ANNA ANGELUCCI Sull’insegnamento dell’italiano a scuola. Lettera aperta al Professor Luca Serianni

[Roars, 7 ottobre 2017]

Egregio Professore,
accolgo con vivo piacere la notizia del Suo incarico di consulente del Ministero dell’Istruzione per l’apprendimento della lingua italiana. Ogni insegnante, e non solo d’italiano, così come ogni adulto mediamente colto, sa quanto sia urgente, oggi, individuare soluzioni al problema della diffusa incompetenza linguistica degli adolescenti. Un’incompetenza ortografica, lessicale, grammaticale, sintattica – su cui Lei in molte occasioni ha riflettuto – recentemente denunciata con fervore nella lettera aperta di 600 docenti universitari, che chiedono a chi governa il sistema scolastico di intervenire concretamente e di mostrare una “volontà politica adeguata alla gravità del problema”. Continua a leggere “ANNA ANGELUCCI Sull’insegnamento dell’italiano a scuola. Lettera aperta al Professor Luca Serianni”

FRANCESCO SABATINI La scuola ha smesso di insegnare l’italiano

[Corriere della Sera, 23 settembre 2017]

Stiamo assistendo a un fenomeno: i mali del nostro sistema di istruzione vengono spesso denunciati pubblicamente non dalla scuola, ma dall’Università e, a livelli più avanzati, dagli ordini professionali. Non si contano le lamentele dei professori di Giurisprudenza sull’incapacità degli studenti di quella Facoltà (la chiamo ancora così, anche se questa struttura è stata cancellata) di redigere la tesi o anche solo una tesina in un italiano accettabile. Alcuni docenti hanno deciso di eliminarle, perché sarebbero tutte da riscrivere. Fanno seguito le lamentele dei presidenti degli ordini forensi, nazionali e regionali, che denunciano l’impreparazione linguistica di molti giovani avvocati. Sui concorsi che riguardano questa categoria e anche quella degli aspiranti magistrati cali un velo pietoso (basta leggere le cronache dei giornali a ogni tornata di tali concorsi). Non si contano neppure le lagnanze per l’oscurità delle circolari ministeriali, dei testi normativi (perfino lo schema preliminare del decreto per l’esame di italiano nella maturità!), degli avvisi pubblici, criptici (che cos’è il «luogo dinamico di sicurezza» negli aeroporti, se non un «percorso di fuga» in caso di pericolo?) o pletorici (le Ferrovie dello Stato stanno consultando l’Accademia della Crusca per migliorarli).

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Videodrome

Le elezioni politiche di primavera propongono tre possibili scenari. Vince il centrodestra, Per prima cosa si dimenticano di avere votato contro la Buona Scuola. Acqua passata. Poi ci becchiamo un clone della Mariastella Gelmini o della Valentina Aprea che trova la strada spianata per completare la 107 con chiamata diretta globale, school bonus per tutti, privatizzazione di tutto il sistema scolastico, consiglio di amministrazione e licenziamento di chiunque remi contro. Vince il centrosinistra. Per prima cosa inserisce tutte le norme della 107 in un bel contratto la cui parte economica ci concede, dopo 10 anni di vacanza, 21,75 euro netti a testa. E intanto continua a sfracellarci con il suo mix «di arroganza e di stucchevole bontà» (Gaber): la buona scuola, le scuole belle, le scuole sicure, le scuole allegre, le scuole colorate, i ministri folkloristici, i piani digitali. Mentre finanzia la scuola privata, distribuisce i premi della tombola e McDonald’s e biblioteche lucrano sul volontariato involontario di migliaia di studenti.

Oppure vincono le larghe intese. Sembra un film di Cronenberg

MARCO MAGNI L’educazione privatizzata. Anatomia della «Buona scuola»

MicroMega, 25 marzo 2015

Le premesse storiche

Negli anni ’60 e ‘70, i governi occidentali vedevano nelle riforme scolastiche una delle leve della costruzione del welfare state e della relativa base di consenso; dagli anni ’80, considerano le riforme scolastiche un modo per infondere un’“anima” all’“economia sociale di mercato” (o, se vogliamo dirlo in termini più semplici, al “neoliberismo”). Possiamo, quindi, inserire la “Buona scuola” in una genealogia, che inizia proprio dagli anni ’80. Continua a leggere “MARCO MAGNI L’educazione privatizzata. Anatomia della «Buona scuola»”

Politica

La politica non è che l’arte di restare al potere.
Frédéric Gros, Disobbedire

Sapete ch’io abomino la politica, perché credo, anzi vedo, che gli individui sono infelici sotto ogni forma di governo; colpa della natura che ha fatti gli uomini all’infelicità; e rido della felicità delle masse, perché il mio piccolo cervello non concepisce una massa felice, composta di individui non felici.
Giacomo Leopardi, Epistolario, II, pp. 1851-2 Continua a leggere “Politica”

RENATA PULEO La buona alternanza: una contraddizione in termini

Come abbiamo già avuto modo di scrivere, le forme assunte dall’ASL in tante scuole italiane dimostrano come tali pratiche costituiscano il nervo scoperto della legge La Buona Scuola. Soprattutto, nella composizione linguistica e ideologica fra lavoro e scuola, esse vanno a fare da perno fra l’idea di lavoro veicolata dalla famigerata Jobs Act e la “riforma epocale” (sic, dalla viva voce di Renzi) del sistema scolastico. L’asse su cui ruota tale nefasta congiunzione è la parola “competenze” presa nell’imbuto della loro “comprovata certificazione”. Parola, femminile-plurale, definita (non una definizione in senso euristico, epistemologico), nei documenti del MIUR, dell’INVALSI, nei testi delle Raccomandazioni Europee, come manifestazione di autonomia e responsabilità da applicare nei contesti di studio, essa converge verso la misura dell’adattamento all’ambiente. Continua a leggere “RENATA PULEO La buona alternanza: una contraddizione in termini”

GIOVANNI CAROSOTTI La Buona Scuola. Un discorso chiuso?

Casa della cultura, 17 novembre 2017

Il vissuto di molti insegnanti, di questi tempi, fa esperienza di una duplice e conflittuale disposizione spirituale; una volontà di contrastare le innovazioni didattiche che in misura sempre più rapida vengono imposte dalla autorità ministeriali, ma anche la tentazione di arrendersi, rassegnandosi sgomenti a una trasformazione che appare ai più con i tratti evidenti della “deculturizzazione”(1) . Diffusa è peraltro la consapevolezza di trovarsi in una fase decisiva, forse l’ultima, per auspicare un’inversione di tendenza; fase che coincide con delicati momenti della vita politica nazionale ed internazionale. Continua a leggere “GIOVANNI CAROSOTTI La Buona Scuola. Un discorso chiuso?”

Superuomo

È singolare come quasi sempre alla dottrina del superuomo si siano votati individui scarsi, tra i meno dotati sotto ogni profilo, di intelletto mediocre, poco virili e ancor meno coraggiosi o, quasi, si direbbe, per usare le loro categorie, dei sottouomini. È una caratteristica del secolo scorso aver prodotto in tanti uomini meschini una tale smania di rendersi almeno un poco notevoli attraverso il male. Prima, il male poteva avere una sua magnificenza, incarnandosi in personaggi monumentali, poi si è sbriciolato in una poltiglia di sadismo diffuso e impiegatizio, da torturatore di routine, da mostro o serial killer piccolo-borghese che esercita la sua capacità di oppressione su obiettivi sempre indifesi, alla portata, da terrorizzare e uccidere col minimo sforzo.

Edoardo Albinati, La scuola cattolica