Io sentia voci, e ciascuna pareva / pregar per pace e per misericordia / l’Agnel di Dio che le peccata leva. / Pur ‘Agnus Dei’ eran le loro essordia; / una parola in tutte era e un modo, / sì che parea tra esse ogne concordia. / «Quei sono spirti, maestro, ch’i’ odo?», / diss’io. Ed elli a me: «Tu vero apprendi, / e d’iracundia van solvendo il nodo».
Dante, Purgatorio, XVI, 16-24
Ghezzi pensa che lì dentro, attorno a quel tavolo, c’è qualcosa che somiglia alla rabbia. Ma non una rabbia furente, fumantina, non ira, no. C’è la sorda rabbia dei vinti, di quelli che non hanno niente da perdere, di quelli che hanno capito come va il mondo e che quasi sempre va contro di loro.
Alessandro Robecchi, Torto marcio
La schiuma alla bocca non giova a nessuno; quanto vulnerabile poi è l’uomo in preda all’ira, e quanto mal conscio di sé […] quanto poco atto, altresì, a confondere e sgominare l’avversario, ad intraprendere virili ed efficaci azioni!
Tommaso Landolfi, Fulgide mete, in «Racconti impossibili»