DANIELE LO VETERE Liberare l’insegnamento dall’apprendimento. Riflessioni politiche e pedagogiche intorno a un libro importante (su «Riscoprire l’insegnamento» di Gert J. J. Biesta)

[Da Le parole e le cose, 25 luglio 2022]

Gert J. J. Biesta è un importante filosofo dell’educazione, prima d’oggi mai tradotto nel nostro paese.[i] La pubblicazione di Riscoprire l’insegnamento (Raffaello Cortina Editore, 2022, pp. 153), per la cura di Francesco Cappa e Paolo Landri, mette a disposizione dei lettori italiani un pensiero pedagogico di grande interesse e sicura attualità, che merita ben più di una semplice recensione: direi l’avvio di una riflessione collettiva. È Biesta stesso che ci invita a una ricezione operosa: «Quelle esposte in questo libro non sono solo idee su cui riflettere […] ma forse, prima di tutto, idee con cui pensare» (pp. 4-5, corsivi originali). L’obiettivo del filosofo è rivalutare l’insegnamento e gli insegnanti, per una decisa correzione di quella che chiama «learnification dell’istruzione».

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Contaminazione

In critica letteraria, la fusione di elementi provenienti da opere, generi o linguaggi comunicativi diversi. In questo uso, l’idea della mescolanza di elementi eterogenei ha un significato positivo, poiché il suo risultato è la creazione di un prodotto artistico nuovo e originale. Nell’uso comune, tuttavia, veicola generalmente un significato negativo, sinonimo di «inquinare., «infettare», che deriva dall’idea che il contatto tra elementi di provenienze diverse porti a perdere le qualità originarie degli elementi stessi.

Da Conte – Pianezzola, «La Bella Scola. Corso di letteratura latina»

BERTOLT BRECHT L’analfabeta politico

Il peggiore analfabeta
è l’analfabeta politico.
Egli non sente, non parla,
né s’importa degli avvenimenti politici.

Egli non sa che il costo della vita,
il prezzo dei fagioli, del pesce, della farina,
dell’affitto, delle scarpe e delle medicine
dipendono dalle decisioni politiche.

L’analfabeta politico è così somaro
che si vanta e si gonfia il petto
dicendo che odia la politica.

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GIOVANNI VERGA La morte di Gesualdo

Da «Mastro-don Gesualdo», parte IV, cap. 5

Un nuvolo gli calò sulla faccia e vi rimase. Una specie di rancore, qualcosa che gli faceva tremare le mani e la voce, e trapelava dagli occhi socchiusi. Fece segno al genero di fermarsi; lo chiamò dinanzi al letto, a quattr’occhi, da solo a solo.
— Finalmente… questo notaro… verrà, sì o no? Devo far testamento… Ho degli scrupoli di coscienza… Sissignore!… Sono il padrone, sì o no?… Ah… ah… stai ad ascoltare anche tu?…
Isabella andò a buttarsi ginocchioni ai piedi del letto, col viso fra le materasse, singhiozzando e disperandosi. Il genero lo chetava dall’altra parte Continua a leggere “GIOVANNI VERGA La morte di Gesualdo”

DAVID BOWIE Lettera a Hermione

Da «Space Oddity» (1969)

La mano che ha scritto questa lettera
Pulisce il cuscino.
Così appoggiaci la testa
e leggi un sogno custodito
Non mi interessi che te
La mia anima si lacera per combattere il dolore
Penso che forse anche tu ti senta così,
Cosa possiamo fare?
Non sono sicuro di cosa dovremmo fare.
È per questo che ho scritto proprio per te. Continua a leggere “DAVID BOWIE Lettera a Hermione”

ROBERTO FINELLI Una scuola del «ri/conoscere»

Da «Filosofia e tecnologia»

La scuola del civis, nel condurre dal narcisismo primario alla communitas, trovava non a caso nel sapere storico la sua chiave di volta. La storia infatti per definizione deindividualizza e ci consegna a un percorso collettivo: un percorso fatto di evoluzione e di confronti tra tipologie diverse di società e di relazioni umane, di attitudini esistenziali e atteggiamenti vari nei confronti del mondo, di diverse filosofie e religioni, di diverse letterature e mitologie […] La storia ci globalizza, allarga la nostra visione a essere kantianamente membri di quel valore supremo che è il genere umano […].

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Peste

Alla peste risponde l’ordine. La sua funzione è di risolvere tutte le confusioni: quella della malattia, che si trasmette quando i corpi si mescolano; quella del male che si moltiplica quando la paura e la morte cancellano gli interdetti. Esso prescrive a ciascuno il suo posto, a ciascuno il suo corpo, a ciascuno la sua malattia e la sua morte, a ciascuno il suo bene per effetto di un potere onnipresente e onnisciente che si suddivide, lui stesso, in modo regolare e ininterrotto fino alla determinazione finale dell’individuo, di ciò che lo caratterizza, di ciò che gli appartiene, di ciò che gli accade.
Michel Foucault, Alla peste risponde l’ordine, da Sorvegliare e punire

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GUIDO GUINIZZELLI Vedut’ ho la lucente stella diana

Vedut’ ho la lucente stella diana,
ch’apare anzi che ’l giorno rend’ albore,
c’ha preso forma di figura umana;
sovr’ ogn’ altra me par che dea splendore:

viso de neve colorato in grana,
occhi lucenti, gai e pien’ d’amore;
non credo che nel mondo sia cristiana
sì piena di biltate e di valore.

Ed io dal suo valor son assalito
con sì fera battaglia di sospiri
ch’avanti a lei de dir non seri’ ardito. Continua a leggere “GUIDO GUINIZZELLI Vedut’ ho la lucente stella diana”

ANTONIO MANZINI E adesso amici miei siamo alla domanda di rito. Siete pronti?

Da «La mala erba»

Non c’era il sindaco a presenziare, ma un assessore con una fascia tricolore messa di traverso. Si strinsero le mani. Il dottor Moresi, questo era il nome dell’officiante, aveva un bel sorriso e fece finta di niente quando cercò di stringere la mano a Mariuccio e quello se la tenne almeno un minuto buono di orologio scuotendogliela in su e in giù e spettinandogli il ciuffo. I due novelli sposi si misero seduti davanti al tavolo e Moresi cominciò a leggere gli articoli del codice civile.
«…con il matrimonio i coniugi assumono gli stessi diritti e gli stessi doveri…».
Mariuccio aveva gli occhi chiusi e dondolava appena la testa. Moresi arrestò per un attimo la lettura. «Ma sta bene?» chiese a Cicci che annuì e gli fece cenno di proseguire. Continua a leggere “ANTONIO MANZINI E adesso amici miei siamo alla domanda di rito. Siete pronti?”