Dichiarazione di voto

Sono indeciso tra mare (troppo scontato), lago, piscina, parco attrezzato, una retrospettiva su Tarkovskij (dalle 7 alle 22), svuotare la cantina, riscoprire il valore dell’amicizia dal vivo, un sudoku impossibile (16 riquadri), non so cosa mettermi, ho quasi finito i timbri sul certificato elettorale, ma le schede nulle abbassano il quorum?, mi si nota di più se vado e rimango in disparte vicino alla porta del seggio, mi sa che non vado.

Trova le differenze

Ricapitolando, Il PD, i Fratelli, la Lega e Forza Italia sono tutti favorevoli alla chiamata diretta. Il m5s e LeU sono contrari. Il PD propone la chiamata per competenze, che è un modo per rivestire il concetto della chiamata diretta con un velo di ipocrisia (Buona scuola docet). Inoltre vuole potenziare il potenziamento, servirà a migliorare la didattica, dicono. Forza Italia e Lega vogliono di più. Se vanno al governo si trovano la strada spianata dalla 107 e sostituiscono a questo sistema ibrido e sconclusionato della chiamata per ambiti il sistema degli albi regionali. Continua a leggere “Trova le differenze”

ALESSANDRO BARBERO Che è questo lusso di passare anni solo a studiare? No, no: alternanza scuola lavoro!

YouTube, 27 novembre 2017
[per la trascrizione: Roars, 30 gennaio 2018]

«Ovviamente, il problema era: chi andava a scuola? Per molto tempo a scuola ci andavano in pochi […] si dava però per scontato che andare a scuola, andare al liceo, intendo dire, fare le superiori, era però INDISPENSABILE per avere un ruolo poi dirigenziale nella vita. L’esercito italiano, durante la prima guerra mondiale, ha un disperato bisogno di ufficiali, tanto che alla fine manda a comandare i plotoni e le compagnie dei diciannovenni, ma su una cosa non transige: devono aver finito le scuole superiori. Alla fine, si accetta anche l’istituto tecnico, va bene, ma per fare l’ufficiale deve aver finito le scuole superiori. Continua a leggere “ALESSANDRO BARBERO Che è questo lusso di passare anni solo a studiare? No, no: alternanza scuola lavoro!”

Felicità

Gradevole sensazione destata dalla contemplazione delle miserie altrui.
Ambrose Bierce, Dizionario del diavolo

Bisogna proporre un fine alla propria vita per viver felice. O gloria letteraria, o fortune, o dignità, una carriera in somma. Io non ho potuto mai concepire che cosa possano godere, come possano viver quegli scioperati e spensierati che (anche maturi o vecchi) passano di godimento in godimento, di trastullo in trastullo, senza aversi mai posto uno scopo a cui mirare abitualmente, senza aver mai detto, fissato, tra se medesimi: a che mi servirà la mia vita? Non ho saputo immaginare che vita sia quella che costoro menano, che morte quella che aspettano. Del resto, tali fini vaglion poco in sé, ma molto vagliono i mezzi, le occupazioni, la speranza, l’immaginarseli come gran beni a forza di assuefazione, di pensare ad essi e di procurarli. L’uomo può ed ha bisogno di fabbricarsi esso stesso de’ beni in tal modo.
Giacomo Leopardi, Zibaldone di pensieri Continua a leggere “Felicità”

Lettera aperta

Se scrivessi una lettera a Repubblica o Corriere della Sera sul RAV del liceo Visconti penso che comincerei domandando perché ogni volta che uno deve fare l’esempio di una periferia sceglie Tor Bella Monaca. Perché contrappone il liceo prestigioso del centro di Roma, frequentato da studenti privilegiati, al liceo della periferia degradata. Che idea ha della scuola la preside Rech? Noi potremmo dire che la presenza di molti alunni stranieri, anche di religioni diverse, è inutile negarlo, contribuisce ad arricchirci e ci dà tante occasioni per migliorare l’apprendimento.

La preside dice che 1500 caratteri non bastano. E che non ha espresso giudizi, ma solo dati oggettivi. Forse 1500 caratteri sono anche troppi. Ne servivano di meno. Continua a leggere “Lettera aperta”

Morale

La morale anarchica si differenzia da quella convenzionale non solo perché quest’ultima è caratterizzata da principi e pratiche di sfruttamento e oppressione, ma anche perché nella sua concezione, a differenza della concezione vigente, un atto non è buono perché corrisponde a una data regola, bensì perché l’individuo che lo compie se ne assume completamente la responsabilità.

Francesco Codello, Né obbedire né comandare

ROSSELLA LATEMPA Destrutturare le sinapsi cerebrali, le emozioni e il giudizio su di sé dei docenti: ce lo chiede l’Europeanization dell’istruzione

Roars, 1 dicembre 2017

L’europeanization è quel processo che consiste nella costruzione, diffusione e istituzionalizzazione di regole formali e informali, procedure, paradigmi politici, stili, “modi di fare le cose”, di condividere beni e norme, definiti e consolidati nei processi politici europei e poi incorporati nelle logiche dei discorsi domestici (nazionali e subnazionali), nelle politiche strutturali e pubbliche.

Così C. Radaelli[1] definisce quel processo di progressivo orientamento e “adattamento” delle politiche nazionali da parte delle dinamiche politico-economiche dell’Unione Europea. Oggi si può parlare di un vero e proprio “spazio” europeo dell’educazione, costruito da diversi attori sociali: decisori politici, tecnici, lobbies, accademici, agenzie private, associazioni[2]. Continua a leggere “ROSSELLA LATEMPA Destrutturare le sinapsi cerebrali, le emozioni e il giudizio su di sé dei docenti: ce lo chiede l’Europeanization dell’istruzione”

Consumismo

La tumultuosa spinta al consumismo si è sviluppata come reazione alla fame e alla miseria millenarie dalle quali l’umanità sta appena uscendo.
Piero Melograni, Saggio sui potenti

Nessun centralismo fascista è riuscito a fare ciò che ha fatto il centralismo della società dei consumi. Il fascismo proponeva un modello reazionario e monumentale che però restava lettera morta. Le varie culture particolari (contadine, sottoproletarie, operaie) continuavano imperturbabili a uniformarsi ai loro antichi modelli Continua a leggere “Consumismo”

La società della canoscenza 2: le parole sono importanti

Solo l’amare, solo il conoscere
conta, non l’aver amato,
non l’aver conosciuto. Dà angoscia
il vivere di un consumato
amore.
Pier Paolo Pasolini, Il pianto della scavatrice

La conoscenza di cui parla il programma del PD non è la canoscenza, ma è un sapere delimitato, tecnocratico, totalmente asservito. La scelta del titolo non è casuale. Il termine richiama la strategia di Lisbona, il capitale umano, la formazione come risorsa economica. Continua a leggere “La società della canoscenza 2: le parole sono importanti”

Miser Catulle desinas ineptire

Questo test, consistente nella traduzione e nell’analisi di un carme di Catullo, costituisce la verifica finale di una unità didattica su Catullo e i poetae novi. Si compone di tre parti: a) la traduzione e la scansione metrica del carme; b) quesiti a risposta sintetica miranti ad accertare il livello di conoscenza dei problemi più generali della letteratura e della cultura latina; b) quesiti a risposta breve miranti ad accertare la comprensione del testo proposto sia sul piano tematico, in relazione a elementi della poetica di Catullo, sia sul piano stilistico e formale continua a leggere