«Sai cos’è una metafora?».
«Una figura retorica che implica trasferimento di significato» rispose Gabriele «visto che lo so?».
«Bravo! Sette e mezzo! E se ti dico che sei un coglione?».
«Anche questa è una metafora?».
«No, è un complimento».
Antonio Manzini, Fate il vostro gioco
La prima è che la gente parla molto senza usare le parole. Siobhan dice che se si solleva un sopracciglio, questo gesto può significare molte cose differenti. Può voler dire: “Voglio fare sesso con te”, ma può anche essere inteso come: “Hai appena detto una cosa veramente stupida”.
Siobhan dice anche che se chiudi la bocca e respiri forte col naso significa che sei rilassato, oppure che ti stai annoiando, o che sei arrabbiato, e che tutto dipende da quanta aria esce dalle narici e quanto respiri velocemente e quale forma assume la bocca quando lo fai e in che modo stai seduto e che cosa hai appena finito di dire e centinaia di altri piccoli indizi troppo complicati per poter essere elaborati in pochi secondi.
La seconda ragione è che la gente spesso parla usando delle metafore. Ecco alcuni esempi di metafore
Avevano uno scheletro nell’armadio,
Toccare il cielo con un dito.
Avere un diavolo per capello.
Gli è andata la luna di traverso.
La parola metafora significa trasportare qualcosa da un posto ali’altro, e deriva dai termini greci metá (che significa da un luogo all’altro) e férein (che significa trasportare) e si usa quando si vuole descrivere qualcosa con una parola che in realtà indica qualcos’altro. Questo significa che la parola metafora è una metafora.
Credo che potrebbe anche essere definita una bugia, perché il cielo non si riesce a toccarlo con un dito e la gente non tiene gli scheletri nell’armadio. E quando mi concentro e cerco di rappresentare nella mia testa frasi come queste non faccio altro che confondermi, perché immaginare qualcuno con dei diavoli attaccati ai capelli mi fa dimenticare di cosa sta parlando la persona che ho di fronte.
Il mio nome è una metafora. Significa colui che porta Cristo e deriva dal greco kristós (che significa Gesù Cristo) e da férein, ed è il nome dato a san Cristoforo dopo aver trasportato Gesù Cristo dall’altra parte di un fiume.
Mi domando come si chiamasse prima di trasportare Cristo dall’altra parte del fiume. In realtà non veniva chiamato in nessun modo perché si tratta di una storia apocrifa, e quindi anche questa è una bugia.
Mia madre diceva sempre che Christopher era un bel nome perché apparteneva a un uomo buono e gentile, ma io non voglio che il mio nome abbia niente a che fare con l’essere buoni e gentili. Voglio che il mio nome significhi me.
Mark Haddon, Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte, pp. 21-2
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