dall’interruzione della didattica in presenza, si predispongono le condizioni per una conclusione inedita dell’anno scolastico, e non si intravede certezza alcuna per il rientro autunnale. E fino alla fine di agosto, sarà improbabile avere notizie fondate. La scuola italiana continua nella modalità a distanza, con uno sforzo non omogeneo nel garantire l’effettiva e non formale validità dell’anno scolastico. Il 26 marzo il Ministero dell’Istruzione si è attivato con un finanziamento di 85 milioni per consentire alle scuole di dotarsi di piattaforme per la didattica a distanza, per formare il personale scolastico e rendere disponibili computer e tablet, da destinare a tutti quegli studenti che, come emerso dal monitoraggio effettuato dalle scuole, ne risultavano sprovvisti. Continua a leggere “CARLO SCOGNAMIGLIO Didattica a distanza ed equivoci digitali”

ALBERTO BACCINI – ROSSELLA LATEMPA Come resuscitare i test INVALSI

[Roars, 28 aprile 2020]

Si moltiplicano interventi e commenti sulla scuola, proprio ora che la scuola non c’è. C’è chi si chiede con candore–dopo aver per anni scritto editoriali sulla scuola –  “come diavolo riescono – gli insegnanti -a tenere tanti bambini occupati e attenti”[1],  chi scrive una lettera di protesta domandando al ministero “di attivarsi concretamente per la sua riapertura in sicurezza”; ci sono le tante voci di insegnanti e maestri, che raccontano le loro esperienze a distanza (quiquiqui).

Ma oltre alle testimonianze o ai commenti, c’è una sorta di rumore di fondo che non cessa. È il rumore del lavorio incessante di chi fa leva sulle nuove e temporanee prassi scolastiche per riorganizzare in maniera strutturale la scuola che verrà.

È recente la proposta di alcuni dirigenti scolastici, tra i più indaffarati  e “social”, che hanno stilato un documento operativo per il rientro a settembre, per i diversi ordini di scuola. Continua a leggere “ALBERTO BACCINI – ROSSELLA LATEMPA Come resuscitare i test INVALSI”