Salviamo sto paese (2)

È arrivato in porto l’acclamato provvedimento per la reintroduzione (o introduzione ex novo) dell’ora di educazione civica nelle scuole. Che, premette doverosamente il legislatore, non dovrà comportare oneri per lo Stato. Quindi, non sarà un’ora in più di scuola (come recita la fanfara dei tg), ma un’ora in meno di un’altra materia. O meglio: un’ora trasversale da individuare in base alla flessibilità consentita dall’autonomia e nell’ambito dell’organico dell’autonomia. In parole più semplici: sono cavoli vostri. Siccome tutti sono, nel loro piccolo, potenziali insegnanti di educazione civica, se non c’è un laureato in discipline giuridiche e economiche, si procede a formare un team con un coordinatore, che sentiti i contitolari, propone il voto in decimi. Cosa prevede l’insegnamento dell’educazione civica? Il menu è ricco. Al primo posto c’è la Costituzione. Al secondo posto le istituzioni nazionali e internazionali. Al terzo posto l’inno e la bandiera. Al quarto l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. E poi: l’educazione alla cittadinanza digitale, l’educazione ambientale, l’educazione alla legalità, l’educazione al rispetto e alla valorizzazione del patrimonio culturale, l’educazione stradale, l’educazione alla salute e al benessere, l’educazione al volontariato (ma non c’è già l’alternanza scuola-lavoro per questo?) e alla cittadinanza attiva.

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