Da Nuvole, 10 giugno 2018]
La “buona scuola”, cioè la legge 107/2015, è stata una delle riforme simbolo della breve, ma assai distruttiva, stagione del renzismo. Doveva essere un chiaro successo: assunzioni, investimenti e innovazioni sembravano ottimi slogan per veicolare la legge, conquistare l’opinione pubblica, consolidare la leadership riformatrice del fiorentino in un settore, dal punto di vista elettorale, cruciale per il pd come la scuola. Invece, essa si è rivelata un boomerang, tanto che lo stesso Renzi nel governo fotocopia Gentiloni, dopo la batosta referendaria del 2016, non volle la Giannini al ministero dell’istruzione sostituendola con Veleria Fedeli, passato di sindacalista Cgil, con missione speciale di recupero consensi fra insegnanti e professori.
Prima di soffermarci sulle criticità della “buona scuola” è forse utile ricordare alcuni mutamenti introdotti che non hanno avuto tanta eco nell’opinione pubblica ma che sono importanti. Continua a leggere “GIORGIO MONESTAROLO Buona a nulla. La scuola della riforma Renzi-Giannini”