«Itaglia», con la g, non è solo una licenza scolastica. C’è davvero gente che grida, anzi, scandisce: «I-ta-glia», «I-ta-glia», con una brutta g in più, cioè con un eccesso nazionalistico e un tantino fascistico dentro. L’Italia non ha bisogno di una g in più, ma di gente onesta e pulita. E semmai di intelligenti rivoluzionari.
Gianni Rodari, Grammatica della fantasia
Ora lo sento il tempo distante da me che vivo
fuori del tempo e nessuno mi ha in simpatia,
neppure quando grido che in Italia si può
essere, o ironia di una citazione!, solo
ideologici o arcadici. Sempre al servizio
di qualche re buffone, arlecchino dalle cento
piaghe.
Dario Bellezza, Amleto
Si può sostenere che l’italiano non legge, ma bisogna ammettere che scrive.
Ennio Flaiano
Una volta, ero salito su un treno, ho visto, nel sedile vicino al mio, un quotidiano, l’ho preso, l’ho scorso, poi l’ho messo davanti a me, nello spazio che c’è sullo schienale. Avevo appena fatto così che è arrivato quello seduto nel sedile vicino al mio, ha chiamato uno gli ha detto «Ma sai cosa mi è successo? Sono su un treno, stavo leggendo il giornale, sono andato nella carrozza ristorante, sono tornato, me l’hanno rubato. Che paese di delinquenti, l’Italia». Io volevo ribattere dirgli «Ma no, guardi, c’è anche un sacco di brave persone», solo che poi, alla fine, ho preferito non dire niente l’ho lasciato nella sua convinzione.
Paolo Nori