DAVID FOSTER WALLACE Blood Sister

Da Infinite Jest, pp. 844-6, 852-4

li film inizia con una ragazza dura tipo pupa-del-motociclista dei bassifondi dl Toronto che viene trovata in overdose, pestata, violene derubata della sua giacchetta di pelle fuori dal cancello di un del centro e viene soccorsa e curata da una suora più vecchia anche lei con l’aspetto da dura che diventa sua amica, sua guida spirituale e finisce per convertirla – «salvata» è il debole sottinteso che compare spesso nei dialoghi del primo atto – e le racconta (la suora tosta) che anche lei era stata salvata da una vita di Harley, spaccio e tossicodipendenza da una suora ancora più tosta e vecchia di lei, che a sua volta era stata salvata da una suora tosta ex motociclista e così via. L’ultima motociclista diventa una suora tosta che, proprio come le altre, conosce bene la vita di strada, e nel bassifondi viene chiamata Blood Sister, e tonaca o non tonaca continua ad andare con la sua Hawg di parrocchia e conosce ancora l’akido e con lei è meglio non scherzare, si dice in strada.

Il punto cruciale della motivazione in tutta questa storia sta nel fatto che questo intero ordine di suore è composto da suoe salvate dai bassifondi di Toronto da altre suore più vecchie c più toste che a loro volta erano state salvate dai bassifondi. E allora, moltissime novene più tardi, Blood Sister sente questo desiderio spirituale transitivo di uscire fuori e di trovare anche lei un’adolescente da «salvare» e portare in convento, così da ripagare il debito di coscienza che ha nei confronti della suora più anziana che aveva salvato lei. Con dei mezzi piuttosto misteriosi (un elenco delle adolescenti problematiche di Toronto ancora salvabili?, sentenzia Bridget Boone), Blood Sister s’imbatte in un’adolescente punk di Toronto con delle cicatrici da ustioni e dei grossi problemi, una tipa chiusa e ragionevolmente tosta anche vulnerabile ed emotivamente tormentata (la faccia rosa coperta di ustioni della ragazza si contorce in una smorfia ogni volta che crede che Blood Sister non la stia guardando) dalle terribili depredazioni che ha sopportato come conseguenza della sua violenta e incrollabile dipendenza dal crack, del tipo che devi convertire e cuocerti da sola, e con l’etere, che è altamente infiammabile e la gente lo usava prima che qualcuno scoprisse che il bicarbonato di sodio e un flusso di temperatura facevano la stessa cosa, il che data il film ancor più della pettinatura viola e stelliforme290 della dura e torturata ragazza punk.

Ma Blood Sister riesce a fare uscire la ragazza dalla droga prendendosi cura di lei durante tutto il periodo dell’Astinenza nella sacrestia chiusa a chiave; e la ragazza diventa — per gradi quasi udibili – sempre meno chiusa, e smette di cercare di forzare la serratura dell’armadietto del vino per i sacramenti, smette di scoreggiare di proposito durante il mattutino e i vespri, smette di andare dai trappisti che girano per il convento a chiedere che ore sono e altre stupidaggini del genere per ingannarli e farli parlare a voce alta eccetera. Un paio di volte la faccia della ragazza si contorce in una smorfia di tormento emotivo e vulnerabilità anche mentre Blood Sister la sta guardando. La ragazza si fa fare un taglio di capelli cortissimo e vagamente lesbico, e le radici dei capelli si rivelano castano chiaro. Blood Sister, mostrando dei gran bicipiti, batte la ragazza a braccio di ferro; ridono; si mostrano vicendevolmente i tatuaggi: questo segna l’inizio di un montaggio brutalmente prolisso del tipo Imparo-A-Conoscerti-E-A-Fidarmi-Di-Te, una convenzione di genere tipica, e il montaggio include varie cavalcate sulla Harley a una tale velocità che la ragazza deve tenere la mano sulla testa di Blood Sister per impedire alla veste di B.S. di volare via, lunghe passeggiate in grandangolo di loro due che parlano, interminabili, e giochi di sciarada con degli imbattibili trappisti, qualche scena veloce di Blood Sister che trova nel cestino le Marlboro della ragazza e un accendino a forma di cazzo, la ragazza che svolge docilmente le faccende domestiche sotto lo sguardo di approvazione di B.S., le lezioni sulle scritture a luce di candela con il dito della ragazza sotto ogni parola che legge, la ragazza che taglia con cura le ultime punte viola rimaste dei capelli castano chiari, le suore più anziane e toste che tirano pugni sulla spalla di Blood Sister in segno di approvazione mentre gli occhi della ragazza iniziano ad avere quella scintilla di conversione imminente e poi, alla fine, Blood Sister e la ragazza con la mascella ustionata e la fronte glabra e prometeica che vanno a comprare l’abito da suora illuminate dalla luce del sole in una scena- il tutto accompagnato da – non scherzo – Getting to Know You, che Hal immagina la Cicogna giustificasse a se stesso in quanto saccarina sovversiva.

[…]

Le cose precipitano rapidamente nel bagno di sangue non appena la ragazza tosta che sembrava che fosse stata salvata da Blood Sister viene trovata livida e morta nella sua branda da novizia, con le tasche interne dell’abito piene di tutti i tipi di sostanze e di aggeggi e con il braccio che sembra una vera e propria foresta di siringhe […]. Sospettando un brutto tiro invece di un recidivismo spirituale, Blood Sister, fregandosene della pietà del Porgi l’Altra Guancia prima e degli appelli appassionati poi e poi degli ordini diretti della Vice Madre Superiora — che per l’appunto ora è la suora tosta che aveva salvato Blood Sister, molto tempo prima – comincia a tornare ai modi da centaura tosta di quando frequentava i bassifondi di Toronto prima di essere salvata: tira fuori la sua Harley Hawg da sotto i teloni di copertura, ritrova nell’armadio un vecchio giacchetto di pelle da motociclista scolorito dal tempo e coperto di mota e vi s’infila dentro strizzandosi l’abito rigonfio sui pettorali, toglie i cerotti dai suoi tatuaggi più sconci, scuotendo degli ex chierichetti per avere informazioni, facendo cadere i motociclisti che si mettono sulla sua strada, incontrando vecchie conoscenze di strada in saloon bui, buttando cicchetti anche con i più cirrotici, facendo a pugni, minacciando, colpendo di akido, disarmando i criminali da armi improprie, vendicando la ragazza che lei aveva salvato e che avevano ucciso, decisa a dimostrare che la morte della ragazza non era stata un incidente o uno scivolone, che Blood Sister non aveva fallito con l’anima che aveva deciso di salvare per scaricare la sua anima dal debito nei confronti della vecchia Vice Madre Superiora, tosta anche lei, che aveva salvato lei sua volta, Blood Sister, tanti e tanti anni fa. Dopo molti criminali acrobati e innumerevoli litri di tiocianato di potassio la verità viene fuori: la ragazza novizia era stata assassinata dalla Madre Superiora, il capo dell’ordine e la suora più tosta di tutte. Questa Madre Superiora è la suora che aveva salvato la Vice Madre Superiora che aveva salvato Blood Sister, il che significa, ironicamente, che la prova di cui Blood Sister ha bisogno per provare che il suo debito di salvezza era stato veramente ripagato è anche la prova nemica agli interessi legali della suora tosta alla quale la salvatrice di Blood Sister è obbligata, così Blood Sister si tortura sempre di più al pensiero e diventa sempre più intrattabile via via che la prova della colpevolezza della Madre Superiora prende torma. In una scena dice vaffanculo. In un’altra dondola un incensiere come una mazza e spacca la testa a un vecchio sagrestano che è uno dei tirapiedi della Madre Superiora, staccandogli di netto la testa con la bocca senza denti. Poi, nell’ Atto III, una vera e propria orgia di punizione segue l’emergere della verità nuda e cruda: sembra che l’anziana Vice Madre Superiora, tosta anche lei, e cioè la suora che aveva salvato Blood Sister, in realtà non fosse stata salvata veramente — infatti, dopo più di 20 anni passati a dire novene e a preparare dolcetti, aveva sofferto di una specie di malattia dell’anima, qualcosa di nascosto, degenerativo e recidivo, e aveva ricominciato, la Vice Madre Superiora, proprio nel momento in cui Blood Sister aveva indossato la tonaca per dedicarsi completamente alla vita di monastero, aveva non solo ricominciato con la dipendenza dalle sostanze ma aveva anche incominciato a spacciare grosse quantità della cosa che a quel tempo era pili redditizia (che dopo più di 20 anni non era più l’eroina marsigliese ma il Bing Crosby colombiano freebase) per pagarsi il suo vizio segreto, dirigendo di nascosto un’operazione di vendita con un volume di affari molto alto fuori dai confessionali poco usati della Missione di Salvezza della Comunità dell’ordine. La superiora di questa suora, la suora Madre Superiora, quella più tosta di tutte, avendo scoperto per caso l’operazione della droga dopo che il sagrestano, ora decapitato, l’aveva informata che un numero sospetto di limousine scaricava persone tutte piene di catene d’oro che non avevano l’aria di essere dei penitenti nella Missione di Salvezza della Comunità dell’ordine, e completamente incapace di radunare un sentimento di pia umiltà per accettare il fatto di aver fallito, questo è quanto sembrava, nel salvare veramente e completamente la ex spacciatrice della cui salvezza la Madre Superiora aveva bisogno per sdebitarsi con la suora ora ottuagenaria e in pensione che a sua volta l’ aveva salvata — proprio questa Madre Superiora è quella che aveva ucciso la novizia ex punk di Blood Sister, per far stare zitta la ragazza. Quello che poi viene fuori è che il posto dove la ragazza tossicodipendente ex punk di Blood Sister si procurava la roba, quando era Là Fuori prima di essere salvata, era stato proprio la tristemente famosa Missione della Salvezza della Comunità della Vice Madre Superiora. In altre parole, la suora che aveva salvato Blood Sister ma che non era stata salvata a sua volta, anche se questa cosa era segreta, era stata la spacciatrice di Bing della ragazza tosta, e questo era il motivo per il quale la ragazza tosta non cattolica era stata cosi misteriosamente devota al Confiteor. La Madre Superiora dell’ordine si era immaginata che sarebbe stata solo una questione di tempo prima che la conversione e la salvezza della ragazza avessero raggiunto quel culmine spirituale che l’avrebbe portata a rompere il suo silenzio vigile per raccontare la verità a Blood Sister, l’altra faccia della medaglia, della suora che lei (Blood Sister) pensava l’avesse salvata (Blood Sister). Tanto che lei (la Madre Superiora) aveva eliminato per sempre la ragazza — aveva detto (la Madre Superiora) alla sua luogotenente, la Vice Madre Superiora, per salvarla (la Vice Madre Superiora) dallo smascheramento e dalla scomunica e forse anche da qualcosa di peggio, se la ragazza non fosse stata messa a tacere.

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