UMBERTO CURI La scuola non è più scuola se è solo tecnologia

[Strisciarossa, 15 maggio 2020]

Per quanto ancora frammentari e non univoci, i messaggi che ci raggiungono in questo esordio della fase a proposito della scuola sono ben più che allarmanti. Pur prescindendo dai provvedimenti adottati a partire dalla fine di febbraio, e sostanzialmente prorogati fino al prossimo mese di settembre, concentrati sulla chiusura delle scuole di ogni ordine e grado, ciò che preoccupa non poco è quanto filtra relativamente a ciò che dovrebbe accadere nel prossimo anno scolastico. Per dirla in estrema – ma realistica – sintesi, la prospettiva che emerge è quella di una definitiva e irreversibile liquidazione della scuola nella sua configurazione tradizionale, sostituita da un’ulteriore generalizzazione e da una ancor più pervasiva estensione delle modalità telematiche di insegnamento.

Esibendo in numerose occasioni un atteggiamento immotivatamente trionfalistico, neanche si trattasse di annunciare la cancellazione del contagio virale Continua a leggere “UMBERTO CURI La scuola non è più scuola se è solo tecnologia”

Marinetti

Marinetti (che proclamava un’automobile più bella della Vittoria di Samotracia e voleva persino uccidere il chiaro di luna) venne nominato membro dell’accademia d’Italia, che trattava il chiaro di luna con grande rispetto.
Umberto Eco, Il fascismo eterno

Chi conosce Marinetti ha l’impressione di un uomo impotente a riflettere. Non può vivere che di rumori e di trovate insulse. La sua più grande scoperta artistica è il teatro di varietà, la sua religione il tattilismo. Ma toglietelo dal palcoscenico, sottraetelo agli artifici delle luci e trovate un debole, un minorato. Nulla di più penoso che un colloquio con Marinetti da solo a solo.
Piero Gobetti (1924)

F. T. Marinetti: il guglielmone della letteratura.
Camillo Sbarbaro

FIORELLA FARINELLI I limiti della didattica a distanza

[Manifesto sardo, 10 maggio 2020]

Aver vissuto la pandemia ci farà diventare migliori? Impareremo a non massacrare il pianeta in nome del profitto e del mercato, saremo meno complici di un modello economico e sociale devastante, ci convinceremo che il bene di ciascuno passa dal bene di tutti? Non fa bene, forse, un troppo facile ottimismo. Ma è certo che stiamo reimparando l’essenziale. Come il valore di una scuola di tutti e per tutti, capace di tener conto delle caratteristiche di ciascuno, fiduciosa nella possibilità di chiunque di imparare e di migliorare.
Per molto tempo è stato sottovalutato o distorto, e troppi – proprio come per i sistemi sanitari pubblici e per la ricerca scientifica di base – hanno applaudito distratti e distruttori. Ma ora sappiamo cosa significa avere le scuole chiuse. Sembrava un problema dei soli Paesi poveri, quelli massacrati da guerre infinite o da ricorrenti catastrofi ambientali, quelli sotto il giogo di poteri determinati ad escludere. Continua a leggere “FIORELLA FARINELLI I limiti della didattica a distanza”

ROBERTO GRENDENE Imprese miracolose: le scuole private cattoliche

«Left», 5 giugno 2020

Il 2020 sarà l’anno di un triste primato. Sfonderanno il tetto del miliardo di euro i soldi pubblici (le nostre tasse) incassati dagli istituti che portano avanti il progetto educativo della Chiesa. Perché la Cei non li finanzia con una piccola parte delle sue immense ricchezze?

Ci risiamo: la Conferenza episcopale italiana batte cassa perché ulteriori soldi pubblici vengano versati alle sue scuole private, e il governo di turno non solo glieli concede, ma raddoppia lo stanziamento straordinario già inserito nel decreto Rilancio, portando a 150 i milioni da girare agli istituti paritari. Il 2020 sarà cosi l’anno di un triste primato, quello dello sfondamento del tetto del miliardo di euro di spesa pubblica destinato a tenere in piedi le scuole private cattoliche, che da sole già ricevono annualmente 430 milioni dallo Stato e 500 milioni dalle amministrazioni locali. Continua a leggere “ROBERTO GRENDENE Imprese miracolose: le scuole private cattoliche”

ROMANO LUPERINI Natura e civiltà: Leopardi e il corona virus

[La letteratura e noi, 11 aprile 2020]

L’errore di Marx, secondo Sebastiano Timpanaro, consisterebbe nel considerare solo due livelli: la struttura economica e sociale e la sovrastruttura ideologica (culturale, politica ecc.). Fra loro ci sarebbe un rapporto dialettico continuo ma in ultima istanza il primo condizionerebbe sempre il secondo. Per Timpanaro, marxista ma anche rivendicatore dell’importanza del pensiero filosofico di Leopardi, i livelli sarebbero tre: bisognerebbe aggiungere il condizionamento esercitato dalla natura, che influirebbe sia sulla struttura economica e sociale (per esempio, attraverso il clima), sia sulla produzione ideologica e artistica (per esempio, attraverso le sensazioni materiali e corporali prodotte dalle emozioni, dalle malattie, dalla paura della morte, dalla spinta all’eros ecc.). Continua a leggere “ROMANO LUPERINI Natura e civiltà: Leopardi e il corona virus”

ILARIA DAMIANI (Collettivo NiNaNd@) Oltre la Dad, le classi differenziali. La scuola secondo Eraldo Affinati

Abbiamo letto con incredulità l’intervista a Eraldo Affinati. La scuola sta vivendo un momento drammatico, è chiusa da oltre 3 mesi e «riaprirà» a settembre nel caos, il mondo della scuola – genitori, insegnanti e soprattutto loro, i giovani, gli adolescenti, i bambini e le bambine – è stremato e allarmato; e lo «scrittore vicino alla scuola» fa i salti mortali per buttarla in caciara. Non troviamo altro modo per definire la sua intervista apparsa su Repubblica il 30 maggio 2020.
Di fronte alla mannaia che sta per abbattersi sulla scuola, sul diritto all’istruzione di un’intera generazione, con un taglio di tempo scuola che nemmeno la Gelmini aveva osato proporre (lo sottolineiamo: la scuola è un diritto dei giovani ed è a loro e a tutta la società che viene sottratta), Affinati si fa avanti per fornire una stampella ideologica ad un progetto inaccettabile di normalizzazione dell’emergenza, anzi di utilizzo dell’emergenza per dare un colpo mortale alla scuola pubblica statale Continua a leggere “ILARIA DAMIANI (Collettivo NiNaNd@) Oltre la Dad, le classi differenziali. La scuola secondo Eraldo Affinati”

FRANCO LORENZONI Contro la pigra e ingiusta pretesa di dare voti a distanza

[Internazionale, 18 maggio 2020]

Il diavolo si nasconde nel dettaglio e così, a conclusione di un anno scolastico drammatico, Lucia Azzolina, ministra dell’istruzione italiana, ha scelto e comunicato sabato 16 maggio che i voti in tutte le discipline andranno dati a ogni costo fin dalla prima elementare, nonostante i numerosissimi pronunciamenti contrari. È un’assurdità pretendere di dare voti a distanza in classi in cui oltre un quinto degli alunni non è stato raggiunto da alcuna proposta didattica e una gran parte ha solo svolto compiti assegnati su una piattaforma senza alcun contatto diretto con compagni e insegnanti. Proprio per questo, nelle ultime settimane, intorno al tema dei voti e della valutazione stanno crescendo preoccupazioni e agitazioni.

Dall’istituto comprensivo Simonetta Salacone di Roma alla Casa del sole di Milano un tam tam percorre la penisola coinvolgendo numerose scuole e migliaia di insegnanti.
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Virus

In biologia, termine con cui si designa un gruppo di organismi, di natura non cellulare e di dimensioni submicroscopiche, incapaci di un metabolismo autonomo e perciò caratterizzati dalla vita parassitaria endocellulare obbligata, costituiti da un acido nucleico (genoma) rivestito da un involucro proteico (capside).
Vocabolario Treccani

Nei nostri ecosistemi si trovano molti tipi diversi di specie animali, piante, funghi, batteri e altre forme di diversità biologica, tutte creature cellulari. Un virus non è una creatura cellulare, è un tratto di materiale genetico all’interno di una capsula proteica e può riprodursi solo entrando all’interno di una creatura cellulare. Continua a leggere “Virus”

Chi ricorda la storia della mosca?

Da «24 ore in Italia», in «Internazionale», 1358, 15 maggio 2020

Fragagnano, 9-57 Rosaria Piccione è pronta ad accogliere su Zoom la sua classe, una prima media della scuola Edmondo De Amicis di Fragagnano, in provincia di Taranto. Insegna arte e immagine, e ora l’aula è una stanza di casa sua piena di quadri alle pareti. «Vedi come sono puntuali! dice. Sono collegati in tredici, di solito sono diciotto. Si aggiungono Serena, Cristian (con delle cuffie giganti) e Sofia.
La professoressa comincia parlando di un’opera di Banksy in cui si vede un’infermiera supereroina. Chiara ascolta entusiasta, Andrea dice che pure a lui piace. «Vedete il potere delle immagini? Lo stiamo imparando anche con Giotto».
Chi ricorda la storia della mosca? Marisol: «Allora, un giorno Giotto disegnò sulla lavagna una mosca, e la fece così bene che Cimabue andò per scacciarla pensando che fosse vera». Continua a leggere “Chi ricorda la storia della mosca?”