LUISA MIRONE Un buon testo non fa una traccia

Da «La scuola e noi», 30 giugno 2022

L’aspetto dominante, nel “dibattito sulle tracce” che accompagna tutti gli anni l’esame di Stato – e che si è riproposto anche quest’anno, dopo la sosta forzata dovuta alla pandemia –, è sempre quello sui testi di riferimento. Certamente la proposta di un testo non è asettica. Proporre un racconto, così come un problema sociale, un evento storico, un qualsiasi tema in luogo di altri implica una scelta di campo, l’indicazione decisa di questioni ritenute più urgenti o necessarie o utili. Quindi non diremo che l’una vale l’altra, perché non è così.

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STEFANO ROSSETTI Sulle tracce dei giovani

Da «La scuola e noi», 30 giugno 2022

Il giudizio sulla “bellezza” o “bruttezza” delle tracce di Italiano all’esame di Stato è molto soggettivo. Così come sulla loro “vicinanza” al sentire e alla cultura di chi termina il suo ciclo di studi. Tuttavia, è innegabile che queste tracce assumano un valore particolare, per certi versi simbolico. Ѐ come se la Scuola – istituzione e comunità -, per mano di chi le ha ideate e scritte, disegnasse l’immagine ideale del patrimonio culturale che si aspetta di aver contribuito a costruire al termine del percorso formativo: quali conoscenze, quali abilità, quali processi critici e argomentativi fondati su di esse. Continua a leggere “STEFANO ROSSETTI Sulle tracce dei giovani”

GIUSEPPE PARINI Quinci io debbo co’ precetti miei te ad alte imprese ammaestrar cantando

Dal «Giorno. Il Mattino». vv. 1-124

Sorge il Mattino in compagnia dell’Alba
innanzi al Sol che di poi grande appare
su l’estremo orizzonte a render lieti
gli animali e le piante e i campi e l’onde.
Allora il buon villan sorge dal caro
letto cui la fedel sposa, e i minori
suoi figlioletti intepidìr la notte;
poi sul dorso recando i sacri arnesi1
che prima ritrovàr Cerere, e Pale,
va col bue lento innanzi al campo, e scuote Continua a leggere “GIUSEPPE PARINI Quinci io debbo co’ precetti miei te ad alte imprese ammaestrar cantando”