Lasciamoli lavorare (2)

Riassumo lo stato dell’arte per quanto riguarda la legge di bilancio. La fonte è Il Sole 24 ore. Siccome qualcuno, a proposito dei terreni agricoli per le famiglie numerose ha scritto «Basta un giornalone a tiratura nazionale scriva che gli asini volano e tutti a guardare in sù» (sic, sù), ho voluto consultare il giornalone almeno di prima mano. Primo: per il reddito di cittadinanza e l’abolizione della Fornero sono pronti dei decreti, ma non sono nella legge di bilancio (non c’era più spazio, il testo consta di 115 articoli). Continua a leggere “Lasciamoli lavorare (2)”

ROSSELLA LATEMPA Psico-OCSE: arrivano le misure del carattere dei bambini. E Invalsi collabora in segreto

[Roars, 22 ottobre 2018]

Se siete insegnanti o i genitori di bambini di 10 anni e abitate nei dintorni di Roma, nella scorsa primavera potreste aver ricevuto una comunicazione: INVALSI aveva selezionato proprio il vostro istituto per partecipare ad un’indagine OCSE sulla misura delle competenze socio-emozionali dei bambini italiani. Come già accaduto per lo studio esplorativo sulla prontezza scolastica di bambini di 4-5 anni (progetto INVALSI VIPS) il sito ufficiale dell’INVALSI non riporta alcuna informazione. Soltanto navigando nella sezione ”Amministrazione trasparente” (come dire, laddove non è possibile farne a meno per obblighi di legge), si ritrovano alcuni acronimi chiaramente collegati all’OCSE: “OECD- SSES” o “OCSE -LSEC”.
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Scuole private

Le scuole private non possono funzionare in sostituzione delle pubbliche se non con l’autorizzazione del Reich ed in quanto si sottopongano alle leggi dei Länder. Per ottenere l’autorizzazione è necessario che esse non siano in condizione di inferiorità rispetto alle scuole pubbliche per quanto riguarda i programmi, l’organizzazione, la formazione scientifica degli insegnanti, e non facciano valere fra gli allievi distinzioni fondate sullo stato di fortuna dei genitori. L’autorizzazione deve essere rifiutata se non siano fornite sufficienti garanzie relativamente al trattamento economico e giuridico del personale insegnante. Scuole popolari private sono consentite solo nel caso che non esista nel Comune una scuola popolare pubblica che corrisponda alla confessione religiosa, o alla concezione filosofica della minoranza delle persone obbligate ad avere cura dell’educazione, alla cui volontà deve aversi riguardo, ai sensi del secondo comma dell’art. 1 46, oppure quando l’amministrazione della pubblica istruzione attribuisca alle medesime uno speciale interesse pedagogico.

Costituzione della Repubblica di Weimar, 11 agosto 1919, art. 147

FAHRAD MANJOO La corsa sfrenata a mettere internet in tutte le cose

[The New York Times, ottobre 2018]

Più di quarant’anni fa Bill Gates e Paul Allen fondarono la Microsoft con l’idea di portare un computer su ogni scrivania. Nessuno li prese sul serio, di conseguenza pochi cercarono di fermarli. Così, prima che qualcuno potesse accorgersene, il danno era fatto: non c’era quasi più nessuno che non avesse il sistema operativo Windows, e i governi dovettero affrontare il difficile compito di arginare il monopolio della Microsoft.

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Come diceva mia nonna: ci si scalda con la legna che si ha

Marco Bussetti, il ministro, ha proclamato che il governo (del cambiamento) non ha intenzione di spendere un soldo in più nella scuola: «Come diceva mia nonna – spiega – ci si scalda con la legna che si ha». Se la scuola, insegnava una ministra altrettanto saggia, può sopravvivere al taglio di 8 miliardi, vuol dire che potrà diventare più efficiente senza finanziamenti. La scuola è virtuosa. Per esempio, quello che prima si faceva a pagamento, ora lo si fa anche gratis (o per due spiccioli) per dedizione al proprio lavoro. Il taglio di materie ha aumentato l’ignoranza (ma di poco), ma ha migliorato l’efficacia, la scuola funziona meglio, più leggera, più snella, è diminuito l’insuccesso scolastico. E poi ci sono le scuole private che possono tamponare laddove ci sono carenze della scuola pubblica. Facciamo l’ipotesi, diceva Calamandrei, che ci sia un partito al potere che dice di voler rispettare la Costituzione. Ma vuole istituire una larvata dittatura. Impadronirsi delle scuole di Stato. Cosa fa? «comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, ad impoverirle. Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private».

Revisionisti

Mi sono posto, dunque, questa regola: si può e si deve discutere SUI «revisionisti»: si possono analizzare i loro testi come si fa l’anatomia di un falso […] non si discute CON i «revisionisti». M’importa poco che i «revisionisti» siano della varietà neonazista o siano della varietà d’ultrasinistra, che appartengano sul piano psicologico alla varietà perfida, alla varietà perversa, alla varietà paranoica o semplicemente alla varietà imbecille: a loro non ho nulla da rispondere, e non risponderò nulla.

Pierre Vidal-Naquet, Gli assassini della memoria

GIANFRANCO SCIALPI Le classi pollaio contesti dove regna la superficialità

[Gianfranco Scialpi, 22 ottobre 2018]

Le classi pollaio, una pessima soluzione organizzativa dove è  difficile incontrare la persona. Esprime la rinuncia alla profondità, a vantaggio di una pedagogia che riduce tutto a prestazione, a omologazione del soggetto educante…

Classi pollaio, dove regna il numero, il calcolo
Le classi pollaio, una pessima soluzione organizzativa voluta e imposta dal Governo Berlusconi IV (2008-11), unicamente per ottimizzare le risorse. Continua a leggere “GIANFRANCO SCIALPI Le classi pollaio contesti dove regna la superficialità”

Immaginazione

Se una società basata sul mito della produttività (e sulla realtà del profitto) ha bisogno di uomini a metà – fedeli esecutori, diligenti riproduttori, docili strumenti senza volontà – vuol dire che è fatta male e bisogna cambiarla. Per cambiarla occorrono uomini creativi, che sappiano usare la loro immaginazione.

Gianni Rodari, Grammatica della fantasia

Riassumendo

Il condono è diventato condonino, quota 100 è una fregatura, Mimmo Lucano è stato esiliato, ho dato 9 (il primo di quest’anno) a Stella nonostante l’anno scorso mi abbia dato buca alle Olimpiadi di italiano, la bandiera di Aldro all’Olimpico non è stata fatta entrare (e la Roma ha perso 2 a 0), le leggi razziali vengono emanate un po’ alla volta, adesso è il turno dei negozi etnici che devono chiudere alle 9 perché sono un ritrovo di spacciatori e casinisti. Last but not least, farsi impiantare un chip non è una grande trovata, c’è il rischio, leggo su «The Atlantic», che «le mani su cui è impiantato un chip potrebbero essere tagliate per poter scassinare le abitazioni».

LUISA MIRONE Parlare di scuola. Riflessioni a margine di Ultimo banco di Giovanni Floris

[La letteratura e noi, 8 ottobre 2018]

Insegnanti e superpoteri

«I professori vivono la straordinarietà dello spazio-tempo scolastico senza poter condividere questa fortuna. Loro sanno di essere protagonisti della fase più unica ed eccezionale della nostra vita, ma sanno anche che noi lo capiremo molto tardi e forse mai. (…) E l’importanza della dimensione in cui operano non verrà, quindi, mai riconosciuta davvero. Sono i classici supereroi, insomma. Vivono in incognito la missione più fondamentale e più rischiosa, mascherati da persone qualsiasi». (G. Floris, Ultimo banco, Solferino, 2018, p. 51). Continua a leggere “LUISA MIRONE Parlare di scuola. Riflessioni a margine di Ultimo banco di Giovanni Floris”