È l’alba.
Dagli orti situati dietro le case che fiancheggiano la via Garibaldi, un gallo fa sentire la sua stentorea voce cui, dal prossimo giardino, fa subito eco quella di un altro, e di un altro: e, dopo un breve intervallo di silenzio, ancora quella d’un altro lontano lontano.
Poi silenzio ancora.
Per la strada un vecchietto, dalle spalle rese curve dagli anni, passa frettoloso, gridando con voce monotona:
– Aquavitaro!
Don, don, don; una campana quella, di santa Maria in Trastevere, suona l’avemaria del giorno. Ai suoi primi rintocchi, come deste di soprassalto, tutte le campane del rione, quella di san Francesco a Ripa, di san Grisogono, di san Calisto, di santa Dorotea, di santa Cecilia e cento altre, quali vicine, quali più lontane, si risvegliano spandendo la eco dei loro suoni su per il cielo sereno.