Dice l’Economist: «Nella sperimentazione clinica per valutare il vaccino, il 39 per cento di quanti lo avevano ricevuto ha riferito almeno un effetto collaterale, nella maggioranza dei casi dolore al punto dell’iniezione, mal di testa o febbre passeggera. Lo stesso è avvenuto al 28 per cento dei soggetti a cui era stato iniettato un placebo». E questo forse spiega perché chi è stato vaccinato deve continuare a seguire tutte le regole del distanziamento.
Giorno: 21 marzo 2021
FRANCESCO GUCCINI Canzone quasi d’amore
Da «Via Paolo Fabbri 43» (1976)
Non starò più a cercare parole che non trovo
per dirti cose vecchie con il vestito nuovo
per raccontarti il vuoto che al solito ho di dentro
e partorire il topo vivendo sui ricordi, giocando coi miei giorni, col tempo
O forse vuoi che dica che ho i capelli più corti
o che per le mie navi son quasi chiusi i porti
io parlo sempre tanto, ma non ho ancora fedi
non voglio menar vanto di me o della mia vita costretta come dita dei piedi
Queste cose le sai perché siam tutti uguali
e moriamo ogni giorno dei medesimi mali
perché siam tutti soli ed è nostro destino
tentare goffi voli d’azione o di parola
volando come vola il tacchino
PETER BRANNEN L’incredibile storia del clima terrestre
[Da «The Atlantic», tradotto da «Internazionale», 1401, 19 marzo 2021]
Viviamo su un pianeta selvaggio, un globo traballante in continua eruzione e sommerso dagli oceani che vaga nel vuoto portandosi dietro una gigantesca esplosione termonucleare. Grandi rocce sfrecciano verso l’alto, e sulla superficie terrestre interi continenti si scontrano, si frantumano e di tanto in tanto si ribaltano, uccidendo quasi ogni forma di vita. II nostro pianeta è instabile. Quando l’invisibile attrazione dei corpi celesti punta la Terra verso una nuova stella polare, Io spostamento della luce solare può prosciugare il deserto del Sahara o riempirlo di ippopotami. Fatto ancora più interessante per noi oggi, nel corso della storia un cambiamento nella composizione dell’atmosfera della Terra di appena Io 0,1 per cento ha determinato il passaggio da afose foreste pluviali artiche a quasi un chilometro di ghiaccio sopra Boston. La trascurabile componente dell’aria che determina questa differenza è l’anidride carbonica.