ALICE SEBOLD Mi chiamavo Salmon

Da «Amabili resti»

Mi chiamavo Salmon, come il pesce. Nome di battesimo: Susie. Avevo quattordici quando fui uccisa, il 6 dicembre del 1973. Negli anni Settanta, le fotografie delle ragazzine scomparse pubblicate sui giornali mi somigliavano quasi tutte: razza bianca, capelli castano topo. Questo era prima che le foto di bambini e adolescenti di ogni razza, maschi e femmine, apparissero stampate sui cartoni del latte o infilate nelle cassette della posta. Era quando ancora la gente non pensava che cose simili potessero accadere.
Nel diario delle medie avevo ricopiato un verso di un poeta spagnolo, Juan Ramón Jiménez; era stata mia sorella a farmelo conoscere. «Se vi danno un foglio squadrato, scriveteci sopra dall’altro lato».

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CORRADO GOVONI La nuvola e la ragazza

Da «Canzoni a bocca chiusa»

Impigliato al geloso pentagramma
del telegrafo impolverato pende
un aquilone armato: occorreranno
per sciuparlo parecchi temporali.
È una candida lettera d’amore
da qualche cumulo primaverile
spedita a una ragazza borghigiana
che non comprese la dichiarazione
del gigante di panna innamorata:
anzi sguazzando a furia con le mani Continua a leggere “CORRADO GOVONI La nuvola e la ragazza”