CARLO TECCE La didattica a distanza fa male

[«l’Espresso», 8 gennaio 2021]

Dalla precarietà allo stress, il dicastero è al lavoro da mesi sugli effetti psicologici sugli studenti della Dad. L’Espresso ha consultato i documenti riservati

La didattica a distanza fa male. Si ha paura a dirlo, per non sovrapporre i drammi. Al ministero dell’Istruzione, però, lo sanno da mesi che quel rito digitale conosciuto con la sgradevole sigla di “dad”, nel lungo periodo, fa male agli studenti, riduce l’apprendimento scolastico, amplifica il disagio sociale, genera disturbi psicologi.

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FLAVIO MARACCHIA Titanic

[Gli opliti di Aristotele, 4 gennaio 2021]

Alla fine anche il mese di dicembre è passato. Nelle prime settimane l’orario della scuola è variato tre volte, poi con le vacanze di Natale sono arrivate le giornate che cambiavano colore manco fossero le foglie di un albero in autunno e serviva una tabella per tenere a mente tutte le restrizioni, sono tornate le autodichiarazioni, le file davanti al supermercato e ai negozi per i regali, il senso di impotenza.

Nonostante tutto però il mese è andato liscio. Le premesse, per come si erano messe le cose, non erano mica buone. Una comunicazione dell’Ufficio Scolastico Regionale mi annunciava una punizione esemplare: 11 giorni di sospensione dal servizio con relativo taglio di un terzo dello stipendio.

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ANTONELLA CURRÒ W la DaD perché

[post su «La nostra scuola: cultura passione e relazione», gruppo facebook]

– non devo usare i dpi e non rischio di beccarmi qualcosa da quegli irresponsabili virulenti.
– non devo alzarmi alle 5 per prendere il treno.
– risparmio la benzina e la fatica del viaggio.
– evito di rimanere o tornare a scuola per le riunioni, i colloqui, i progetti e ogni rottura in presenza.
– evito lo stress di tenere la disciplina in classi agitate… basta un click e muto tutti.
– con un po’ di pazienza posso trovare in rete materiali già pronti da propinare ai miei alunni e durante le lezioni sincrone faccio correzione collettiva dei compiti o verifiche preconfezionate a tempo, con correzione e valutazione automatica.
– sto comodo e caldo a casa mia in ciabatte e pigiama e fra una lezione e l’altra cucino, stiro, mangio, guardo la tv, stendo il bucato o faccio la lavatrice…
– ah dimenticavo: non c’è alternativa, meglio di niente, siamo in emergenza, mantengo il contatto umano con i miei alunni e porto avanti il programma garantendo loro il diritto all’istruzione…

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