LUIGI MANCONI Dalla parte dei Rom

[Internazionale, 15 aprile 2015]

I nomadi sono quelli che stanno nei campi nomadi. Una sorta di profezia che si autoavvera. Quindi, se è vero che i nomadi sono quelli che stanno nei campi nomadi, risulta trascurabile il motivo della loro presenza lì. Una libera scelta? L’effetto di una discriminazione? L’assenza di alternative?
Eppure, rispondere a queste domande è tanto più ineludibile quanto più i dati ci parlano di una realtà sorprendente: il nomadismo, considerato una sorta di connotato identitario o addirittura genetico (“È nel loro dna”), riguarda ormai solo una piccola, piccolissima, parte di quella popolazione, circa il 3 per cento. Continua a leggere “LUIGI MANCONI Dalla parte dei Rom”

Fascismo

È per esempio molto ingiusto dire che il fascismo annienta il pensiero libero; in realtà è l’assenza di pensiero libero che rende possibile l’imposizione con la forza di dottrine ufficiali del tutto sprovviste di significato.
Simone Weil, Riflessioni sulle cause della libertà e dell’oppressione sociale

Il fascismo si è presentato come l’antipartito, ha aperto le porte a tutti i candidati, ha dato modo a una moltitudine incomposta di coprire con una vernice di idealità politiche vaghe e nebulose lo straripare selvaggio delle passioni, degli odii, dei desideri. Il fascismo è divenuto così un fatto di costume, si è identificato con la psicologia antisociale di alcuni strati del popolo italiano, non modificati ancora da una tradizione nuova, dalla scuola, dalla convivenza in uno Stato bene ordinato e amministrato.
Antonio Gramsci, L’Ordine Nuovo, 26 aprile 1921 Continua a leggere “Fascismo”

MONJA MARCONI Noi che lavoriamo dal nido alle superiori ci occupiamo di ornitologia

Introduci l’autonomia scolastica e metti le scuole in competizione tra loro

Sostituisci le conoscenze (il sapere) con le competenze (il famoso e fumoso “saper fare”… cosa bene non è dato saperlo)

Sostituisci le ore di didattica in classe con vaghi progetti sulla “educazione a qualcosa”

Attua una campagna mediatica che svilisce gli insegnanti e bloccagli il contratto e lo stipendio per almeno un decennio Continua a leggere “MONJA MARCONI Noi che lavoriamo dal nido alle superiori ci occupiamo di ornitologia”

ANTONIO VIGILANTE Cani antidroga a scuola: l’ossessione del controllo

[da Megachip, 13 febbraio 2017]

Le forze dell’ordine hanno fatto irruzione nella mia classe quinta, mentre stavamo parlando di Martin Heidegger. Irruzione è un termine forte, ma esatto in questo caso: nessuno ha bussato e chiesto il permesso. Hanno svolto un controllo antidroga facendo passare tra i banchi un pastore tedesco, poi sono andati via. A mani vuote, come si dice.

Non è la prima volta che succede, naturalmente, anche se è la prima volta che succede a me. È successo, qualche giorno fa, al liceo Virgilio di Roma, e la cosa è finita sui quotidiani nazionali, perché il Virgilio è un liceo molto ben frequentato. È successo qualche giorno prima al Laura Bassi di Bologna, anche lì con molte polemiche. È successo e succede quotidianamente in decine di istituti tecnici e professionali, che fanno poco notizia perché non sono così ben frequentati come il liceo Virgilio di Roma. E due anni fa, a Terni, un docente è stato sospeso dall’insegnamento per essersi opposto all’ingresso delle forze dell’ordine in classe. Continua a leggere “ANTONIO VIGILANTE Cani antidroga a scuola: l’ossessione del controllo”

Letteratura

Aver vissuto una cosa, qualsiasi cosa, conferisce il diritto inalienabile di scriverla.
Annie Ernaux

Noto questo diario della mia vita di questi ultimi anni senza propormi assolutamente di pubblicarlo. Io, a quest’ora e definitivamente, ho eliminato dalla mia vita quella ridicola e dannosa cosa che si chiama letteratura. Io voglio soltanto attraverso queste pagine arrivare a capirmi meglio. L’abitudine mia e di tutti gli impotenti di non saper pensare che con la penna alla mano (come se il pensiero non fosse più utile e necessario al momento dell’azione) mi obbliga a questo sacrificio. Dunque ancora una volta, grezzo e rigido strumento, la penna m’aiuterà ad arrivare al fondo tanto complesso del mio essere. Poi la getterò per sempre e voglio saper abituarmi a pensare nell’attitudine stessa dell’azione: in corsa, fuggendo da un nemico o perseguitandolo, il pugno alzato per colpire e per parare.
Italo Svevo

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Libri (e lettori)

Leggo per legittima difesa.
Woody Allen

Bisognerebbe leggere, credo, soltanto i libri che mordono e pungono. Se il libro che leggiamo non ci sveglia con un pugno sul cranio, a che serve leggerlo? Affinché ci renda felici, come scrivi tu? Dio mio, felici saremmo anche se non avessimo libri, e i libri che ci rendono felici potremmo eventualmente scriverli noi. Ma noi abbiamo bisogno di libri che agiscano su di noi come una disgrazia che ci fa molto male, come la morte di uno che ci era più caro di noi stessi, come se fossimo respinti nei boschi, via da tutti gli uomini, come un suicidio, un libro dev’essere la scure per il mare gelato dentro di noi. Questo credo.
Franz Kafka, Lettera a Oskar Pollak
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LUISA CATANESE Ite, missa est

[da Quando suona la campanella. Racconti di scuola, a cura di Piero Castello e altri, manifestolibri, Roma 2006]

Mia madre è nata sugli Appennini, mio padre a Cosenza, io a Bologna. Mi studiano a lungo, mi interrogano. No, non sono sposato, non ho figli; vivo con la donna che amo. C’è chi mi chiede se do le note. «Non l’ho mai fatto». Non dico il falso, dissimulo. Non entro in un’aula da quando ho votato alle ultime elezioni. Da quanti anni non vedo un registro? Provo a sfogliarlo come se l’avessi studiato all’università. Non apro, non tocco un libretto delle giustificazioni da dodici anni, dall’esame di maturità. Devo firmare? Dove? Qui e qui? Una ragazzina mi istruisce, commenta con la compagna di banco. Ha detto imbranato? Credono che non possa sentirli o non gli importa? Per strada non li guardavo; non esistevano, non vivevano nel mio mondo. Non sono come i miei compagni del liceo, fino all’anno scorso erano alle elementari. Non dicono compito in classe ma verifica. Saranno collaborativi? Rispetteranno le consegne? Continua a leggere “LUISA CATANESE Ite, missa est”

FEDERICA CAPPUCCIO Quelli che la scuola 2.0

[Replica a L’Italia e l’élite dei conservatori, di Roberto Contessi]

Ringrazio il professor Contessi della lunga e argomentata risposta alla mia recensione del libro “Scuola di classe”, ma noto che non fa che ripetere quanto già scritto nel libro, con l’aggiunta di qualche ulteriore, ma fumoso chiarimento sui rimedi al classismo nella scuola, che consisterebbe, in modo naturale, se ho capito bene la circonlocuzione, nell’abolizione del valore legale del titolo di studio.

Come tutti quelli che criticano le riforme della scuola da Berlinguer in poi (che sono state tutte progettate all’insegna del fare e del cambiare sennò rimane tutto com’è), sono etichettata come conservatrice. E quindi pigra oltre che sorda alla fanfara del nuovo che avanza. Ci deve essere una linea invisibile tra i buoni, che hanno le soluzioni per tutti i problemi, che snocciolano dati di agenzie di rating per dimostrare le proprie tesi, che pronunciano con disinvoltura scioglilingua in inglese, in breve quelli che la scuola 2.0, e i cattivi insegnanti, che dicono solo no. Se questi sono gli innovatori, allora io mi sento orgogliosa di appartenere alla categoria dei conservatori. Continua a leggere “FEDERICA CAPPUCCIO Quelli che la scuola 2.0”

Bomba

Nella grande città di Parigi / Ci son borghesi ben nutriti / Ci sono i poveri/ Che han la pancia vuota / Quelli hanno i denti lunghi / Viva il suon, viva il suon / Quelli hanno i denti lunghi / Viva il suon / Dell’esplosion! / Balliam la ravachole, Viva il suon / Dell’esplosion! / Tutti i borghesi assaggeranno le bombe / Tutti i borghesi salteranno in aria / Tutti i borghesi salteranno!
Sébastien Faure, La Ravachole

Ma un’altra grande forza spiegava allora le sue ali,
parole che dicevano “gli uomini son tutti uguali”
e contro ai re e ai tiranni scoppiava nella via
la bomba proletaria e illuminava l’ aria
la fiaccola dell’ anarchia,
la fiaccola dell’ anarchia,
la fiaccola dell’ anarchia.
[…]
Ma a noi piace pensarlo ancora dietro al motore
mentre fa correr via la macchina a vapore
e che ci giunga un giorno ancora la notizia
di una locomotiva, come una cosa viva,
lanciata a bomba contro l’ingiustizia,
lanciata a bomba contro l’ingiustizia,
lanciata a bomba contro l’ingiustizia!
Francesco Guccini Continua a leggere “Bomba”

ROSELLA BASIRICÒ Spaccati di scuola

Principina a Mare (GR), seconda media, 24 alunni. Di cui:
1 tunisino che ancora non ha capito che “antologia” e “letteratura” sono due materie diverse fissate in due giorni diversi;
1 marocchino che vive con lo zio, ambulante, perchè il padre non ha il permesso di soggiorno e la madre non esiste (in genere è il contrario, ma ormai la società è avanzatissima e non vale più la massima degli antichi romani: Mater semper certa….. ecc ecc Quel che si dice: la parità dei sessi, l’emancipazione!);
1 ucraino di quindici anni che trova, dentro la scuola, tutti gli angoli possibili (e inaccessibili al resto del genere umano) per andare a fumare (sigarette soltanto. Per ora. Diamogli solo un po’ di tempo);
1 moldavo che è così nostalgico della Moldavia, ma così nostalgico che non passa mattina in cui non ci ricordi che perfino le sue coetanee (oltre alla natura, al sole e alle stelle) sono più belle lì che in Italia (col vivo disappunto delle compagne di classe – specie delle “veline” fichissime, mutanda di fuori e cavallo dei pantaloni per terra – che ogni volta scatenano il finimondo a queste affermazioni Continua a leggere “ROSELLA BASIRICÒ Spaccati di scuola”