MILAN KUNDERA Il regalo

Da «Il dottor Havel vent’anni dopo», in «Amori ridicoli»

Havel, che aveva vissuto gli ultimi giorni in un’umiliante invisibilità, si beava felice dell’attenzione dei passanti e desiderava che i raggi di quell’interesse cadessero quanto più possibile anche su di lui; abbracciava perciò l’attrice alla vita, si chinava verso di lei, le sussurrava all’orecchio ogni sorta di dolcezze e di oscenità, e lei rispondeva stringendosi a lui e alzando sul suo viso gli occhi contenti. E Havel, sotto tutti quegli sguardi, sentì che stava riacquistando la visibilità perduta, sentì i propri lineamenti incerti ritornare chiari e marcati, sentì nuovamente la gioia orgogliosa che gli dava il proprio corpo, i propri passi, il proprio essere. Continua a leggere “MILAN KUNDERA Il regalo”