Flipper

Non l’avevo mica comprato il flipper, si capisce. Ma ci sono cose, nella vita, che ti appartengono per abito, per censo, per sacro e inalienabile diritto. E il flipper del bar Pedro, sin dai remoti tempi in cui riuscivo a malapena ad arrivare alle manopole, era una di queste.

Carlo D’Amicis, La guerra dei cafoni

Lasciamoli lavorare (5)

Premessa: il nuovo esame di Stato è regolato dal decreto 62 del 2017, nel quadro delle deleghe alla 107. Quindi è stato il PD. Il governo del cambiamento si è solo limitato a passarlo. Probabilmente il ministro non l’ha nemmeno letto. Qualcuno ha scritto cosa doveva dire.

Una novità importante è che il nuovo esame, finalmente, sarà aderente ai programmi scolastici: «Prosegue il lavoro di accompagnamento verso il nuovo Esame – ha detto il ministro Marco Bussetti -. Il Miur, anche alla luce delle nuove regole, lavorerà affinché le tracce siano davvero corrispondenti con quanto fatto dai ragazzi durante il percorso di studi Continua a leggere “Lasciamoli lavorare (5)”

RENATA PULEO Perché la valutazione standardizzata – e oltre… – piace agli economisti

[La scuola delle 3 i, 24 novembre 2018]

Padova, convegno «Riaccendiamo il fuoco nella scuola», 10 novembre 2018

Il realismo capitalista di cui scrisse Mark Fisher, è legato alla convinzione che il processo di soggettivizzazione necessario alla produzione di capitale umano, passi attraverso la formazione ricorrente, alternante (teniamo presente questo aggettivo, Gigi Rossi ha parlato di cosa può voler dire in ambito di istruzione), per tutta la vita. Anche Michael Young ne descrisse gli effetti che collocò – a differenza di Fisher – in un grigio fanta-futuro, sempre britannico. Continua a leggere “RENATA PULEO Perché la valutazione standardizzata – e oltre… – piace agli economisti”

UGO FOSCOLO A Zacinto

Né più mai toccherò le sacre sponde
ove il mio corpo fanciulletto giacque,
Zacinto mia, che te specchi nell’onde
del greco mar da cui vergine nacque

Venere, e fea quelle isole feconde
col suo primo sorriso, onde non tacque
le tue limpide nubi e le tue fronde
l’inclito verso di colui che l’acque

cantò fatali, ed il diverso esiglio
per cui bello di fama e di sventura
baciò la sua petrosa Itaca Ulisse.

Tu non altro che il canto avrai del figlio,
o materna mia terra; a noi prescrisse
il fato illacrimata sepoltura.

Tribalismo

Resta la domanda: che fare?

Ritorniamo da capo. Si sarà notato che tutti gli elementi del tribalismo stanno anzitutto nel «substrato» delle azioni e dei convincimenti sociali. Da lì occorre procedere. A chi pretende di parlare a nome degli «italiani» e della loro «identità», si opponga il dissenso; a chi esalta la forza, si oppongano il rispetto e la mitezza; a chi burocratizza la scuola e l’università per trasformarle in avviamento professionale, si oppongano i diritti della cultura; alle illegalità, si reagisca senza timore con la denuncia; alla cultura della discriminazione e della violenza, si contrappongano iniziative di solidarietà. Agli ignoranti che usano la vuota e spesso oscena neo-lingua, si chieda: ma che cosa dici mai, come parli? eccetera, eccetera. Fino al limite della resistenza ai soprusi e della disobbedienza civile che, in casi estremi, come ha insegnato don Milani, sono virtù.

Gustavo Zagrebelsky

FABIO GEDA In famiglia

Da Nel mare ci sono i coccodrilli. Storia vera di Enaiatollah Akbari

La famiglia abitava fuori Torino, in una casa isolata, oltre le colline. Sceso dalla macchina — Danila era venuta a prenderci alla fermata di un autobus — sono stato circondato da tre cani, che tra tutti gli animali è forse il mio preferito, e ho pensato: Qui mi sa che andiamo d’accordo.

Marco era il padre, e di lui, anche se è un padre, posso pronunciare il nome, non come del mio, che ho chiamato solo padre. Danila era la madre, e anche di lei, e dei figli, Matteo e Francesco, mi sento di dire i nomi. Non sono nomi che mi fanno stare male, anzi. Continua a leggere “FABIO GEDA In famiglia”

Lasciamoli lavorare (4)

In questa settimana si è capito che i 14 euro saranno 8 e arriveranno ad aprile. All’anno fanno 72 euro più 6 di tredicesima. Non c’è pericolo che scatti l’aliquota. Per il resto non si muove una foglia. Ho fatto una ricerca su abolizione ambiti territoriali. Dice che è stato presentato un disegno di legge. Nulla di più. La proposta di eliminare le materie non sembra avere avuto seguito. Qualcosa si dice (in giro) sulla mobilità. Pende come una spada di Pericle (la definizione non è mia) l’ipotesi della regionalizzazione. Dice che i 5s sono contrari. Ma, dubbio, se votano senza battere ciglio il dl razzismo di Salvini, si opporranno alle norme sui trasferimenti dei docenti? Continua a leggere “Lasciamoli lavorare (4)”

MATTEO SAUDINO 14 euro

Il governo del cambiamento propone un aumento salariale per gli insegnanti di ben 14 euro, lordi si intende.
Sinceramente, mi chiedo il perché di un aumento così generoso. Per una categoria di lavoratori intellettuali che ha trascorso gli ultimi vent’anni senza scioperare in modo forte e unitario e a fare ricorsi al Tar per salvarsi in solitudine, che ha accettato e condiviso la logica della scuola azienda e del consumo e della precarizzazione dell’istruzione, potevano bastare un buono pizza o una ricarica telefonica da 5 euro.

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CLAUDIA PEPE L’alunno che ha colpito la prof. Noi non lo perdoniamo

[Alganews, 16 novembre 2018]

L’insegnante è entrata in classe alle ore 12 al cambio d’ora. Improvvisamente le luci si sono spente ed è incominciata la rabbia incontenibile, la sensazione dell’odio, una frustrazione che si è tramutata in pura violenza. Una violenza che ha portato l’insegnante ad essere trasportata all’Ospedale con una prognosi di 5 giorni. Per scoprire il colpevole sono intervenuti i Carabinieri, l’appello del preside che incitava il colpevole a farsi avanti e un’assemblea per discutere la ragione di comportamenti così brutali e disumani che accadono ormai giornalmente nelle nostre scuole. Il caso aveva scatenato polemiche a livello nazionale, tanto che alcuni giorni dopo gli studenti, in corteo, avevano deciso di smarcarsi dall’immagine di ‘scuola di bulli’ che si era venuta a creare dopo l’episodio (Fonte Il Giorno).

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