Estate o inverno (l’Estate è meglio), tutti hanno sempre qualcosa da dire sulla scuola, un’opinione qualificata, un consiglio da esperti, che naturalmente i mezzi di informazione rimbalzano immediatamente e con gioia, soprattutto se l’opinione qualificata parte da un informatore, e non putacaso da uno che la scuola la fa tutti i giorni. Questa volta è il turno di Enrico Mentana, il cui curriculum, da Berlusconi alla maratona, è noto a tutti. E che non è nuovo a esternare il suo pensiero sulla materia.
Dice Mentana: la scuola insegna cose antiquate e non prepara per il lavoro, gli insegnanti masticano poco inglese e webbe. Aria fritta 2.0: Berlusconi ci ha fatto una campagna elettorale con la scuola delle tre i (inglese, internet, impresa). La buona scuola ha introdotto a tamburo battente l’alternanza scuola-lavoro (che poi ha cambiato nome) per avvicinare i giovani al loro futuro. E sì, si fanno cose antiquate, ma molte classi sono dotate di lim (lavagna interattiva multimediale) dove i contenuti scorrono con sottofondi musicali accattivanti e intervallati da spot pubblicitari, in pieno stile webbe. E quasi dappertutto le noiose interrogazioni sono state sostituite da quiz, preludio alle domande cui gli studenti dovranno rispondere quando saranno fuori dalla scuola.