Il discorso indiretto liberto implica l’esperienza dell’ambiguità polifonica perché riferisce i pensieri di un personaggio senza sintagmi di legamento (l’aggettivo libero sta appunto a indicare l’abolizione del dire e del pensare) pur conservando la forma grammaticale del discorso indiretto (la terza persona e i verbi al passato): in tal modo si producono oscillazioni e incertezze riguardo alla possibilità di attribuire quei pensieri alla coscienza del personaggio o alla supervisione del narratore.
Emanuele Zinato, Intrecci di voci. L’ambiguità polifonica come risorsa formativa, in Insegnare letteratura