[da «Internazionale», 1307, 17 maggio 2019]
Il mare è imprevedibile, insidioso. Per questo dall’alba dei tempi chi lo ha solcato ha voluto leggi chiare e universali, per tutelare la vita come bene supremo nella battaglia impari con le forze della natura. Le leggi del mare sono diverse da quelle che valgono sulla terraferma: sono più essenziali. Valgono nello spazio ristretto di un’imbarcazione che taglia le onde. In mare non ci sono stranieri o cittadini, clandestini o rifugiati, ma solo naviganti e naufraghi. I primi sono costretti da una legge naturale a soccorrere i secondi. Perché, come nel riflesso di uno specchio, tutti i naufraghi sono stati naviganti, tutti i naviganti potrebbero diventare naufraghi. Questa logica binaria obbliga le imbarcazioni che vanno per mare a soccorrere chi è in difficoltà. Continua a leggere “ANNALISA CAMILLI La violenza dell’abbandono”