L’uscita della Tamaro su Verga da una parte è di una banalità sconfortante e nemmeno dovrebbe essere commentata, se non per il fatto che segnala un problema: l’insegnante non è più considerato dalla cultura media (il coro di presidi, giornalai, pseudoautori di romanzi rosa, ecc.) un mediatore di educazione letteraria, gli studenti potranno imparare solo quello che sono in grado di capire da soli, in presenza di un assistente, acculturato ma addomesticato, che tutt’al più potrà indirizzarli verso ciò che delle linee guida hanno stabilito.
Intanto, poiché quel momento non è ancora arrivato, ho chiesto alla quinta rossa se condividono l’affermazione di Susanna Tamaro che Verga è brutto e difficile. Manolo dice che è molto più difficile Pirandello. Lollo dice che se lui fosse ministro dell’istruzione farebbe studiare Carducci al posto di d’Annunzio (che non gli ho fatto studiare). Qualcuno chiede chi è Susanna Tamaro. Rispondo che è stata, o è (non so se ha scritto altro dopo Va’ dove ti porta il cuore) una famosa compilatrice di romanzi scritti da altri degli anni novanta, in pratica ha anticipato chat gpt di almeno vent’anni.