Le elezioni politiche di primavera propongono tre possibili scenari. Vince il centrodestra, Per prima cosa si dimenticano di avere votato contro la Buona Scuola. Acqua passata. Poi ci becchiamo un clone della Mariastella Gelmini o della Valentina Aprea che trova la strada spianata per completare la 107 con chiamata diretta globale, school bonus per tutti, privatizzazione di tutto il sistema scolastico, consiglio di amministrazione e licenziamento di chiunque remi contro. Vince il centrosinistra. Per prima cosa inserisce tutte le norme della 107 in un bel contratto la cui parte economica ci concede, dopo 10 anni di vacanza, 21,75 euro netti a testa. E intanto continua a sfracellarci con il suo mix «di arroganza e di stucchevole bontà» (Gaber): la buona scuola, le scuole belle, le scuole sicure, le scuole allegre, le scuole colorate, i ministri folkloristici, i piani digitali. Mentre finanzia la scuola privata, distribuisce i premi della tombola e McDonald’s e biblioteche lucrano sul volontariato involontario di migliaia di studenti.
Oppure vincono le larghe intese. Sembra un film di Cronenberg