Come molte danzatrici, Elokeshi aveva una bella voce e sapeva cantare antichi e raffinati thumri. Mentre lei canticchiava, Neel districava i tessuti, indugiando su ogni parte del corpo che le dita denudavano per i suoi occhi e le sue labbra: le caviglie energiche, arcuate, con le cavigliere tintinnanti, le cosce sinuose, temprate, la duna morbida del pube, la curva gentile del ventre e lo svettare dei seni. Poi, quando ogni brandello di stoffa era stato rimosso, ricominciavano, in una rinnovata esplosione d’amore, lunga, languida e durevole.
Amitav Ghosh, Mare di papaveri
Mese: aprile 2021
FRANCESCO BERNI Chiome d’argento fino, irte e attorte
Chiome d’argento fino, irte e attorte
senz’arte intorno ad un bel viso d’oro;
fronte crespa, u’ mirando io mi scoloro,
dove spunta i suoi strali Amor e Morte;
occhi di perle vaghi, luci torte
da ogni obietto diseguale a loro;
ciglie di neve e quelle, ond’io m’accoro,
dita e man dolcemente grosse e corte;
labra di latte, bocca ampia celeste;
denti d’ebeno rari e pellegrini;
inaudita ineffabile armonia;
ALEKSANDR NIKOLAEVIC AFANAS’EV Vasilisa la bella
In un certo reame, in uno stato remoto, viveva un mercante. Visse per dodici anni con la moglie ed ebbe soltanto una figlia, Vasilisa la bella. Quando la madre dovette morire, la ragazza aveva otto anni.
Nel morire, la mercantessa chiamò la figlia, tirò fuori dalla coperta una bambola, gliela diede e disse:”Ascolta, Vasilisucka! Ricorda le mie parole, fa’ come ti dico. Io sto morendo e con la mia benedizione materna ti lascio questa bambola. Conservala bene e non mostrarla a nessuno; quando ti capiterà qualche guaio, dalle da mangiare e chiedi il suo consiglio. Lei, dopo aver mangiato, ti dirà come avere aiuto”. Dopo di che la mercantessa baciò la figlia e morì.
Continua a leggere “ALEKSANDR NIKOLAEVIC AFANAS’EV Vasilisa la bella”BANDABARDÒ Succederà
Sarà come stare a letto mentre fuori è freddo e piove
Come togliersi le scarpe
Dopo un giorno di gran sole
Come correre nudo
Fin dove non c’è più città
E cantare speranza ad una stella che cadrà
Sarà come dare il voto a un uomo
O a un ideale
Senza più dolore
Come rapinare banche
Dicendo solo «per favore»
THOMAS PIKETTY Una tassa universale per le multinazionali
«Internazionale», 1405, 16 aprile 2021
La pandemia di covid-19, la più grave crisi sanitaria mondiale da un secolo a questa parte, ci obbliga a ripensare l’idea di solidarietà internazionale. Oltre al diritto a produrre vaccini e materiale sanitario, bisogna interrogarsi sul diritto dei paesi poveri a svilupparsi e a percepire una parte del gettito fiscale generato dalle multinazionali e dai miliardari del pianeta. Occorre uscire dall’idea neocoloniale degli aiuti internazionali affidati alla buona volontà dei paesi ricchi e passare a una logica fondata sui diritti collettivi. Partiamo dai vaccini. Alcuni sostengono (sbagliando) che non servirebbe a niente annullare i brevetti sui farmaci, perché i paesi poveri non riuscirebbero a produrre da soli le dosi di vaccino. È falso Continua a leggere “THOMAS PIKETTY Una tassa universale per le multinazionali”
Regalo
Una volta Nasreddin fu invitato a far visita al Re. Un vicino lo vide camminare in fretta lungo la strada portando una borsa piena di rape.
«E quelle per chi sono?» chiese.
«Mi hanno invitato a vedere il Re. Pensavo sarebbe meglio arrivare con un regalo».
«E gli porti le rape? La rape sono roba per contadini! Lui è il Re! Dovresti portargli qualcosa di più adatto, come l’uva per esempio».
Nasreddin si disse d’accordo e si presentò al Re con dei grappoli d’uva. Il Re non si divertì. «Mi porti in dono dell’uva? Ma io sono un Re! È ridicolo. Portate fuori questo idiota e insegnategli le buone maniere! Gettategli addosso l’uva e buttatelo fuori dal palazzo». Continua a leggere “Regalo”
ALDA MERINI Amai teneramente dei dolcissimi amanti
Amai teneramente dei dolcissimi amanti
senza che essi sapessero mai nulla.
E su questi intessei tele di ragno
e fui preda della mia stessa materia.
In me l’anima c’era della meretrice
della santa della sanguinaria e dell’ipocrita.
Molti diedero al mio modo di vivere un nome
e fui soltanto una isterica.
ENRICO REBUFFAT Il curriculum dello studente: un altro vestito nuovo dell’imperatore
[Da Roars, 20 aprile 2021]
Il curriculum dello studente
Con l’avvio quest’anno scolastico del “curriculum dello studente” la transizione da scuola reale a scuola virtuale, alla quale si sta lavorando da anni negli uffici di viale Trastevere, raggiunge un nuovo traguardo.
Ma che cos’è il curriculum dello studente? Leggiamo dalla nota ministeriale protocollo 15598 del 2 settembre 2020:
«La prima parte, a cura della scuola, denominata “Istruzione e formazione”, riporta i dati relativi al profilo scolastico dello studente e gli elementi riconducibili alle competenze, conoscenze e abilità acquisite in ambito formale e relative al percorso di studi seguito Continua a leggere “ENRICO REBUFFAT Il curriculum dello studente: un altro vestito nuovo dell’imperatore”
Manifesto per la nuova scuola
[Da La nostra scuola]
1) La scuola come luogo della relazione umana e del rapporto intergenerazionale
La scuola si occupa delle persone in crescita, non di entità astratte scomponibili e riducibili a una serie di “competenze”. L’insegnamento e l’apprendimento toccano infatti tutte le dimensioni dell’essere umano – intellettuale, razionale, affettiva, emotiva, relazionale, corporea – tra loro interconnesse e inscindibili; bisogna sempre ricordare, in tal senso, che quello tra gli insegnanti e gli studenti è prima di tutto un rapporto umano.
Continua a leggere “Manifesto per la nuova scuola”JACOB E WILHELM GRIMM Le tre piume
C’era una volta un re che aveva tre figli: due erano intelligenti e avveduti, mentre il terzo parlava poco, era semplice, e lo chiamavano il Grullo. Quando il re diventò vecchio e pensò alla sua fine, non sapeva quale dei figli dovesse ereditare il regno dopo la sua morte. Allora disse loro: “Andate, colui che mi porterà il tappeto più sottile diventerà re dopo la mia morte.” E perché‚ non litigassero fra di loro, li condusse davanti al castello, soffiando fece volare in aria tre piume e disse: “Dovete seguire il loro volo.” Una piuma volò verso oriente, l’altra verso occidente, mentre la terza se ne volò diritto e non arrivò molto lontano, ma cadde a terra ben presto. Così un fratello andò a destra, l’altro se ne andò a sinistra; il Grullo invece fu deriso perché‚ dovette fermarsi là dov’era caduta la terza piuma.
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