È più facile che sull’origine del dominio si costruiscano miti (apologetici o critici) che non teorie scientifiche.
Mi limiterò, in questa sede, ad abbozzare un’ipotesi esplicativa in chiave culturalista e anarchica. Questa ipotesi è che il dominio si sia presentato a un certo punto della vicenda umana come «mutazione culturale» […]. Il dominio potrebbe essere visto […] come un’innovazione culturale che in determinate condizioni si è rivelata vantaggiosa per quei gruppi sociali che la adottavano in termini di sopravvivenza, ad esempio per una maggiore efficienza militare, per cui finiva per imporsi come modello o per conquista o per imitazione difensiva.
Una variante di questa ipotesi […] consiste nell’immaginare che la mutazione-dominio non sia comparsa completamente ex abrupto, ma che elementi di dominio […] siano sempre esistiti o comunque preesistiti alle società del dominio, ad esempio nelle relazioni uomo/donna, anziani/giovani, guerrieri/non guerrieri, capo/tribù […]. Questi elementi di dominio sarebbero stati tenuti sotto controllo delle prime società umane […] finché mutate condizioni ambientali interne o esterne ai gruppi non ne hanno reso possibile la trasformazione in modello regolativo dominante.
Amedeo Bertolo, Anarchici e orgogliosi di esserlo