FRANCESCO GUCCINI Primavera di Praga

Da «Due anni dopo» (1970)

Di antichi fasti la piazza vestita
grigia guardava la nuova sua vita,
come ogni giorno la notte arrivava,
frasi consuete sui muri di Praga,
ma poi la piazza fermò la sua vita
e breve ebbe un grido la folla smarrita
quando la fiamma violenta ed atroce
spezzò gridando ogni suono di voce…

Son come falchi quei carri appostati,
corron parole sui visi arrossati,
corre il dolore bruciando ogni strada
e lancia grida ogni muro di Praga.
Quando la piazza fermò la sua vita,
sudava sangue la folla ferita,
quando la fiamma col suo fumo nero
lasciò la terra e si alzò verso il cielo,
quando ciascuno ebbe tinta la mano,
quando quel fumo si sparse lontano,
Jan Hus di nuovo sul rogo bruciava
all’orizzonte del cielo di Praga…

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FRANCESCO GUCCINI Canzone della bambina portoghese

Da «Radici» (1972)

E poi e poi, gente viene qui e ti dice di sapere già ogni legge delle cose.
E tutti, sai, vantano un orgoglio cieco di verità fatte di formule vuote…
E tutti, sai, ti san dire come fare,
quali leggi rispettare, quali regole osservare, qual’è il vero vero…
E poi, e poi, tutti chiusi in tante celle fanno a chi parla più forte
per non dir che stelle e morte fan paura…

Al caldo del sole, al mare scendeva la bambina portoghese,
non c’eran parole, rumori soltanto come voci sorprese,
il mare soltanto e il suo primo bikini amaranto,le cose più belle e la gioia del caldo alla pelle…

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FRANCESCO GUCCINI Incontro

Da «Radici» (1972)

E correndo mi incontrò lungo le scale
Quasi nulla mi sembrò cambiato in lei
La tristezza poi ci avvolse come miele
Per il tempo scivolato su noi due
Il sole che calava già rosseggiava la città
Già nostra e ora straniera e incredibile e fredda
Come un istante “déjà vu”
Ombra della gioventù, ci circondava la nebbia.

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ENZO COLLOTTI La storia dal nulla

[«il manifesto», 14 febbraio 2004]

Quali che siano le buone intenzioni dei politici le manipolazioni della storia producono sempre veleno. L’uso politico della storia è così connaturato alla nostra classe politica, di destra e di sinistra, che diventa sempre più difficile districarsi nel groviglio di silenzi, rimozioni, pentimenti, confessioni e riabilitazioni a metà per cui il risultato della memoria e della storia condivisa finisce per essere sempre una verità dimezzata. Si è perduta la capacità di distinguere tra storia e memoria, anche perché questa si impone per l’amplificazione che ne fanno i media sempre sensibili ai gruppi di pressione, a chi grida più forte, e soprattutto la capacità di leggere criticamente la storia, a cominciare dalla propria storia, che viene schiacciata dall’alternativa di essere ritenuta verità assoluta o di essere condannata all’abiura.

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