JEAN-PAUL SARTRE Paracarro

[Da La nausea]

D’un tratto, dico, pietosamente: “Son contento di vederti”. L’ultima parola mi si strozza in gola: se era per questo avrei fatto meglio a star zitto. Di sicuro ora s’offende. Lo sapevo che il primo quarto d’ora sarebbe stato penoso. Una volta, quando rivedevo Anny, sia dopo un’assenza di ventiquattr’ore, sia al mattino, al risveglio, non sapevo mai trovare la parola ch’ella aspettava, quelle che convenivano al suo vestito, al tempo, alle ultime parole che avevamo pronunciato il giorno prima. Ma che cosa vuole? Non posso indovinarlo. Alzo gli occhi. Anny mi guarda con una specie di tenerezza. “Dunque non sei cambiato proprio affatto? Dunque sei sempre così sciocco?”.
Il suo viso esprime soddisfazione. Ma che aria stanca che ha.
“Sei un paracarro” dice “un paracarro al margine d’una strada Continua a leggere “JEAN-PAUL SARTRE Paracarro”