ANTONIO VIGILANTE Facciamo una scuola difficile

[Gli stati Generali, 30 dicembre 2019]

Uno studente che provenga dal ceto proletario si trova ad affrontare difficoltà che per lo studente borghese sono difficili anche da immaginare. La più grande, spesso insormontabile, è la differenza culturale: perché la cultura scolastica è la cultura elaborata nei secoli dal ceto nobiliare e poi da quello borghese, una cultura che esprime una visione del mondo che è diversa, diversissima da quella proletaria; una costellazione di valori altra, nella quale lo studente proletario non è a casa. E si trova di fronte a una scelta dolorosissima: abitare quella nuova casa e diventare un estraneo per il suo ambiente o rifugiarsi nel suo ambiente e disertare la nuova, improbabile casa. Spesso è questa seconda, la sua scelta, ed è tra le cause principali della dispersione scolastica. Continua a leggere “ANTONIO VIGILANTE Facciamo una scuola difficile”

ROBERTO CALOGIURI Cicerone lavora per le imprese. Ovvero la risurrezione della lingua morta

[da ilfriuliveneziagiulia, 17 settembre 2016]

Lingua morta, noiosa, pesante, inutile. È il latino.

Altro che “la lingua dei nostri padri”… Roba per occhialuti sgobboni, per secchioni appiccicati alla sedia, in vena di gingillarsi con arzigogoli cervellotici.

O, piuttosto, quella riga in più nel curriculum che piace tanto alle moderne imprese e può fare la differenza nell’assunzione di personale qualificato in un’azienda?

Forse perché qualcuno si è accorto che il latino è un sistema multiprocessuale che piace a industria e imprenditoria. Forse perché lo studio di rosa-rosae assomiglia tanto a una palestra di multitasking (nel senso informatico del termine). Continua a leggere “ROBERTO CALOGIURI Cicerone lavora per le imprese. Ovvero la risurrezione della lingua morta”