UMBERTO SABA Città vecchia

Da «Trieste e una donna» (1912)

Spesso, per ritornare alla mia casa
prendo un’oscura via di città vecchia.
Giallo in qualche pozzanghera si specchia
qualche fanale, e affollata è la strada.

Qui tra la gente che viene che va
dall’osteria alla casa o al lupanare,
dove son merci ed uomini il detrito
di un gran porto di mare,
io ritrovo, passando, l’infinito
nell’umiltà.
Qui prostituta e marinaio, il vecchio Continua a leggere “UMBERTO SABA Città vecchia”

GIOVANNI BOCCACCIO Federigo degli Alberighi

Dal «Decameron», V giornata

Federigo degli Alberighi ama e non è amato e in cortesia spendendo si consuma e rimangli un sol falcone, il quale, non avendo altro dà a mangiare alla sua donna venutagli a casa; la quale, ciò sappiendo, mutata d’animo, il prende per marito e fallo ricco.

Era già di parlar ristata Filomena, quando la reina, avendo veduto che più niuno a dover dire, se non Dioneo per lo suo privilegio, v’era rimaso, con lieto viso disse:
A me omai appartiene di ragionare; e io, carissime donne, d’una novella simile in parte alla precedente il farò volentieri Continua a leggere “GIOVANNI BOCCACCIO Federigo degli Alberighi”

Resi..enza

Gli acronimi, suggeriva Paolo, ogni tanto bisogna scioglierli, per non dimenticare cosa significano. Le due erre di PNRR stanno per ripresa e resilienza. Resilienza non è resistenza, è quasi una bestemmia, è adattarsi al peggio, e quando è passato il peggio, al peggio del peggio, e così via. Se la scuola, in nome della ripresa, riceve 500 banchi monoposto con le rotelle deve trovargli un posto, distribuirli nelle aule, negli stanzini, nelle anticamere. E quelli che avanzano verranno ammassati nel cortile, a prendere la pioggia.

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STEFANO ROSSETTI Il PNRR a scuola. Digitale, democrazia e dintorni

[La scuola e noi, 27 febbraio 2023]

Verità storiche e scelte individuali

Sulla storia e sulle dinamiche economiche che stanno alla base delle azioni previste dal PNRR per la scuola, il nostro blog ha ospitato di recente le parole definitive di Orsetta Innocenti, di cui condivido lo spirito e l’analisi.

Partirò invece da una sua importante asserzione, quando spiega che “per istinto e meditazione”, non farà parte della commissione che se ne occuperà. Perché io, al contrario, “per istinto e meditazione” ho scelto di essere parte del gruppo di persone che sta lavorando per redigere e coordinare i progetti nella mia scuola Continua a leggere “STEFANO ROSSETTI Il PNRR a scuola. Digitale, democrazia e dintorni”

Tonno

I cinesi non mangiano il tonno in scatola. Se dovessero cominciare non ce ne sarebbe più per nessuno.
Henk Brus

Cinque sono le specie di tonni commercialmente significative. C’è il tonno rosso (il bluefin), che vive anche in acque subtropicali, nel Pacifico e nell’Atlantico, ma viene pescato soprattutto nel Mediterraneo, prodotto pregiatissimo e richiestissimo per il sushi e il sashimi; c’è il pinne gialle (yellow-fin), usato molto dall’industria conserviera che ha come mercato di riferimento il Sud Europa Continua a leggere “Tonno”

SAMUEL BECKETT Cascando

I

perché non meramente l’occasione
senza speranze di stillare
parole

meglio non è abortire che essere sterili

plumbee dopo che tu vai via le ore
cominceranno sempre troppo presto
uncinando alla cieca
a dragare il letto del desiderio
recuperando le ossa i vecchi amori
orbite un tempo riempite di occhi come i tuoi
forse che tutto è sempre meglio troppo presto che mai
coi volti bruttati dal nero desiderio Continua a leggere “SAMUEL BECKETT Cascando”

Tamaro

L’uscita della Tamaro su Verga da una parte è di una banalità sconfortante e nemmeno dovrebbe essere commentata, se non per il fatto che segnala un problema: l’insegnante non è più considerato dalla cultura media (il coro di presidi, giornalai, pseudoautori di romanzi rosa, ecc.) un mediatore di educazione letteraria, gli studenti potranno imparare solo quello che sono in grado di capire da soli, in presenza di un assistente, acculturato ma addomesticato, che tutt’al più potrà indirizzarli verso ciò che delle linee guida hanno stabilito.

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MILAN KUNDERA Il regalo

Da «Il dottor Havel vent’anni dopo», in «Amori ridicoli»

Havel, che aveva vissuto gli ultimi giorni in un’umiliante invisibilità, si beava felice dell’attenzione dei passanti e desiderava che i raggi di quell’interesse cadessero quanto più possibile anche su di lui; abbracciava perciò l’attrice alla vita, si chinava verso di lei, le sussurrava all’orecchio ogni sorta di dolcezze e di oscenità, e lei rispondeva stringendosi a lui e alzando sul suo viso gli occhi contenti. E Havel, sotto tutti quegli sguardi, sentì che stava riacquistando la visibilità perduta, sentì i propri lineamenti incerti ritornare chiari e marcati, sentì nuovamente la gioia orgogliosa che gli dava il proprio corpo, i propri passi, il proprio essere. Continua a leggere “MILAN KUNDERA Il regalo”