[post su facebook, 18 aprile 2020]
Stasera, infine, pizza a domicilio, dopo un mese e mezzo d’astinenza. Bisognava aspettare che si attrezzasse per le consegne la pizzeria.
Dopo l’ordinazione io e la mia ragazza saltiamo come pinguini felici e ci abbracciamo, o come bambini poveri davanti alla noce e all’arancia regalate a Natale.
Credo sia quella roba per cui se sei privato di qualcosa per lungo tempo poi quando te la danno capisci cos’è la felicità, mentre quando hai tutto e subito di fatto sei sempre depresso, che è poi anche quella storia per cui quando uno torna dall’Africa ti dice sempre che si ricorda che i bambini sorridono sempre nonostante tutta la miseria, e tu pensi sempre che è un luogo comune del c***, ma invece se lo dicono tutti forse è vero, siamo noi che siamo cinici pure con i volontari in Africa.
Purtroppo la pizzeria sta a 15-20 minuti di distanza e la pizza è arrivata, comprensibilmente, tiepidina, il che significa che la seconda metà ce la siamo mangiata fredda. Continua a leggere “DANIELE LO VETERE Dovremmo chiedere più spesso al Governo di vietarci qualcosa”