MAURO PRESINI 10 ragioni per dire NO alla scuola delle regioni

[Like @ Rolling Stone, 25 febbraio 2019]

La scuola italiana è un «organo costituzionale» ovvero un bene comune di tutti i cittadini, indipendentemente dalla regione in cui si vive e dalle diverse condizioni personali e sociali.
Le regioni Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna hanno chiesto, a questo governo, autonomia in alcuni settori, fra cui quello scolastico.
Seppur le tre regioni abbiano obiettivi diversi, io credo che regionalizzare la scuola rappresenti un pericoloso progetto di secessione.
In sintesi, sono contrario a questa proposta perché Continua a leggere “MAURO PRESINI 10 ragioni per dire NO alla scuola delle regioni”

WILLIAM SOMERSET MAUGHAM Declino e caduta del genere poliziesco

[da Lo spirito errabondo, Adelphi, Milano 2018, pp. 112-137]

Lo schema del poliziesco deduttivo è semplice: qualcuno viene ucciso, c’è un’indagine, il sospetto ricade su un certo numero di persone, il colpevole viene scoperto e condannato per il suo delitto. Questa è la formula classica e contiene in sé tutti gli elementi di un buon racconto, perché ha un inizio, uno sviluppo e una fine. È stata stabilita da Edgar Alan Poe nei Delitti della Rue Morgue, ed è stata seguita per molti anni con scrupolo. Il romanzo L’ultima inchiesta di Trent di E.C. Bentley è stato a lungo considerato un perfetto esempio di narrativa costruita secondo questi criteri. Non ha l’andamento serrato dei polizieschi di oggi, ma è scritto con gradevole leggerezza e in buon inglese. I personaggi sono ben delineati e plausibili. Lo humour è discreto. Purtroppo per l’autore, ai tempi in cui scriveva si sapeva ben poco delle impronte digitali, mentre ora sono entrate a pieno titolo nelle procedure di indagine.

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ANNA ANGELUCCI Contro le competenze

[Roars, 6 aprile 2018]

Intervento presentato a Officina dei Saperi,  Roma – 16 marzo 2018, Convegno: «Aprire le porte: creazione sociale e pedagogia del mercato. Per una scuola e una università inclusive, ecologiche e cooperative»

La parola ‘competenze’, a scuola e all’università, indica oggi un nuovo paradigma didattico imposto dall’Unione europea[1] e veicolato in Italia da Confindustria[2] e Ministero dell’istruzione, attraverso raccomandazioni, documenti e dispositivi di legge. I nuovi sillabi disciplinari, le nuove indicazioni didattiche, i nuovi modelli di certificazione: tutto ha come presupposto e finalità l’obbligo di curvare ogni insegnamento alla ‘mobilizzazione’ delle competenze dello studente, dalle elementari all’università. Continua a leggere “ANNA ANGELUCCI Contro le competenze”

Tortura

Un uomo non può chiamarsi reo prima della sentenza del giudice […]. O il delitto è certo o incerto; se certo, non gli conviene altra pena che la stabilita dalle leggi, ed inutili sono i tormenti, perché inutile è la confessione del reo; se è incerto, e’ non devesi tormentare un innocente, perché tale è secondo le leggi un uomo i di cui delitti non sono provati. Ma io aggiungo di più, ch’egli è un voler confondere tutt’i rapporti l’esigere che un uomo sia nello stesso tempo accusatore ed accusato, che il dolore divenga il crociuolo della verità […]. Questo è il mezzo sicuro di assolvere i robusti scellerati e di condannare i deboli innocenti.

Cesare Beccaria, Dei delitti e delle pene, cap. XVI

EMANUELA BANDINI La trottola che non gira più. Quale idea di letteratura nella tipologia A del nuovo Esame di Stato

[La letteratura e noi. 18 febbraio 2019]

Partiamo da un dato di fatto: ogni modifica, anche minima, dell’esame conclusivo di un ciclo scolastico ha un impatto, sulla didattica delle discipline, molto maggiore di qualunque innovazione nelle linee programmatiche e di indirizzo emanate a livello istituzionale (siano esse Indicazioni nazionali, programmi, profili in uscita, quadri di competenze o altro).

Non a caso, la riforma dell’Esame di Stato del 1998, che introdusse la tipologia dell’Analisi del testo in sostituzione del tradizionale “tema di letteratura”, fu il punto di arrivo di un percorso che, in un contesto scolastico informato da oltre sessant’anni di storicismo pseudo-gentiliano, portò finalmente il testo letterario a prendere il posto della storia letteraria al centro della pratica didattica Continua a leggere “EMANUELA BANDINI La trottola che non gira più. Quale idea di letteratura nella tipologia A del nuovo Esame di Stato”

Reddito (di cittadinanza)

L’introduzione del cosiddetto reddito di cittadinanza è una buona notizia. L’Italia è uno dei paesi europei con maggiore di uguaglianza e minore spesa sociale per contrastare la povertà […].

Ma le critiche fioccano: è una manovra elettorale, accelerata a rischio di grandi inciampi amministrativi in vista delle europee; è un disincentivo al lavoro o un incentivo al lavoro nero; lascia fuori le famiglie più bisognose; l’assegno è troppo alto; i centri per l’impiego sono inefficienti; è un ricatto; è un aiuto alle aziende più che ai poveri. Critiche più o meno fondate […]. Ma che non centrano il punto più importante: chi lo paga, il reddito di cittadinanza?

Nella manovra italiana, apparentemente, non lo paga nessuno. Ci si affida all’aumento del debito Continua a leggere “Reddito (di cittadinanza)”

Il diritto del mare

Scheda da «Internazionale» e «Il Post», a cura di Mariacristina Faraglia

Cosa dicono le leggi nazionali e le convenzioni internazionali?
L’articolo 2 della Costituzione italiana disciplina che: “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”.

L’articolo 1113 del Codice della navigazione prevede la reclusione da un anno a tre anni per chiunque “omette di cooperare con i mezzi dei quali dispone al soccorso di una nave, di un galleggiante, di un aeromobile o di una persona in pericolo”. Gli fa eco l’articolo 1158 del medesimo codice, che però prevede pene di reclusione fino a 8 anni laddove una delle persone a cui non si è prestato soccorso dovesse decedere.

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REDAZIONE ROARS Lettera aperta sui nuovi esami di Stato

[Roars, 15 febbraio 2019]

Gli estensori di questa Lettera Aperta, insegnanti e rappresentanti di un foltissimo numero di docenti e cittadini – riuniti in associazioni, sigle sindacali, movimenti, gruppi di studio – firmatari di un Appello per la scuola pubblica (dicembre 2017) esprimono la loro posizione nei confronti dell’attuale riforma dell’esame di Stato firmata dal Ministro Bussetti, ancora una volta in perfetta continuità con i suoi predecessori.

All’articolo 22 del Contratto per il Governo del cambiamento, esplicitamente dedicato alla scuola, leggiamo testualmente: «In questi anni le riforme che hanno coinvolto il mondo della scuola si sono mostrate insufficienti e spesso inadeguate, come la c.d. “Buona Scuola”, ed è per questo che intendiamo superarle con urgenza per consentire un necessario cambio di rotta». Continua a leggere “REDAZIONE ROARS Lettera aperta sui nuovi esami di Stato”

MONI OVADIA Da Salvini equiparazioni perniciose

[«il manifesto», 12 febbraio 2019]

L’Italia è un paese ammorbato da molteplici retoriche, da un tasso patologico di falsa coscienza e per converso da un livello bassissimo di onestà intellettuale e di senso della memoria. Per questo è estremamente impervio affrontare il tema delle foibe senza intossicazioni ideologiche strumentali. Personalmente non ho la pretesa di farlo in modo obiettivo, ma spero di mantenere un ragionevole equilibrio. Io considero ogni violenza perpetrata deliberatamente contro un essere umano innocente un crimine ingiustificabile. Anche in tempo di guerra. Ritengo che un colpevole e persino un grande criminale non possano essere puniti senza un giusto processo, sono contrario alla pena di morte, che nessun tribunale dovrebbe avere il diritto di comminare neppure al più feroce dei carnefici.

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SALVATORE PRINZI Lettera di un insegnante precario al ministro Bussetti

Caro Ministro dell’Istruzione Bussetti,
chi ti scrive è un insegnante e ricercatore precario, uno che tutti i giorni si “impegna forte”, come ti piace dire. Ieri sei venuto ad Afragola, dove nelle ultime settimane sono esplose le bombe della camorra, e non abbiamo sentito una parola su quanto la Scuola sia importante nel contrasto alle mafie, o su come lo Stato debba garantire quel primo articolo della Costituzione che parla di lavoro, principale antidoto alle mafie. In compenso hai detto che non c’è bisogno di “investimenti” – che, ti ricordo, non sono un tuo regalo: si tratta di soldi pubblici che noi cittadini versiamo con le tasse – e c’è invece bisogno, secondo te, che ieri sembravi piuttosto Ministro della Padania, che noi primitivi meridionali ci diamo da fare, lavoriamo duro, facciamo sacrifici.

Caro Ministro, sono decenni che facciamo i sacrifici. Sono decenni che quelli che tu dovresti rappresentare – gli insegnanti, i ricercatori – fanno sacrifici Continua a leggere “SALVATORE PRINZI Lettera di un insegnante precario al ministro Bussetti”