Diario di una waterlooscuola (un anno dopo)

Nel mondo dei bruti, come in quello degli uomini, non c’è facoltà o abitudine più degradante, stupida, turpe di quella di obbedire e rassegnarsi.
Michail Bakunin, Scritto contro Marx, 1872

Mi chiedo se questo è il diario di una sconfitta della scuola pubblica, dei docenti che ancora ci credono, degli studenti che si vedono liquidare con poche righe sgangherate e un fiume di propaganda il diritto allo studio e, in futuro, a scegliere liberamente il proprio futuro. Nonostante tutto io credo che possiamo fermare questa riforma non solo con ricorsi, referendum, appelli, altre manifestazioni e scioperi, ma soprattutto continuando a credere in quello che facciamo, tutti i giorni, intralciando scuola per scuola, collegio per collegio, consiglio di istituto per consiglio di istituto tutte le assurdità che un governo di incompetenti pretende di calare dall’alto per compiacere i noti appetiti di lobby che premono da anni per la privatizzazione della scuola pubblica, non piegandoci ai ricatti (meschini), denunciando gli abusi, rifiutando di collaborare, controinformando tutti, sempre, dovunque, a partire dai nuovi assunti. Continua a leggere “Diario di una waterlooscuola (un anno dopo)”

Twitter

Twitter funziona con soltanto 3372 dipendenti, senza redazione, e affida ai propri utenti l’onere di produrre, far circolare e organizzare i contenuti. Dalla sua creazione nel 2006 il servizio, che permette di pubblicare messaggi di 280 caratteri, è passato da 0 a 335 milioni di account.
Antonio A. Casilli, Schiavi del clic

Twitter appare oggi un emblema essenziale del pensiero rapido ed efficiente, delle verità e delle istanze bandite al popolo della rete.
Giulio Ferroni, La scuola impossibile (2015)

I 140 caratteri di un tweet hanno preso il posto di secoli e secoli di storia del pensiero.
Marino Bocchi

MARIO AMBEL Qualcuno mette i voti

(da Memorbalia)

Qualcuno mette i voti…
perché così almeno si capisce com’è andata.
Qualcuno mette i voti…
anche se così non si capisce com’è andata.

Qualcuno mette i voti…
perché sta seduto nelle ultime file del collegio docenti
e di qui non si sente che cosa dicono là davanti.
Qualcuno mette i voti…
perché sta seduto nelle prime file del collegio docenti
e tanto dietro non ascoltano che cosa si dice qua davanti.

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Collettivismo

Il collettivismo è impotente a produrre quella rivoluzione, quella profonda trasformazione morale dell’uomo, in seguito alla quale ciascuno non farà e non vorrà fare una cosa che potrebbe portar danni ad altri […]. Esso è incompatibile con l’anarchia: avrebbe bisogno di un potere regolatore e moderatore, che poi viceversa diventerebbe oppressore e sfruttatore.

Errico Malatesta, Programma e organizzazione dell’Associazione internazionale dei lavoratori, 1884

Libertà di stampa

Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.
La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.
Costituzione della Repubblica italiana, art. 21

La libertà di stampa è garantita solo a chi possiede la stampa.
Abbott Joseph Liebling Continua a leggere “Libertà di stampa”

Amore

L’amore è una passione istintiva che nasce dalla visione e dalla sovraeccitazione immaginativa per la bellezza dell’altro sesso.
Andrea Cappellano, De amore

Se Guido degli Anastagi s’era ammazzato, peggio per lui! L’amore è una passione spontanea che vive di libertà. E la donna, che si ostina a dirmi di no, mi farà infelice; ma della mia infelicità ella non può essere né accusata né condannata da legge veruna. La massima che le donne sieno in obbligo di riamare chi le ama, è uno de’ sofismi usati da’ seduttori.
Giovanni Berchet, Lettera semiseria (1816) Continua a leggere “Amore”

ANTONIO VIGILANTE La scuola della tradizione (su “La scuola raccontata al mio cane” di Paola Mastrocola)

Paola Mastrocola ha raccolto diligentemente le chiacchiere da sala docenti e le ha esposte con stile brillante (trapuntato di punti sospensivi, come si conviene ad una scrittrice): così ha costruito per tre quarti un libro che si intitola “La scuola raccontata al mio cane” (Guanda, Modena 2004, pp. 194). Un libro che è ormai la Bibbia del docente italiano, il Manifesto degli scontenti, il Rapporto impietoso sullo sfascio della scuola riformata. Sfascio che sarebbe cominciato con l’introduzione del recupero. Prima, con l’esame di riparazione a settembre, c’era la scuola; dopo, una bolgia. Prima l’alunno studiava, si preoccupava, si responsabilizzava: riparava. Oggi l’alunno viene recuperato, quasi contro la sua volontà. E si porta dietro lacune che non colmerà mai. Nelle parole dell’autrice, è una catastrofe morale e civile, per così dire: “Al grido di ‘io ti recupero’ abbiamo incrinato, nei nostri giovani, il senso della responsabilità individuale, il dovere di rispondere delle proprie azioni, la certezza di pagare, in qualche modo, un prezzo” (p. 20). Addirittura. Nell’ormai lontano ’86 fui rimandato a settembre, tra l’altro, in francese. Non aprii il libro per tutta l’estate. Continua a leggere “ANTONIO VIGILANTE La scuola della tradizione (su “La scuola raccontata al mio cane” di Paola Mastrocola)”

BERTOLT BRECHT L’interrogatorio dell’uomo buono

Avanza: sentiamo dire
che sei un uomo buono.
Non sei venale, ma il fulmine
che si abbatte sulla casa non è
neanch’esso venale.
Quel che hai detto una volta, lo mantieni.
Che cosa hai detto?
Sei sincero, dici la tua opinione.
Quale opinione?
Sei coraggioso. Continua a leggere “BERTOLT BRECHT L’interrogatorio dell’uomo buono”

MARIO LODI Le nostre leggi

Da «Il paese sbagliato. Diario di un’esperienza didattica» (1970)

  1. “Quando si vuole parlare si alza la mano
  2. Non si interrompe chi parla
  3. A scuola non si sta senza far niente
  4. Quando il maestro è fuori o c’è una persona in aula che parla con lui, si lavora da soli in silenzio
  5. Quando entra una persona si saluta
  6. Dobbiamo rispettare gli animali e non farli morire
  7. Non si sporcano le schede, i quaderni e i libri: dobbiamo rispettare le nostre cose e quelle degli altri
  8. Dire sempre la verità
  9. Finito il lavoro si mette ogni cosa al suo posto
  10. Quando si prende un impegno bisogna mantenerlo”. (Tutti)