MARTÍN CAPARRÓS Maradona era l’Argentina

[«Internazionale», 1387, 4 dicembre 2020, supplemento speciale]

Era l’Argentina. Per anni ci sono stati milioni di cinesi, di russi, di indiani e di africani che non avevano mai sentito parlare di gauchos e di tango, di Evita, di Gardel o di Che Guevara, ma avevano visto giocare Maradona, ed era tutto quello che sapevano di questo paese sperduto. A volte mi infastidiva che fosse un calciatore: che quello che si conosceva dell’Argentina fosse un calciatore. O peggio: che l’unica cosa che univa gli argentini fosse un calciatore. Allora mi consolavo pensando che in realtà era un artista, esponente dell’arte più popolare, dell’arte più piccola.

Giocava come nessun altro, letteralmente. Era un talento straordinario Continua a leggere “MARTÍN CAPARRÓS Maradona era l’Argentina”

DANIEL PENNAC Il professor Bal

[da Diario di scuola]

È sufficiente un professore – uno solo – per salvarci da noi stessi e farci dimenticare tutti gli altri.
Perlomeno è questo il ricordo che serbo del professor Bal. 
Era il nostro professore di matematica all’ultimo anno delle superiori. Dal punto di vista della mimica, il contrario di Keating; un professore che meno cinematografico non si può: ovale, direi, una voce acuta e nulla di speciale che attirasse lo sguardo. Ci aspettava seduto alla cattedra, ci salutava cordialmente e sin dalle prime parole noi entravamo nella matematica. Di che cosa era fatta quest’ora che ci catturava tanto?  Continua a leggere “DANIEL PENNAC Il professor Bal”

La solita solfa ovvero «La scomparsa dei fatti» di Marco Travaglio

[5 settembre 2007]

Il titolo è accattivante. L’amico Fausto ha detto: non lo leggo per principio. Piero mi è parso un po’ freddino. Io invece no. Primo perché non ho principi riguardo al leggere o non leggere un libro. E poi perché un libro che si intitola «La scomparsa dei fatti» promette decisamente anche se l’ha scritto Marco Travaglio che, tra parentesi, mi sta pure antipatico. Ho le mie prevenzioni, insomma. Ciò premesso, ho letto poco più di un terzo di questo libro e sono in grado di esprimere almeno sette osservazioni. Pace se straripano leggermente dai limiti telegrafici che mi sono imposto per questo tipo di recensioni.

Continua a leggere “La solita solfa ovvero «La scomparsa dei fatti» di Marco Travaglio”

GRETCHEN VOGEL – JENNIFER COUZIN-FRANKEL Chiudere o aprire le scuole? Ogni paese ha la sua risposta

[Science, tradotto da Internazionale, 26 novembre 2020]

Quando in aprile e maggio la prima ondata di casi di covid-19 si è attenuata, in molti paesi, dalla Nuova Zelanda alla Norvegia al Giappone, le scuole hanno riaperto e il virus è rimasto perlopiù sotto controllo. Le autorità sanitarie e scolastiche hanno esultato, perché pensavano che gli enormi vantaggi dell’istruzione in presenza superassero il rischio di diffusione del virus tra i bambini e gli insegnanti, e dalle scuole alle comunità più in generale.

Di conseguenza molti paesi che all’inizio si erano mossi con cautela, in agosto e settembre hanno riaperto le porte delle aule. Nel Regno Unito, in Danimarca e nei Paesi Bassi, le scuole sono passate dall’alternare piccoli gruppi di studenti alle classi complete. Continua a leggere “GRETCHEN VOGEL – JENNIFER COUZIN-FRANKEL Chiudere o aprire le scuole? Ogni paese ha la sua risposta”

ENRICO MANERA La scuola in cortocircuito

[Doppiozero, 24 novembre 2020]

In questi giorni, mentre si ipotizza che la riapertura delle scuole non avverrà prima del 2021 e si susseguono le dichiarazioni politiche sulla sua priorità, il lungo silenzio sui problemi della ripresa scolastica in presenza è stato rotto dalle notizie e dai commenti sulle proteste studentesche contro la Didattica a distanza che si stanno svolgendo un po’ ovunque. 

A Torino, un caso di cui si è parlato molto, nell’isolato pedonale dell’Università di Palazzo Nuovo, studenti e studentesse del liceo classico e linguistico “V. Gioberti” manifestano chiedendo di poter tornare alla didattica in presenza e sottolineando tutti i limiti della Didattica a distanza (Dad) nell’intero paese. Continua a leggere “ENRICO MANERA La scuola in cortocircuito”

JEAN-PAUL SARTRE Paracarro

[Da La nausea]

D’un tratto, dico, pietosamente: “Son contento di vederti”. L’ultima parola mi si strozza in gola: se era per questo avrei fatto meglio a star zitto. Di sicuro ora s’offende. Lo sapevo che il primo quarto d’ora sarebbe stato penoso. Una volta, quando rivedevo Anny, sia dopo un’assenza di ventiquattr’ore, sia al mattino, al risveglio, non sapevo mai trovare la parola ch’ella aspettava, quelle che convenivano al suo vestito, al tempo, alle ultime parole che avevamo pronunciato il giorno prima. Ma che cosa vuole? Non posso indovinarlo. Alzo gli occhi. Anny mi guarda con una specie di tenerezza. “Dunque non sei cambiato proprio affatto? Dunque sei sempre così sciocco?”.
Il suo viso esprime soddisfazione. Ma che aria stanca che ha.
“Sei un paracarro” dice “un paracarro al margine d’una strada Continua a leggere “JEAN-PAUL SARTRE Paracarro”