FRANCESCO GUCCINI Auschwitz

Da «Folk Beat n. 1» (1967)

Son morto con altri cento, son morto ch’ero bambino,
passato per il camino e adesso sono nel vento e adesso sono nel vento….

Ad Auschwitz c’era la neve, il fumo saliva lento
nel freddo giorno d’ inverno e adesso sono nel vento, adesso sono nel vento…

Ad Auschwitz tante persone, ma un solo grande silenzio:
è strano non riesco ancora a sorridere qui nel vento, a sorridere qui nel vento…
Io chiedo come può un uomo uccidere un suo fratello
eppure siamo a milioni in polvere qui nel vento, in polvere qui nel vento…

Ancora tuona il cannone e ancora non è contento
di sangue la bestia umana e ancora ci porta il vento e ancora ci porta il vento…

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GIOVANNI IOZZOLI La campagna militar-vaccinale

[Carmilla, 4 gennaio 2021]

Come volevasi dimostrare, questa maledetta pandemia sta devastando quel po’ di residui democratici di cui il mondo occidentale menava ancora vanto. In Italia ci siamo rapidamente assuefatti alla sospensione delle libertà costituzionali a mezzo DPCM; e il punto non è tanto l’utilità profilattica del lockdown (su cui esistono ampi margini di discussione) quanto la terribile passività con cui la società ha accettato e introiettato questa nuova schiacciante prassi: le libertà fondamentali non sono più indisponibili ai governi – non sono più naturalmente “nostre”, come recita il catechismo liberale; appartengono a chi ha in mano gli strumenti di coercizione e il monopolio della forza (l’esecutivo). Un bel salto all’indietro di circa 250 anni, nel rapporto tra cittadini e Sovrano.

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